In vacanza un italiano su due e 5 milioni sceglieranno la formula open air
Secondo uno studio realizzato da Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company, la netta maggioranza sceglierà di restare nel Belpaese
di Enrico Netti
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Buone notizie sul fronte del turismo con la stagione 2022 che sembra promettere il ritorno ai livelli 2019. Nelle prossime settimane un italiano su due, circa 25 milioni di persone, andrà in vacanza e, di questi, il 20% sceglierà una vacanza open air, in un resort, un villaggio turistico, in un agriturismo o un campeggio. In particolare chi opta per la vacanza outdoor soggiornerà per un numero maggiore di giorni magari prenotando last minute. È quanto emerge da uno studio sul turismo outdoor realizzato da Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company, la più importante società a capitale italiano nel segmento open air, in collaborazione con Istituto Piepoli. La formula open air a quanto pare piace sempre di più sia per il contatto con la natura e l’incremento dei servizi di qualità e ogni tipo comfort sull’onda del glamping. Le piazzole per le tende cedono il posto alle case mobili che offrono spazi e sistemazione al livello di un residence o di una struttura extra alberghiera con doppi bagni, cucina completa di tutto, due camere da letto e spazio in abbondanza. Così le vacanze all’aria aperta sembrano essere il must post-covid per gli italiani: due su tre, infatti, ammettono che dall’inizio della pandemia la loro propensione a svolgere all’aperto le proprie vacanze è cresciuta.
E un quarto dei turisti outdoor prevede di concedersi una vacanza più lunga che per quasi tutti sarà in Italia. La Penisola è la destinazione favorita dei turisti outdoor con l’88% delle preferenze (+3%). Sul podio delle regioni preferite la Puglia (18%) consolida la propria prima posizione e condivide il podio con la Toscana (11%) e la Sardegna (10%). Ottime le performance anche di Lazio, Calabria e Sicilia (tutte a quota 8%). Quanto alle destinazioni e al periodo, il 58% di chi pianifica una vacanza outdoor sceglierà il mare, il 17% la montagna e il 14% città e località d’arte prevalentemente nei mesi di luglio (42%) e agosto (46%), che si confermano i mesi dominanti, con una quota apprezzabile a settembre (11%). Chi non può concedersi un break estivo è per motivi economici (38%) mentre a causa dell’emergenza sanitaria dichiara di non partire per paura del contagio solo il 5% del campione. Inflazione e caro carburante pesano sui conti e le scelte per 7 italiani su dieci seguiti dalla presenza di tariffe flessibili che mettono al sicuro da perdite economiche (61%) e un buon numero di offerte last minute (53%). Secondo l’indagine circa un quarto dei vacanzieri aspetta la prenotazione sotto data: la percentuale è la stessa sia tra i propensi (29%) che tra i turisti outdoor (28%). Tra i canali di prenotazione, prevale il metodo diretto con il 53% degli intervistati che ha dichiarato di aver prenotato o volerlo fare, contattando direttamente la struttura. Solo il 25% ha indicato le piattaforme online (Olta) e il 13% le agenzie di viaggio o i tour operator tradizionali.
«Le nuove prospettive offerte dall’outdoor consentono di vivere pienamente e in modo nuovo spazi inattesi - sottolinea Roberta Garibaldi, amministratore delegato Enit -. Il contesto storico ci ha educato a vivere l’esperienza di viaggio con modalità rivisitate, rispondendo anche all’esigenza di rafforzare il senso di rispetto per l’ambiente naturale e consentendo di potenziare la fruizione dell’esperienza di viaggio. Il turismo all’aria aperta pone le basi per consolidarsi sempre di più negli scenari turistici attuali. Il 2022 è un anno ideale per intercettare nuovamente i flussi da Oltreoceano che rappresentano uno dei bacini principali di provenienza degli adventure traveler, e uno dei più attivi per presenza di tour operator specializzati in questo mercato». Domenico Montano, general manager di Human Company prevede una stagione molto positiva con performance superiori ai dati pre pandemia. «A oggi stimiamo il 40% di presenze in più rispetto al 2021 e una crescita del 15% sulla stagione 2019 per tutti i village - spiega Montano -.
Il mare si conferma la meta preferita specialmente dai connazionali ma registriamo anche la ripresa del turismo nelle città d'arte, dove siamo presenti con i nostri camping in town, vissuti non più come semplici luoghi dove pernottare ma come facilitatori per visitare il territorio anche fuori stagione. A testimoniare il trend positivo delle città italiane anche i nostri Mercati Centrali a Firenze, Roma, Torino e Milano». Accusa i contraccolpi di un tardivo avvio di stagione Stefano Pompili, direttore generale Veratour. «Il 2022 sarebbe potuto andare anche meglio, ma abbiamo praticamente perso i primi tre mesi dell’anno - premette Pompili -. Molte destinazioni infatti sono tornate raggiungibili dai viaggiatori solo a partire dal primo aprile, per disposizioni governative. Ci è mancato di fatto tutto l'inverno, tanto che nel 2022 il periodo estivo rappresenterà il 75/80% del totale del fatturato. Una particolarità per quest'anno perché normalmente incide per il 50/60%.Ci aspettiamo inoltre ottimi risultati per le vacanze natalizie in cui sarà possibile viaggiare per tutte le destinazioni di lungo raggio a differenza del 2021. Nel 2024 l'obbiettivo è colmare il gap con il 2019». Per quanto riguarda i conti Veratour prevede per l’anno in corso un fatturato superiore ai 150 milioni, sopra il budget di inizio 2022 fissato a 127 milioni. Resta un gap sul 2019 quando il giro d’affari fu di 252,1 milioni di euro.
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