In Finlandia il futuro sostenibile fa leva sull’arte contemporanea
Maggiore attenzione alle generazioni future, sostegno ai giovani artisti, arte performativa e interventi collettivi di arte pubblica per sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti del climate change
di Maria Adelaide Marchesoni
I punti chiave
4' di lettura
La riconversione di una cartiera in un museo d'arte contemporanea, la pratica dell'artista Nina Backman che attraverso performance collettive e concrete sensibilizza l'opinione pubblica sugli effetti del climate change, l'attenzione alla generazione futura con il sostegno ai giovanissimi artisti finlandesi con la terza edizione dell'esposizione triennale «Generation», sono solo alcune delle azioni che caratterizzano l'offerta artistica e culturale in diverse città della Finlandia, che a partire dal nuovo millennio ha fatto leva sull'arte contemporanea per un futuro più sostenibile. La sensibilizzazione agli effetti del climate change è affrontato con azioni semplici ma efficaci come «A Million Trees to Finland», parte del «Silence Project», un’iniziativa dell’artista attivista finlandese Nina Backman (vive e lavora a Berlino e si esprime attraverso progetti di arte pubblica) che considera la piantumazione di alberi una pratica artistica contemporanea e un’azione collettiva che unisce l’arte contemporanea all’attivismo per il clima, pratica ben diversa rispetto alle manifestazioni aggressive di alcuni attivisti che hanno preso di mira i capolavori museali.
L’installazione «The Miniforest - Minimetsä» combina la piantumazione di alberi, selezionati localmente per adattarsi al clima specifico, la conoscenza delle piante e l'arte. La prima «Miniforest» è stata realizzata insieme alla Porvoo Art Factory in Finlandia nel luglio 2021, altre «Miniforest» sono in fase di sviluppo in Italia, Norvegia, Brasile e ovviamente in Finlandia, come il progetto in corso a Mänttä-Vilppula, cittadina ad un'ora di auto a nord-est di Tampere che vanta un passato legato all'industria forestale ed essere stata, a partire dagli anni Sessanta, un importante centro per la produzione della carta. In seguito, con il declino della cartiera e il flusso migratorio verso i centri più grandi, Mänttä ha cercato di reinventarsi attraverso l’arte.
In una ex fabbrica riconvertita, Pekilo, ospita oggi il Mänttä Art Festival. Il festival è stato lanciato nel 1993 ed è ora un appuntamento annuale durante l’estate. L’edizione di quest'anno (dall'11 giugno al 31 agosto) intitolata «Out of Nowhere», curata da Minna Suoniemi e Petri Ala-Maunus, presenta il lavoro di 36 artisti e collettivi per un totale di 44 partecipanti in gran parte emergenti che hanno utilizzato per le loro opere materiali come il legno, la pietra o l’acqua, per esplorare il nostro rapporto con la natura.
Dai profitti della cartiera nasce una fondazione per l’arte
Dalla chiusura della ex cartiera Serlachius sono stati realizzati due musei che hanno trasformato Mänttä in una città focalizzata sull'arte. Come spesso accade, tutto parte dalla passione di un visionario, in questo caso Gustaf Adolf Serlachius, collezionista di artisti finlandesi come Akseli Gallen-Kallela (1865-1931) e mecenate d'arte, ma sarà il nipote, proprietario della cartiera Gösta Serlachius ad istituire nel 1933 la Gösta Serlachius Fine Arts Foundation che oggi gestisce i Musei Serlachius che possono contare annualmente su discrete risorse economiche (il budget annuale secondo indiscrezioni è di circa a 450 mila euro).
Il Serlachius Museum Gustaf presenta la storia dell’industria cartaria e dell’arte finlandese, mentre il Serlachius Museum Gösta espone opere del Finland's Golden Age, di arte contemporanea finlandese e straniera. Tra le acquisizioni più recenti effettuata dalla Gösta Serlachius Fine Arts Foundation vi è l’opera di Anselm Kiefer «Väinämöinen Ilmarinen», 2018.
In tema di sostenibilità ambientale, i musei Serlachius hanno ottenuto la certificazione ISO 14001 e il marchio Sustainable Travel Finland da Visit Finland. Nel 2014 è stato inaugurato l'ampliamento del museo con un investimento di 19,5 milioni di euro realizzato dagli architetti MX_SI di Barcellona. Oltre alla collezione periodicamente sono allestite mostre temporanee e fino all'8 ottobre è possibile vedere «HAZE», esposizione dedicata a Lorna Simpson, realizzata in collaborazione con il Kunstmuseum Thun, curata da Laura Kuurne, che segna il debutto dell'artista americana nei paesi nordici.
Amos Rex e i giovani talenti
Si tratta di un debutto anche per i protagonisti della mostra «Generation 2023» all’Amos Rex di Helsinki, terza edizione della triennale Generation (fino al 20 agosto) che comprende più di 50 giovani artisti scelti tra un pool di 1.004 proposte e rappresenta una delle iniziative più audaci del museo.
In Finlandia le mostre di giovani artisti sono comuni, ma ciò che distingue «Generation 2023» è che gli artisti sono decisamente molto giovani e hanno un'età compresa tra 15 e 23 anni. La realizzazione della mostra ha comportato un forte ruolo pedagogico in quanto è importante garantire che gli artisti comprendano il processo di realizzazione della mostra e di presentazione delle loro opere. Per molti di loro questa è la prima opportunità di mostrare la loro pratica al grande pubblico. Nelle opere, gli artisti della «Generation 2023» cercano nuovi modi per affrontare le questioni più urgenti del nostro tempo.
Molti puntano i riflettori sullo stato della natura, sulla sua coesistenza con l’uomo e sul nostro modo di vivere in città. Altri temi sono legati alle questioni dell’identità culturale e di genere, le reazioni alla pandemia di Covid-19, la memoria, la salute mentale e la messa in discussione di norme consolidate relative all’aspetto e all’abbigliamento.
A sostenere il progetto è la Föreningen Konstsamfundet, un'associazione fondata nel 1940 da Amos Anderson, uomo d’affari e mecenate culturale che sostiene l'arte e la cultura in Finlandia e tra le attività principali la gestione del museo Amos Anderson, che nel 2018 ha riaperto come museo d’arte con il nome Amos Rex in un nuovo edificio nel centro di Helsinki. L’associazione Konstsamfundet concede sovvenzioni e sussidi per un totale di circa 12 milioni di euro al museo d’arte Amos Rex e a KSF Media.
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