STUDI LEGALI 2020 - famiglia e successioni

In fila per rivedere assegni di separazione e divorzio

Ai matrimonialisti arrivano già le richieste di una revisione per effetto della crisi economica legata al Covid. Prime sperimentazioni delle udienze in videoconferenza con i giudici ospitati negli uffici degli avvocati

di Valentina Maglione

3' di lettura

Nelle scorse settimane, gli avvocati che si occupano di diritto di famiglia hanno spesso continuato a frequentare i tribunali, di persona o “da remoto”, nonostante la sospensione delle udienze e dei termini causata dall’emergenza Covid-19. E ora sono chiamati a gestire le prime conseguenze dell’impatto del lockdown sulle vite delle famiglie divise: a partire dalle richieste di modificare le condizioni economiche stabilite al momento della separazione o del divorzio e che ora non sono più sostenibili.

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Il blocco delle udienze, operativo fino all’11 maggio, ha fatto salve alcune cause urgenti, tra cui quelle relative «ad alimenti o a obbligazioni alimentari derivanti da rapporti di famiglia»: una locuzione prevista dalle norme emergenziali e la cui portata è stata interpretata in modo diverso nei vari uffici giudiziari. Da martedì scorso, poi, la giustizia è entrata nella fase 2: l’attività non è tornata ai ritmi pre-Covid ma i tribunali hanno spesso allungato la lista delle cause urgenti legate alle crisi familiari da trattare.

Ma già nella fase 1, a Messina, come spiega Carlo Carrozza, senior partner dello Studio legale Carrozza con sede nel capoluogo siciliano, «diverse udienze, nei casi previsti dalle norme, si sono comunque tenute e sono state celebrate in tribunale, a distanza di sicurezza. Quello che è mancato, in questo periodo di lockdown, è stato soprattutto il contatto con i clienti, che, per gli avvocati che si occupano di crisi familiari, è fondamentale: chi si affida a noi viene spesso in studio, ha bisogno di comprendere cosa sta succedendo, di essere confortato. Ma, con i limiti agli spostamenti, abbiamo dovuto ridurre questi momenti di incontro di persona».

Concorda Giovanni Dionisio, socio dello Studio legale Dionisio, con sedi a Torino e Milano, che si occupa di diritto di famiglia, minorile e successorio: «In questo periodo emergenziale abbiamo interrotto provvisoriamente il contatto personale con il cliente, spesso imprescindibile, vista la materia. Cerchiamo di sopperire con la tecnologia: le videochiamate, soprattutto, danno la possibilità di vedersi, e questo rinfranca e infonde fiducia nei clienti. Sono molto intensi anche i contatti “da remoto” con i colleghi: veniamo da giorni in cui abbiamo sperimentato una grande collaborazione tra avvocati. Abbiamo risolto il 90% dei problemi in via stragiudiziale e transattiva, visto anche lo stop dei tribunali».

In questo periodo difficile «tra molti genitori si sono attenuate le piccole ostilità e raggiungere accordi condivisi è diventato più facile», osserva Lorenza Cracco, fondatrice di Crclex, con sede a Padova e a Milano: lo studio, nato come specializzato nel diritto di famiglia, ha allargato le sue competenze ai settori del digitale e delle imprese. «È anche successo - prosegue - che alcune vicende segnate da un forte conflitto si siano esasperate: abbiamo presentato istanze urgenti soprattutto per stabilire nuove regole per i periodi di permanenza dei figli con i genitori, anche a fronte di violenze sui minori». Cracco ha sperimentato «le udienze in collegamento video con il giudice e con una parte in studio da me e l’altra nello studio dell’altro legale. È stata un’esperienza positiva e il contraddittorio è stato adeguatamente tutelato».

Quanto al futuro prossimo della professione dell’avvocato di famiglia, per Cracco «cresceranno le istanze per modificare le condizioni economiche stabilite in sede di separazione o di divorzio. Molte persone in queste settimane di lockdown non hanno avuto entrate o hanno subito una considerevole riduzione dei loro redditi, tanto da non poter più rispettare gli obblighi presi in passato. In questi casi, l’avvocato dovrà contemperare i bisogni e gli interessi di entrambe le parti, fino al punto, se necessario, di valorizzare una contribuzione diretta, per far fronte alle esigenze dei figli».

Stanno già ricevendo «urgenti richieste di modifica delle condizioni economiche di separazione e di divorzio» Michele Sesta e Barbara Ruggini, partner dello Studio legale Sesta-Ruggini di Bologna. «È la conseguenza - osservano - dell’inevitabile crisi economica che ha travolto il nostro Paese. Ma per ora stiamo consigliando ai nostri clienti di attendere l’evoluzione: le modifiche degli assegni devono essere collegate a circostanze nuove, incluse la perdita del lavoro o la riduzione del reddito, che devono però essere stabili». E problemi stanno nascendo anche dalla chiusura delle scuole: «I figli - precisano gli avvocati - devono essere “gestiti” durante le mattinate e spesso anche in parte dei pomeriggi, durante i quali erano affidati all’istituto scolastico. Se entrambi i genitori lavorano e non hanno altri supporti familiari, la questione è stata a volte fonte di conflitto: è stato necessario adottare nuovi calendari di incontri o negoziare richieste economiche da parte del genitore che si occupa in prevalenza dei figli».

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