In edicola «Le otto montagne» di Cognetti
Da martedì. «Le otto montagne» di Paolo Cognetti è in edicola a € 12,90
di Gino Ruozzi
2' di lettura
Le otto montagne è il libro con cui Paolo Cognetti ha vinto il Premio Strega nel 2017, settant’anni dopo la prima edizione del 1947 vinta da Ennio Flaiano con Tempo di uccidere. Sono entrambi romanzi dell’«altrove»: per Flaiano era l’Africa della guerra coloniale, per Cognetti sono le montagne nella loro dimensione reale e insieme metafisica.
Cognetti racconta la storia in prima persona: il narratore è Pietro, nato nel 1973 da genitori veneti amanti della montagna (si sono sposati nel magnifico scenario delle Tre Cime di Lavaredo) trapiantati a Milano. Da una parte c’è la metropoli, espressione di una sofferente vita agra; dall’altra le possibilità di fuga e di ricerca in un mondo apparentemente incontaminato, con lo sguardo alzato verso il cielo e le cime ghiacciate dei monti. I protagonisti del romanzo sono tre: naturalmente Pietro, che si racconta dall’infanzia ai propri quarant’anni, il padre (Giovanni) e l’amico della vita (il montanaro Bruno). A lato ma sempre presente la madre, affettuosa figura di equilibrata continuità.
È un racconto di incontri e di scontri, di riconoscimenti identitari all’interno di un universo soprattutto maschile. Decisivo il rapporto con il padre, amato rifiutato di nuovo amato; e accanto l’abbraccio e duello con l’amico Bruno, proprio alter ego, la creatura della montagna.
L’orizzonte paesaggistico è quello del Monte Rosa osservato da angolazioni periferiche e antituristiche. La montagna è tanto affascinante quanto dura, oppressiva, minacciosa. I sogni si infrangono nella realtà, tuttavia non muoiono e trovano sempre nuova linfa per alimentarsi.
Romanzo della frontiera con escursioni anche sulle vette dell’Himalaya, Le otto montagne nasce dalla vita e dagli amati modelli letterari di scoperta e di rivolta, di avventura e di formazione, per lo più americani, alcuni dei quali indicati nel libro stesso: «Stevenson, Verne, Twain, London», l’«Hemingway» di Festa mobile, l’anarchico ecologista Murray Bookchin. Ai quali si possono aggiungere il fondativo Walden di Thoreau, Narciso e Boccadoro di Hesse, i libri di Rigoni Stern, Into the Wild di Krakauer.
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