In filiale maggiore attenzione nella concessione di mutui
Dalle direzioni nessun diktat finora. Richieste ancora deboli
di Andrea Gennai
3' di lettura
Solo apparentemente è un paradosso: mai come in questo momento ci sono le condizioni favorevoli per accendere un mutuo casa, ma tra ferite da lockdown e mancata crescita del paese il settore faticherà a riprendersi. Questo il clima che si respira tra gli addetti nelle filiali, anche se nell’ultima settimana si registrano primi segnali di risveglio sul lato della domanda ma siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid.
Dopo oltre due mesi di lockdown e una prospettiva di calo del Pil italiano di oltre il 9% in Italia, cittadini e imprese provano a tornare lentamente alla normalità. Quello che emerge è che le stipule si stanno rimettendo in moto ma spesso sono richieste fatte prima del 10 marzo. In questi mesi le banche sono rimaste operative e le pratiche per le moratorie sono andate avanti ma l’iter per la concessione dei nuovi mutui coinvolge altri attori e ci sono stati gli inevitabili contraccolpi legati al lockdown. La crisi inizia a mordere, la platea dei lavoratori in cassa integrazione si è allargata e interi comparti (ad esempio tutte le attività legate al turismo) si sono bloccati. Da quanto si apprende dai quartier generali delle banche non sono arrivate direttive specifiche per escludere categorie dai nuovi mutui ma la soglia di attenzione si è alzata. C’è maggiore selettività anche se per le banche il business dei mutui resta strategico. Gli addetti nelle filiali in questo momento sono molto impegnati nella concessione dei prestiti garantiti e, spiega una fonte, gli istituti si stanno assumendo dei rischi nonostante la garanzia statale e per questo non vogliono aprire nuovi fronti, come fornire nuovi mutui a persone che non hanno sufficienti protezioni. Ad esempio per concedere un credito a un lavoratore stagionale nel settore turistico oggi il livello di attenzione è salito rispetto a un anno fa.
C’è poi un altro aspetto: i valori immobiliari, in un contesto di generale contrazione dell’economia, potrebbero flettere nei prossimi mesi e questa è una variabile non secondaria per l’industria dei mutui. In questo scenario è prevedibile che ci sarà un aumento al ricorso della polizze accessorie a protezione dei contratti. Infine, se fino a pochi mesi fa i mutui al 100% dell’immobile erano rari ora lo saranno ancora di più.
Detto questo, chi ha le disponibilità per fare operazioni immobiliari oggi trova condizioni molto favorevoli. «Dopo un aprile in ripresa - spiega Stefano Rossini, amministratore MutuiSupermarket.it - a maggio l’Eurirs è tornato a scendere e oggi per un mutuo a 20 anni da 140 mila euro (per un immobile che ne vale 220mila) si ottiene nel migliore dei casi uno 0,5% fisso contro lo 0,54% del variabile. Una situazione inedita con il fisso che costa meno. Le banche sono sempre in prima linea sul mercato dei mutui e i clienti possono godere delle condizioni più vantaggiose. Il tasso di default in Italia è ai minimi all’1,2%, secondo gli ultimi dati del settembre 2019, e quindi la disponibilità a fare credito resta. Oggi assistiamo a una ripresa della domanda che è legata soprattutto a quanto era rimasto in sospeso nei mesi scorsi».
Nonostante le maggiori tensioni intorno all’Italia, le condizioni applicate dalle banche non sono mutate. «Non abbiamo notato - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it - un aumento degli spread o dei costi relativi alla pratiche anche in una fase di tensione come questa. I Taeg finali sono i migliori degli ultimi tre mesi. A maggio l’Eurirs a 20 anni è sceso ai minimi intorno allo 0,1% e su un mutuo ventennale i migliori tassi finali partono oramai tra lo 0,40% e lo 0,80%, una condizione molto favorevole che spinge i cittadini oramai quasi esclusivamente verso il fisso. Oggi l’attenzione sta tornando anche sulla componente acquisti mentre nei mesi precedenti era più concentrata sulla surroga».
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