In Italia più di 20mila minori stranieri soli. Accoglienza in difficoltà
Presenze triplicate dal 2020: carenti i posti «Sai», mancano i centri di prima accoglienza. Da gennaio 100 euro al giorno di contributo ai Comuni
di Bianca Lucia Mazzei e Valentina Melis
4' di lettura
I minori stranieri non accompagnati in Italia sono 20.032, un numero quasi triplicato rispetto ai 7.080 del 2020, che sta mettendo in difficoltà il sistema dell’accoglienza.
Solo in parte l’aumento è dovuto ai 5mila minori ucraini entrati in Italia dopo l’invasione russa del 24 febbraio e che sono quasi sempre ospitati da parenti e amici. Il fenomeno è molto più ampio. Anche escludendo gli ucraini, i ragazzi stranieri arrivati senza i genitori sono infatti aumentati del 22% rispetto a dicembre 2021 e sono raddoppiati rispetto a dicembre 2020. Ben 4.756 sono arrivati fra luglio e novembre 2022: il forte aumento è legato anche alla crisi economica che ha investito l’Egitto e la Tunisia, da cui arriva il maggior numero di ragazzi. Una situazione delicata, perché si tratta di minorenni soli che corrono il rischio di essere reclutati dalla malavita o diventare vittime di violenza.
Dai rapporti del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali emerge che l’aumento degli ultimi mesi ha avuto un impatto soprattutto su alcune regioni come la Sicilia, salita dai 2.742 minori accolti al 30 giugno 2022 ai 4.021 al 30 novembre o la Calabria, dove i numeri sono più che raddoppiati (da 1.024 a 2.351).
Le risorse
Sia per far fronte all’aumento degli arrivi, sia per l’incremento dei costi causato dal caro energia, il ministero dell’Interno ha stabilito che dal 1° gennaio 2023 il contributo riconosciuto ai Comuni per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati salga fino a 100 euro ciascuno, al giorno. Il Viminale ha risposto così alle richieste degli amministratori locali, in difficoltà anche nel reperire i posti necessari. Il contributo, peraltro, era già salito a luglio da 45 a 60 euro per minore (circolare 16153 del 19 maggio 2022). Il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ha a disposizione 138 milioni per il 2022, 118 milioni per il 2023 e 166 per il 2024. Per i minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina, il Dl 21/2022 ha poi aumentato di 58,6 milioni la dotazione del Fondo per le emergenze nazionali.
La carenza dei posti
Le criticità non riguardano solo i fondi, ma anche le strutture disponibili, in particolar modo quelle per la prima accoglienza. I centri governativi previsti dal Dlgs 142/2015 – dove oltre ad accertare l’età del minore, viene esaminata la sua situazione psicofisica – non sono mai decollati: al 30 giugno scorso erano attivi solo sei progetti finanziati dal Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione), cinque in Sicilia e uno in Molise, per 275 posti. Peraltro, queste strutture sono state prorogate solo fino al 31 dicembre scorso. Il 4 agosto 2022 il ministero dell’Interno ha emesso un bando per attivare mille posti su base regionale, da finanziare sempre con risorse Fami. La valutazione dei progetti è in corso.
Ma è in difficoltà anche la seconda fase dell’accoglienza e cioè il sistema Sai gestito dai Comuni su base volontaria (solo una minoranza vi aderisce): i 6.347 posti disponibili sono infatti largamente insufficienti rispetto al numero dei minori stranieri presenti. «La situazione è esplosiva: la prima accoglienza deve essere gestita dallo Stato e non ricadere sulle spalle dei sindaci», dice Matteo Biffoni, sindaco di Prato e responsabile per l’immigrazione dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. «L’aumento a 100 euro del contributo giornaliero – continua – è positivo, ma non basta. Il minore deve essere trasferito nei Sai solo in un secondo momento: ora i Comuni stanno sopperendo alle carenze statali».
Prima di Natale una delegazione dell’Anci ha incontrato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Abbiamo chiesto la realizzazione di un centro di prima accoglienza in ogni Regione (due nelle più grandi) e l’aumento di 4mila posti Sai», continua Biffoni. Dal Viminale fanno sapere che l’aumento dei centri di prima accoglienza è un’ipotesi allo studio che entrerà nelle priorità del nuovo capo dipartimento. «Il sistema è saturo –dichiara Lamberto Bertolé, assessore al Welfare del Comune di Milano– . A volte dobbiamo spostare i minori in altri Comuni. A Milano abbiamo in carico quasi 1.200 ragazzi e con questi numeri non riusciamo a garantire percorsi di qualità».
A Palermo i posti disponibili nel sistema Sai per i minori stranieri non accompagnati sono 200, dei quali 162 occupati. «Negli ultimi sei mesi – spiega l’assessora Antonella Tirrito, con delega alle Politiche migratorie – la richiesta di posti per le ragazze è triplicata. Ma il sistema dell’accoglienza è rodato e sta funzionando».
I tutor volontari
Previsti dalla legge 47/2017, i tutor volontari si occupano dei minori stranieri arrivati in Italia senza adulti di riferimento, ne seguono l’educazione, l’inserimento e vigilano sull’accoglienza. A oggi, sono circa 3.500. «Il numero dei tutor è simile a quello dello scorso anno: erano già pochi , ma con l’incremento dei minori la criticità è aumentata», spiega Carla Garlatti, presidente dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Anche perché - continua - i tutor non sono distribuiti in modo omogeneo sul territorio».
Seppure in ritardo, rispetto alla legge del 2017, con il decreto del ministero dell’Interno dell’8 agosto 2022, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 19 settembre, sono state definite le modalità dei rimborsi spese per i tutor volontari, per le aziende che concedono permessi di lavoro (massimo 60 ore) e per l’indennità che spetta quando la tutela è particolarmente complessa e onerosa.
I ragazzi ucraini
Un quarto dei minori stranieri non accompagnati sono ucraini: la loro situazione però è particolare. Sono stati dichiarati minori non accompagnati perché entrati in Italia senza un adulto con la potestà genitoriale ma per l’84,5% sono affidati ai parenti o alle persone con le quali sono arrivati. L’età è più bassa rispetto agli altri minori stranieri e la presenza femminile è del 50% (mentre gli altri minori non accompagnati sono maschi al 97%).
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