Inchiesta sui rider, le piattaforme ricorrono contro la regolarizzazione di 60mila fattorini
Glovo-Foodinho, Just Eat, Uber Eats e Deliveroo impugnano i verbali che imporrebbero la messa in regola dei propri corrieri
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Le quattro piattaforme di food delivery finite al centro dell'inchiesta della Procura di Milano sulle condizioni di lavoro e di sicurezza dei rider (Glovo-Foodinho, Just Eat, Uber Eats e Deliveroo) hanno già fatto o si preparano fare ricorso contro i verbali amministrativi dell’Ispettorato del lavoro che imponevano la regolarizzazione di 60mila ciclo-fattorini, da lavoratori autonomi a “coordinati continuativi”, con tutte le garanzie dei subordinati. Le prime a muoversi sono state Glovo e Just Eat, seguite da Deliveroo. Uber Eats, costola del servizio di autisti privato, sarebbe pronta ad accodarsi nei prossimi giorni. Anche sul fronte delle contestazioni che riguardano i reati contravvenzionali per violazioni su sicurezza e salute dei rider, indagati dalla Procura, si prepara una battaglia legale. Se le azienda non pagheranno entro 90 giorni le ammende, pari a 733 milioni di euro, si procederà per vie legali.
La contesa sull’inquadramento dei lavoratori
L'inchiesta della Procura di Milano ha segnato un momento di svolta, anche a livello giuridico, rispetto all’inquadramento lavorativo dei cosiddetti rider: i fattorini che si occupano delle consegne a domicilio per le piattaforme di delivery. Al centro della contesa c'è proprio l'inquadramento professionale riservato ai rider. Per il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Maura Ripamonti, che indagano sul fenomeno, tutte le posizioni aperte tra il 2016 e ottobre 2002 vanno considerate come lavoro parasubordinato. A tutti i lavoratori, quindi, vanno garantite tutele e sicurezza. Ad affiancarle, il pm Paolo Storari che sta conducendo un'indagine parallela per reati fiscali. Le piattaforme, invece, hanno continuato a definire i rider lavoratori autonomi.
«I rilievi sollevati in merito ai processi interni difficilmente possono essere ascrivibili - fa sapere Glovo in una nota - così come sottolineato nei verbali dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, all'articolo 2» del Jobs Act «che applica la disciplina del lavoro subordinato ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative ed etero-organizzate». Per tutte le piattaforme, a eccezione di Just Eat che ha annunciato un proprio piano di assunzioni, fa fede il Contratto nazionale, firmato da Assodelivery solo con la sigla sindacale Ugl, che prevede questo tipo di inquadramento.
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