I punti chiave
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Quantificare con precisione le imprese che possono toccare con mano i vantaggi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è un lavoro forse impossibile. Una stima però arriva da uno studio del Crif, la società specializzata nell’elaborazione di informazioni creditizie, che ha elaborato un “Pnrr-index” sulla base di informazioni anagrafiche, di bilancio e di performance relative a 5.187.697 imprese attive sul territorio italiano e tracciate nel database Cribis.
Transizione 4.0: 81mila imprese in linea con i dettami del Pnrr
Per gli investimenti che il Pnrr riserva agli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0, secondo l’analisi Crif sono tecnicamente oltre 4,8 milioni le imprese eleggibili, cioè in grado di accedere teoricamente ai crediti d’imposta, ma sono solo poco più di 80mila, per la precisione 81.187, quelle che presentano caratteristiche fortemente in linea con i dettami di digitalizzazione e rispetto della clausola ambientale inseriti nel Pnrr. Il 71% è attivo in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Il 57,7% opera nelle attività manifatturiere e nel 90,5% dei casi si tratta di Pmi. Al contrario, sono circa 444.000 le aziende che non presentano i requisiti minimi di eleggibilità. Per Transizione 4.0, le principali componenti considerate dal Pnrr-Index di Crif comprendono tra l’altro il livello di innovazione (misurato ad esempio sulla registrazione di brevetti recenti) e l’attitudine digitale dell’impresa.
Politiche industriali di filiera e internazionalizzaziione, meno di 7.500 imprese eleggibili
Per l’investimento del Pnrr che riguarda le politiche industriali di filiera e internazionalizzazione i numeri si abbassano bruscamente con meno di 7.500 imprese che risultano pienamente eleggibili per l’accesso ai finanziamenti. Complessivamente, secondo Crif, in Italia sono invece presenti 1.158 imprese fortemente allineate con l’investimento del Pnrr dedicato alle tecnologie satellitari e all’economia spaziale e 6.405 imprese che in termini indiretti, considerando l’attivazione della filiera, quindi forniture e subforniture alle aziende aggiudicatrici delle gare, potrebbero essere coinvolte nell’investimento per la realizzazione di reti a banda ultralarga.
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