In crescita il mercato dell'arte e del design in Engadina
di Silvia Anna Barrilà
5' di lettura
Dopo una prima edizione a Monaco la scorsa primavera, la fiera Nomad è approdata a St. Moritz. La seconda edizione dell'evento, una vetrina per il design da collezione con 20 gallerie internazionali, si è tenuta dall'8 all'11 febbraio all'interno della storica residenza aristocratica Chesa Planta a Samedan. Un evento esclusivo, su invito, pensato come alternativa al modello tradizionale di fiera - con centinaia di espositori e stand asettici - a favore di un ambiente raccolto, in cui gli oggetti di design e le opere d'arte sono contestualizzate. La scelta del luogo, chiaramente, non è casuale: St. Moritz in inverno è la località di villeggiatura di lusso dove si incontrano i ricchi e dove, soprattutto, sono rilassati e in vena di acquisti, per cui le gallerie aprono dépendance strategiche che fruttano in tre mesi gli stessi fatturati che altrove si producono in un anno.
La scena artistica. “Le gallerie sono aperte solamente durante la stagione, da dicembre a marzo, e poi in estate” racconta Chasper Linard Schmidlin, architetto a Zurigo ma anche gallerista e co-fondatore insieme al cugino Gian Tumasch Appenzeller della galleria Stalla Madulain a pochi chilometri da St. Moritz. “Tra i nostri clienti ci sono molti finanzieri di Zurigo che vengono qui a rilassarsi e portano i loro contatti. Noi offriamo loro una piattaforma per incontrarsi e firmare accordi in un'atmosfera di relax. E loro, poi, acquistano le nostre opere”.
Tra i collezionisti più attivi della zona ci sono Willi Leimer, private banker, e Rolf Sachs, figlio del famoso Günther Sachs. A loro si è aggiunta la polacca Grazyna Kulczyk, che aprirà qui alla fine dell'anno il suo museo privato con importanti opere di artisti contemporanei come Piotr Uklanski e Monika Sosnowska. Anche Not Vital, l'artista engadino più famoso a livello internazionale, attualmente in mostra presso Stalla Madulain, sta ristrutturando il Castello di Tarasp per mostrarvi la sua collezione di opere d'arte da Andy Warhol, che conosceva personalmente, a Francisco Goya.
Il fermento artistico si è sviluppato soprattutto negli ultimi dieci anni. Apripista sono state gallerie come Carsten Greve di Colonia, a St. Moritz dal 1999, e la svizzera Galerie Tschudi , a Zuoz dal 2002. Tra le italiane c'è Monica De Cardenas , con sede a Zuoz. Dal 1996, inoltre, esiste l' Hotel Castell , promosso dalla famiglia di collezionisti Bechtler, che ha dato vita nel 2010 anche agli Engadin Art Talks , una piattaforma di dialogo e scambio intellettuale che si ispira al passato dell'Engadina come terra di artisti, scrittori, filosofi del calibro di Nietzsche, Thomas Mann, Hermann Hesse, Segantini e, naturalmente, i Giacometti.
Una nuova fiera per l'arte. Dall'anno prossimo ci sarà anche un altro nuovo evento in calendario: la fiera Sommet , un “salone invernale per l'arte contemporanea”, simile a Nomad, che si svolgerà contemporaneamente a quest'ultimo (7-9 febbraio 2019). Il fondatore è Will Ramsay, scozzese, già fondatore di fiere come Art Hong Kong International (poi venduta ad Art Basel ), Art Central (sempre a Hong Kong), Pulse a Miami, Taipei Dangdai, una nuova fiera che sarà diretta da Magnus Renfrew (già direttore di Art HK, di Art Basel e di Bonhams Asia) e di Affordable Art Fair . Perché ora St. Moritz? “Riflettevo sul fatto che in America ci sono già diverse fiere nei posti di villeggiatura esclusivi, come Aspen , gli Hamptons e Miami, perché questi sono i momenti in cui i collezionisti sono in vena di acquistare, mentre in Europa ancora non ce ne sono. L'Engadina ha una lunga tradizione di arte, ottime gallerie e un pubblico ricco, ma vogliamo attrarre anche collezionisti da fuori”. Il formato sarà lo stesso di Nomad: una location esclusiva, il Maloja Palace , un evento su invito e una trentina di gallerie con artisti affermati, ma anche giovani emergenti su cui investire. Non ci sarà competizione con Nomad perché quest'ultima si concentra sul design.
Nomad. “I collezionisti sono stanchi delle fiere con 200 stand” commenta dal canto suo Giorgio Pace, cofondatore di Nomad insieme al libanese Nicolas Bellavance-Lecompte, architetto, curatore e fondatore della galleria Carwan a Beirut. “Oggi cercano formati più piccoli, più esclusivi. Noi mandiamo gli inviti alla nostra lista di circa 10.000 vip e riceviamo circa 1.500 conferme di collezionisti da New York, Londra, Parigi, Beirut, Il Cairo. Per ora continueremo a Monaco e St. Moritz, poi forse aggiungeremo la California”.
L'offerta in fiera andava dai grandi nomi del design storico ai contemporanei, ma includeva anche alcune opere d'arte. Per esempio l'italiano Ugo Alfano Casati della Casati Gallery di Chicago mostrava pezzi di design italiano del dopoguerra con una poltrona di Giò Ponti e una “Lampada Sasso” di Luigi Caccia Dominioni del 1949 (60.000 euro), accanto a vetri contemporanei di Michela Cattai, che riprende le tecniche rinascimentali forzandone i limiti per esplorare la materia vitrea (3.500-18.000 euro). All'interno del suo stand era ospite il gallerista di Zurigo Peter Kilchmann con opere di artisti come Los Carpinteros, Francis Alÿs, Fernanda Gomes e David Renggli da 10.000 a 150.000 euro.
Tra le gallerie italiane c'era Luisa Delle Piane con vari designer, tra cui Andrea Anastasio, a rappresentare il lavoro della galleria (1.000-16.000 euro), mentre Massimo De Carlo ha allestito una presentazione tutta dedicata alla ceramica, con opere da 5.000 a 60.000 dollari di artisti come Gelitin, Christian Holstad, Josh Smith e Karin Gulbran - una nuova collaborazione della galleria che sarà in mostra in galleria a Milano ad aprile.
L'arte italiana era presente allo stand di Almine Rech di Parigi con un'opera di Dadamaino del 1958-59 e una di Turi Simeti del 1978, accanto al brasiliano Artur Lescher, a John Armleder e Duane Valentine con prezzi da 30.000 a 165.000 dollari.
La bresciana A Palazzo , invece, ha organizzato una piccola mostra collettiva sul tema della camera dell'infanzia e dell'adolescenza, curata dall'artista Filippo Bisagni, con opere di Nathalie du Pasquier, Franz West, Marco Zanini, Raul de Nieves, Ettore Sottsass e altri (5.000-20.000 euro). “Abbiamo apprezzato il formato della fiera” ha commentato la gallerista Francesca Migliorati, “più a misura d'uomo e adatto per iniziare una conversazione con i collezionisti, e anche il dialogo tra arte e design. Anche dal punto di vista di mercato siamo soddisfatti. Avevamo opere di vari price range e abbiamo venduto alcuni oggetti”. Non tutte, però, hanno venduto e in generale hanno notato un pubblico più generico rispetto a quello a cui siamo abituati di solito dei collezionisti d'arte. La concomitanza con la fiera per l'arte Sommet, l'anno prossimo, potrebbe fare la differenza.
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