In Cina si inabissa la produzione industriale: -13,5% a gennaio-febbraio. Vendite al dettaglio -20,5%
Gli effetti della chiusura per coronavirus peggiori delle previsioni, le vendite al dettaglio crollano del 20,5% nei primi due mesi dell’anno
di R.Es.
1' di lettura
Peggio del previsto. Il dato sulla produzione industriale della Cina nei primi due mesi dell’anno, investiti dalla crisi del coronavirus, ha visto una contrazione del 13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli economisti avevano previsto un calo molto più moderato, nell’ordine del 3 per cento. Male anche le vendite al dettaglio che a gennaio-febbraio sono crollate del 20,5 per cento a fronte di una previsione di calo del solo 5 per cento.
Per contenere la diffusione del coronavirus, a gennaio il governo cinese ha imposto il blocco delle attività lavorative nelle aree più colpite dall’epidemia, in particolare nella provincia dell’Hubei, dove oltre 60 milioni di persone sono state costrette alla quarantena.
Immissione di liquidità
Lunedì mattina, la Banca centrale cinese (Pboc) ha immesso sui mercati 100 miliardi di yuan (14,28 miliardi di dollari circa) attraverso una linea di credito di medio-termine (Mlf) a un anno e al tasso d’interesse del 3,15%. Lo scopo, ha spiegato la Pboc in una nota, è di assicurare una liquidità sufficiente sui mercati. Lo strumento punta ad aiutare le banche commerciali a mantenere la liquidità prendendo in prestito fondi dalla Banca centrale dando come collaterale titoli e altri asset equivalenti.
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