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«Quello che manca in Sicilia è una cultura finanziaria». È tutta in questa frase se vogliamo l’analisi del limite del sistema imprenditoriale dell’isola sul fronte dei rapporti con fondi di investimento e venture capital. Lo dice, nel corso del “ Pitch, Match, Deal” (format che associa imprese, startup e Pmi con potenziali advisor e investitori), Armando Maria Palma, presidente di Arcadia Holding, che investe in startup in fase pre seed e seed e le supporta nelle prime fasi di vita affiancandole sia attraverso consulenza strategica che attraverso capitali necessari.
Arcadia Holding opera a Catania all’interno di Isola, l’hub che promuove e supporta la nascita e la crescita di progetti d’impresa, start up e Pmi innovative. «Obiettivo più generale del nostro format, che è quello di portare cultura finanziaria e imprenditoriale in un territorio come il nostro che è da questo punto di vista un po’ più debole rispetto al resto d’Italia» dice Armando.
Tornato in Sicilia dopo aver fatto una buona esperienza al Nord (è stato qualche anno in Price waterhouseCoopers), Armando ha messo al primo posto l’idea di «dare una mano, facendo valere l’esperienza maturata» al sistema siciliano partendo proprio dall’esperienza fatta in Lombardia: «Il punto è che lì vengono fatte tantissime operazioni straordinarie mentre qui sono ancora molto poche. Anche se nell’ultimo anno ho visto una grande crescita della Sicilia e soprattutto una crescita di interesse da parte dei fondi di investimento. Solo per fare un esempio: le tre più grandi realtà imprenditoriali di Bronte, terra del pistacchio, sono state oggetto di operazioni straordinarie con l’intervento di fondi di investimento». Un interesse che, spiega Armando, può anche creare opportunità di lavoro per i ragazzi siciliani: «la semina tra i ragazzi è importante – spiega – i quali spesso, molto spesso, non conoscono le Big four (Pwc, Ey, Deloitte e Kpmg ndr) che pure potrebbe essere molto appetibile per trovare lavoro, ovviamente con una formazione specifica».
Ma la strada da fare resta ancora parecchia soprattutto sul fronte dell’innovazione, delle aziende innovative e soprattutto delle start up: «La questione è rilevante: non esistono in Sicilia start up che siano veramente appetibili per i fondi di investimento o i venture capital. Imprese che hanno un certo grado di maturità sono veramente introvabili. Anzi diciamola così: faccio fatica a trovarne» spiega ancora Armando. La questione è complessa ma spiega in qualche modo il perché di alcuni numeri che circolano tra gli addetti ai lavori. Nel corso dell’ultimo “Pitch, Match, Deal” sono stati mostrati i numeri degli investimenti fatti al Sud dal Fondo Italia Venture di Cassa depositi e prestiti che al 31 agosto di quest’anno ha già impegnato fondi per 77,7 milioni (58,9 milioni per investimenti diretti e 18,8 milioni per investimenti indiretti) : in Sicilia gli investimenti fatti sono 6 così come la Calabra, in Basilicata uno, in Sardegna sette mentre in Puglia sono 15 e in campania addirittura 22. «Purtroppo – dice Armando – non esistono ragazzi che hanno conoscenza del percorso. E dobbiamo concludere con amarezza che i fondi di venture capital non guardano al Sud perché qui non c’è nulla di interessante». C’è da lavorare e parecchio. Ed è quello che si propone, tra tante altre cose, Isola il cui fondatore è Antonio Perdichizzi che ne è anche il presidente. Tra le prossime iniziative di Isola, a dicembre sarà lanciata una coalizione sul tema dell’imprenditorialità, innovazione e start up a cui parteciperanno i Fondi, grandi aziende ma soprattutto gli attori locali, per stare insieme e provare «a ricostruire un ecosistema per l’innovazione che oggi oggettivamente manca».
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