In sette città italiane su dieci la casa perde valore nel decennio
Secondo un’analisi di Tecnocasa solo Milano, Bologna e Firenze guadagnano terreno. Il capoluogo lombardo si rivaluta del 28,1%, meno del 3% annuo
di Evelina Marchesini
I punti chiave
2' di lettura
Il mattone in dieci anni si è rivalutato ma le performance sono modeste. Il picco del 2006 era già passato da un pezzo e i valori nel 2012 si erano già molto ridimensionati, ma nonostante questo la rivalutazione di lungo periodo degli immobili nelle grandi città italiane non brilla. Anzi in molti casi il bilancio è addirittura negativo.
L'Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato e messo a confronto l'andamento dei prezzi delle abitazioni nelle grandi città italiane tra il 2012 e il 2022. Tecnocasa ha analizzato le performance degli immobili in dieci città, a Bari, Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona. La realtà è che, posto uguale a 100 l'indice nel 2012, in ben sette città su dieci lo stesso indicatore si trova al di sotto di tale soglia.
Milano in testa
Solo tre città delle dieci esaminate superano infatti la prova dei dieci anni. In particolare Milano guadagna il 28,1%, unica città del panorama italiano con questo andamento. Il capoluogo lombardo tocca il suo minimo nel 2016 quando perde il 13,6% e il 2016 è l'anno in cui i prezzi si stabilizzano. L'anno successivo riparte la crescita che neanche la pandemia ha fermato finora. Tuttavia il 28,1% in dieci anni, con un conteggio molto basico, significa non arrivare a una performance del 3% annuo.
A tallonare Milano c'è Bologna, l'altro capoluogo che negli ultimi anni ha registrato una corsa al rialzo. Infatti, il picco minimo si raggiunge nel 2015 (80,2) dopo i prezzi crescono con un tasso di oltre il 10% nel 2018, anno record per il capoluogo emiliano, con un mercato trascinato soprattutto da acquisti per investimento. Nell'arco temporale considerato le case di Bologna guadagnano il 15,5%.
Al terzo posto di questo ipotetico podio immobiliare si piazza Firenze i cui immobili in 10 anni restano sostanzialmente stabili dopo il minimo registrato nel 2014 e nel 2015.
Sette città a passo di gambero
Nelle altre metropoli le case, negli anni analizzati, perdono valore. Quella che ha sofferto di più è Genova che ha visto il suo patrimonio immobiliare diminuire del 49,1% soprattutto a causa della vetustà degli immobili, a seguire Torino che perde il 26% dopo aver toccato il minimo nel 2020, l'anno della pandemia, con -29,7%. Nello stesso anno toccano il valore minimo anche gli immobili di Roma che dal 2012 perdono il 24,6% e quelli di Palermo che riducono il loro valore del 21,4%.
Tutte e tre le città rivedranno crescere i prezzi nel primo semestre del 2021.
Verona tocca il suo minimo nel 2015 quando le case valevano il 18% in meno rispetto al 2012. L'anno successivo, nel 2016, i prezzi riprendono a crescere garantendo alla città un ottimo recupero che le consente in dieci anni di minimizzare le perdite che si fermano al -3,7%.
Guardando al Sud è Bari la città che perde meno valore: -13,4% con un recupero importante negli ultimi anni in seguito al forte richiamo turistico del centro storico della città. Il 2022 segna l'apice della crescita dei valori: +6,9%. Discorso molto simile per Napoli che dopo il minimo toccato nel 2016 in seguito a un abbattimento del valore del 14,9%, riesce a recuperare poi il 5,2% grazie anche qui agli investimenti turistici.
Brand connect
Newsletter RealEstate+
La newsletter premium dedicata al mondo del mercato immobiliare con inchieste esclusive, notizie, analisi ed approfondimenti
Abbonati
loading...