Dal Cdm via libera al nuovo decreto sicurezza. In manovra incentivi al lavoro e spinta agli investimenti. Nuovo fisco nel 2022
I principali obiettivi della politica di bilancio per il prossimo triennio sono indicati nella bozza della Nota di aggiornamento al Def (Nadef) approvata dal Consiglio dei ministri. La riforma fiscale si finanzierà strutturalmente con il contrasto all'evasione fiscale e con una riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale. Sicurezza, ok a nuovo testo che riscrive i decreti Salvini
di Andrea Gagliardi
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La riforma complessiva del fisco scatterà dal 2022. Nel frattempo il governo con la prossima legge di Bilancio spingerà gli investimenti e varerà nuovi incentivi per l'occupazione, ponendo le basi per un rimbalzo del Pil fino a +6% grazie anche al Piano di ripresa e resilienza che sarà presentato a Bruxelles non appena il Recovery plan sarà operativo. È un programma ambizioso ma sempre “prudente” quello che disegna il governo nella Nota di aggiornamento al Def, che scommette sulla capacità di tenere sotto controllo la pandemia. Sulle stime pesa infatti il rischio di una recrudescenza del Covid: se si dovesse realizzare lo “scenario avverso” di un'impennata dei contagi e ospedali di nuovo pieni l'esecutivo esclude un nuovo lockdown ma resterebbe il rischio di nuove “chiusure selettive” che rallenterebbero la ripresa e inchioderebbero il Pil al -10,5%, contro il -9% previsto al momento e appena a +1,8% il prossimo anno.
Dl sicurezza, via libera in Cdm al nuovo decreto
Il consiglio dei ministri ha anche approvato il Dl in materia di “immigrazione, protezione internazionale e complementare” che modifica e supera i decreti sicurezza di Salvini. Passano così, come da accordo di maggioranza raggiunto a luglio, le norme che superano le multe milionarie alle ong e riformano il sistema dell'accoglienza con il ritorno al meccanismo della protezione umanitaria con un allargamento delle maglie della protezione speciale, tempi più brevi per ottenere la cittadinanza italiana, il ripristino della possibilità di svolgere lavori di utilità sociale. Con in più due norme per inasprire il Daspo dai locali e le pene per i violenti e gli spacciatori, che arriva dopo l'uccisione del giovane Willy Monteiro. Per le ong che violino il divieto di navigazione spariscono le multe fino a un milione, si scende da 10mila a 50mila euro, e vengono fatte salve le operazioni di soccorso “tempestivamente comunicate” ma c'è il carcere fino a 2 anni per gli attivisti in mare che non si coordinano con le autorità marittime dei Paesi di bandiera e di quelli che operano i soccorsi. Tra le novità, anche il ripristino della possibilità - per i richiedenti di protezione internazionale - di iscriversi all'anagrafe comunale e di convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro
Giù tasse ceti medi e assegno universale figli
Uno dei principali obiettivi della politica di bilancio per il prossimo triennio indicata nella bozza della Nota di aggiornamento al Def (Nadef) è «attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli». Si ribadisce che «il Governo intende attuare» la riforma fiscale complessiva «sulla base di una Legge delega che sarà parte integrante del Programma di Ripresa e Resilienza (PNRR)» e dei relativi obiettivi intermedi». «È possibile che per il prossimo anno, ha ribadito in tv il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, si possa anticipare un altro modulo della riforma» - e l'ipotesi che resta più quotata resta appunto quella dell'assegno unico per i figli con una dote aggiuntiva di 6 miliardi in manovra - ma «una riforma complessiva, organica richiede tempo, presenteremo un disegno di legge delega e il nostro obiettivo è che sia completa, operativa, pronta per gennaio 2022».
Il ruolo dei fondi europei
Lo scenario programmatico è stato costruito infatti alla luce dell'importante novità costituita dal Recovery Plan europeo, denominato Next Generation EU (NGEU), un pacchetto di strumenti per il rilancio e la resilienza delle economie dell'Unione Europea che sarà dotato di 750 miliardi di risorse nel periodo 2021-2026. Il governo punta tutto su manovra e «pieno utilizzo» del nuovo schema di aiuti del Next Generation Eu, che consentirà di «incrementare gli investimenti pubblici in misura inedita e aumentare le risorse per la ricerca, la formazione, la digitalizzazione e la riconversione dell'economia in chiave di sostenibilità ambientale», dando una spinta al Pil di 0,3 punti già a partire dal 2021, che combinata al +0,6 di effetti della manovra aiuterà la crescita per quasi un punto percentuale, portandola dal 5,1% tendenziale al 6%. L'esecutivo resta fiducioso, ha detto il ministro Gualtieri, che il nuovo programma di aiuti europeo sarà «operativo a inizio 2021» e già nella Nadef prevede «l'utilizzo pieno delle sovvenzioni (grants)» che insieme all'extradeficit da 1,3 punti percentuali (circa 22 miliardi) dovrebbe finanziare una manovra da circa 40 miliardi.
Nuovo fisco con revisione detrazioni-tasse ambiente
Nel documento il governo scrive però nero su bianco quello che il titolare di via XX Settembre va dicendo da settimane, e cioè che i fondi europei non si potranno utilizzare per finanziare il taglio delle tasse ma potranno servire per «far entrare a regime la riforma fiscale». Per il nuovo fisco serviranno invece coperture “strutturali” che arriveranno dal «contrasto all'evasione fiscale e con una riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale». «I fondi del NGEU - si legge nella bozza della Nadef - consentiranno spazi fiscali per far entrare a regime la riforma fiscale con la quale il Governo si è impegnato a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, soprattutto per i redditi medi e medio-bassi. La riforma fiscale si finanzierà strutturalmente con il contrasto all'evasione fiscale e con una riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale».
In manovra sostegno lavoratori settori più colpiti
Tra i capitoli “principali” della manovra ci saranno «significative risorse per il sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori, segnatamente nei settori più impattati dall'emergenza Covid-19 e con particolare riferimento al primo anno di programmazione, il 2021». Con la manovra si troveranno le coperture per rendere strutturale “il taglio del cuneo fiscale” anche per i redditi tra 28mila e 40mila euro e sarà esteso lo sconto del 30% dei contributi per i dipendenti del Mezzogiorno che al momento è finanziato solo fino a fine anno. Altro tassello fondamentale quello di “nuovi incentivi all'occupazione, per rianimare il mercato del lavoro dopo lo choc del Covid. Per il sostegno al reddito dei lavoratori dei settori più colpiti ci saranno «significative risorse», in particolare nel 2021, con probabile proroga della Cig di emergenza.
Incentivi lavoro e spinta investimenti
La manovra prevede, inoltre, «il finanziamento delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente per circa due decimi di punto di PIL, tra cui missioni di pace, rifinanziamento di taluni fondi di investimento, fondo crisi di impresa, ecc., e il rinnovo di alcune politiche in scadenza». Il governo, si legge nella Nadef, «intende adottare nuove politiche di sostegno agli investimenti pubblici e di incentivo all'occupazione, nonché un piano di riforme strutturali che costituiscono parte integrante del Recovery e Resilience Plan (RRP) - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in italiano - che sarà sottoposto al vaglio del Parlamento italiano e delle istituzioni europee».
Per manovra spending e cashless anti-evasione
Le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra di bilancio per il 2021 saranno assicurate da «rimodulazione di alcuni fondi di investimento e l'avvio di un programma di revisione e riqualificazione della spesa della PA; la revisione di alcuni sussidi dannosi dal punto di vista ambientale; incrementi di gettito derivanti dal miglioramento della compliance, correlati anche all'incentivazione all'utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento».
Nel 2021 rimbalzo Pil, deficit scende al 7%
Quanto al Pil, nello scenario programmatico, arretrerà quest'anno del 9% per poi rimbalzare (parzialmente) nel 2021 con una crescita del 6%. Con le misure adottate nel Cura Italia prima e nel decreto Rilancio e decreto Agosto poi, per un totale di 100 miliardi il deficit balzerà al 10,8% del Pil nel 2020 (dall'1,6% del 2019) e si attesterà al 7% l'anno successivo, calando ulteriormente nel 2022 ed arrivando nel 2023 alla soglia del 3%. Nel 2020, il rapporto debito/Pil salirà invece di circa 23,4 punti percentuali su base annua, passando dal 134,6% al 158%, scendendo gradualmente negli anni successivi: al 155,6% nel 2021, 153,4% nel 2022 e al 151,5% nel 2023. L'aumento del rapporto debito pubblico su Pil nel 2020 è sospinto da diversi fattori a partire dalle «misure urgenti approvate dal Governo per fronteggiare l'emergenza sanitaria del coronavirus che hanno determinato un impatto di circa 100 miliardi sull'indebitamento netto (e di quasi 118 miliardi sul fabbisogno)».
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