ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl caso d’oltralpe

In Francia più figli per donna: la spinta da premi e welfare

Il record con 183 figli per cento donne nel 2021: diverse analisi sottolineano il ruolo delle politiche della natalità. Il quoziente familiare aiuta i nuclei più numerosi, bonus per le neomamme e anche per la baby sitter

di Riccardo Sorrentino

(ANSA)

2' di lettura

È un record, indubbiamente. Con 183 figli per cento donne nel 2021 (180 nel 2022), la Francia è il Paese con una maggiore fecondità in tutta Europa. Anche contestualizzando i dati, il primato regge. La Francia è molto più grande dell’esagono che disegna in Europa: fatto che diventa chiaro se si pensa che confine del Paese più lungo è quello con il Brasile... e infatti il tasso di fecondità della sola Francia metropolitana è pari a 180 (176 nel 2022).

È vero però che nel 2014, sulla base dei dati Insee, c’erano 200 figli per cento donne. L’apporto degli immigrati, per di più non è decisivo. Secondo uno studio dell’Institut national d’études démographiques, il loro contributo alla fecondità si riduce a dieci nati su cento donne. La seconda generazione, inoltre, si allinea alla fecondità media.

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Contano le misure di sostegno? Sì, sono diverse le analisi che sottolineano il ruolo delle politiche della natalità, che hanno sempre trovato grande consenso, e fin dal XIX secolo. Le misure ancora oggi in vigore, varate dal governo Raffarin nel 2004 hanno contribuito al balzo del 2005 e 2006 mantenuto per qualche anno.

La riforma Raffarin ha introdotto un Premio alla nascita (e un Premio all’adozione), pagato al settimo mese di gravidanza a tutte le donne residenti: 1003,97 euro netti dal 1° aprile 2022 (2007,95 euro per l’adozione). Viene inoltre pagata un’Allocazione di base, ogni mese per 36 mesi, in relazione al reddito. Arriva a un massimo di 182,01 euro. È poi prevista una Prestazione condivisa per l’istruzione del bambino per i genitori che riducano o rinuncino all’attività lavorativa: il massimo è di 422,21 euro al mese in caso di cessazione totale; in alternativa esiste un Complemento di libera scelta dell’assistenza al bambini (per le spese di baby sitting o di asilo), che per alcune categorie di persone può raggiungere i 498,33 euro il primo mese (in calo nei successivi). Molte misure sono state ridimensionate nel 2017, in un momento di flessione della fecondità.

Tutto il welfare state francese è in realtà orientato a sostenere la fecondità: alcune mutue previdenziali, obbligatorie, prevedono ulteriori versamenti (per i genitori pensionati, per l’abitazione, per il rientro a scuola...), alcune delle quali previste dal secondo figlio in poi; e le regole sull’imposte sul reddito introducono deduzioni sui figli.

Il quoziente familiare non è invece un aiuto alle famiglie - è un sistema di equità familiare orizzontale - ma quantomeno elimina ostacoli alla loro crescita: il reddito viene diviso per il numero dei componenti (i figli valgono metà) e su questo dato si calcola l’imposta.

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Un sistema generoso, dunque, ma non tutto ha funzionato a dovere. Nel pieno delle proteste dei Gilets Jaunes, quando si è fatto un esame dei reali disagi dei francesi, una categoria è emersa prepotentemente, oltre ad alcuni pensionati: le donne singole con un figlio, che con maggior difficoltà di altre categorie giungevano a fine mese.

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