PROPRIETÀ INTELLETTUALE & occupazione

In Italia, un posto su 3 grazie a marchi, brevetti e copyright

Secondo uno studio dell’Ufficio europeo brevetti e dell’Agenzia per la proprietà intellettuale, in Italia, un posto di lavoro su 3 (circa 7 milioni) si trova nelle industrie che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti, contribuendo alla metà del Pil italiano. Siamo sopra la media Ue.

di Laura Cavestri

2' di lettura

In Italia, un posto di lavoro su 3 (circa 7 milioni) si trova nelle industrie che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti. Aziende che contribuiscono, da sole, alla metà del Pil italiano, ovvero a 774 miliardi di euro. Dati in linea, se non migliorlil rispetto al trend dell’Unione europea.
Sono i risultati della relazione congiunta che sarà presentata oggi dall'Ufficio europeo dei brevetti (Epo) e dall’Agenzia Ue per la tutela dei marchi e della proprietà intellettuale (Euipo), che analizza l’impatto dei settori industriali che più impiegano marchi, brevetti, modelli e disegni industriali, diritti d’autore e Indicazioni di origine (Igp) sull’economia della Ue tra il 2014 e il 2016.

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Contributo delle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale (dpi) all’occupazione in italia rispetto all’Ue. Dati estratti dalla relazione sulle industrie ad alta intensità di DPI e risultati economici nell'Unione europea, settembre 2019. (Fonte: Euipo)

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Periodo in cui l’occupazione nelle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale in tutta Europa è cresciuta di 1,3 milioni di posti di lavoro rispetto al periodo 2011-2013, mentre l’occupazione totale nei 28 Stati membri dell’Ue è leggermente diminuita. Il valore aggiunto per dipendente in queste industrie è superiore a quello del resto dell’economia. Di conseguenza, le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale corrispondono ai propri dipendenti retribuzioni notevolmente più elevate rispetto ad altre industrie, con un premio salariale pari a in media al 47% e rappresentano, inoltre, la quota maggiore degli scambi di merci e servizi tra la Ue e il resto del mondo (81%).

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Pil. Dati estratti dalla relazione sulle industrie ad alta intensità di DPI e risultati economici nell'Unione europea, settembre 2019. (Fonte: Euipo)

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Il quadro italiano
Tra le industrie ad alto valore aggiunto che contribuiscono a quasi meta del Pil nazionale e a occupare 7 milioni di persone, la parte del leone la fanno le aziende che usano più intensamente disegni e modelli e che generano 3,79 milioni di posti di lavoro e 279 miliardi di Pil “Made in Italy”.
«Da questo punto di vista – ha spiegato Andrea Di Carlo, portavoce Euipo – sono soprattutto i marchi e i disegni industriali, cioè il design, che pongono l’Italia in una posizione preminente. Non solo appannaggio delle grandi aziende ma anche di molte medio-piccole».

Le tecnologie contro il climate change
Infine, le tecnologie emergenti per l’attenuazione dei cambiamenti climatici, sempre tra 2014 e 2016, nei settori ad alta intensità di brevetti, hanno contribuito al 2,5 % dell’occupazione e al 4,7 % del Pil della Ue.

Le reazioni
«Le industrie che utilizzano intensamente diritti di proprietà intellettuale – ha spiegato Christian Archambeau, direttore esecutivo di Euipo – svolgono un ruolo cruciale nell'accrescere la prosperità dell'UE e nel garantirne il futuro economico. Sono più resilienti di fronte alla crisi economica e più innovative. La nostra sfida consiste nel far sì che tutte le imprese e tutti gli imprenditori possano proteggere i loro titoli di proprietà, in particolare nel settore delle Pmi».
«Queste industrie rispecchiano la forza dell’economia basata sulla conoscenza in Europa – ha concluso Antonio Campinos, il presidente di Epo –. Le imprese di questi settori spesso depositano serie di diritti di proprietà intellettuale per proteggere le proprie attività intellettuali. Questa strategia crea prodotti e servizi ad alto valore aggiunto, contribuendo in tal modo a garantire la competitività a lungo termine dell’Europa».

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