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Incognite geopolitiche sul mercato contract, bene turismo e yacht

Sul settore uffici pesa l’andamento strutturale dello smart working. La moda, da Armani/Casa a Dolce&Gabbana, investe sulle mete esclusive e in prospettiva anche l’edilizia scolastica e universitaria potrebbero ripartire

di Giulia Crivelli

Gli interni di The Design Hills Dolce & Gabbana per Sierra Blanca Estate, a Marbella

3' di lettura

Molte certezze sulla solidità del settore, che assicurano una crescita nel medio e lungo periodo, altrettante incognite sul futuro a breve: si potrebbe riassumere così la situazione del contract, la parte del legno-arredo-illuminazione che riguarda non i singoli progetti o gli acquisti di parti dell’arredamento di residenze private, ma quelli che prevedono l’intera progettazione e allestimento di un determinato ambiente, dalle catene di negozi ai centri congressi, dal settore dell’hospitality (alberghi, ristoranti, residence, spa, centri benessere) fino ai grandi yacht.

«Il contract assorbe circa il 12% del totale della produzione di arredo-design e nel 2023, come l’intero settore, ha visto un rallentamento, dovuto a molti fattori, alcuni dei quali specifici del contract», spiega Mauro Spinelli, partner e senior market research expert di Csil, istituto di ricerche e analisi con sede a Milano e specializzato nell’arredo-design-illuminazione. La causa principale della frenata di quest’anno è il riequilibrio in atto tra lavoro in ufficio e da remoto: «Dopo il picco della pandemia ci si aspettava forse un ritorno quasi completo alla presenza fisica dei lavoratori, ma non è stato così e, a posteriori, è una tendenza comprensibile – sottolinea Spinelli –. Ma le aziende specializzate in arredi per uffici, in Italia e in tutto il mondo, stanno soffrendo. Esattamente come accade a tutte le attività, in primis commerciali, che erano cresciute nei centri delle città. Sicuramente si troverà un mix diverso da prima del Covid, il lavoro diventerà ibrido, ma anche nel 2024 gli arredi per uffici, prima voce del contract, soffriranno».

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Un’ambientazione di Moroso Contract

Sulle altre due principali destinazioni del comparto, hotel e negozi, pesano soprattutto le incognite geopolitiche, che a loro volta influenzano il turismo e, per via delle conseguenze economiche, i consumi e gli investimenti delle aziende in nuovi spazi commerciali. «La parte più importante dei progetti contract di negozi sono quelli delle grandi catene di abbigliamento, come H&M e Inditex: negli ultimi tre anni le aperture sono drasticamente diminuite e non possono essere compensate dall’andamento dell’alta gamma, che invece continua a inaugurare boutique e showroom – aggiunge l’analista di Csil –. Ci sono però segnali positivi dal contract navale: su mille cantieri di superyacht aperti nel mondo, 500 sono in Italia».

Spinelli inserisce un ultimo elemento di positività, citando l’edilizia scolastica, che forse viene meno naturalmente associata al contract: «In Italia scuole e università sono quasi sempre finanziate con soldi pubblici e questo, come sappiamo, ha causato i gravi ritardi e lacune degli ultimi decenni – spiega il ricercatore –. Il Pnrr però darà una spinta a questi investimenti e le aziende che producono arredamenti per le scuole ne avranno un vantaggio, anche se non a breve».

Gli interni delle residenze a Maçka, quartiere nel cuore di Istanbul, progettate da Armani/Casa, tra i primi marchi della moda a entrare nel settore dell’arredamento

Tornando all’alta gamma, va ricordato che negli ultimi anni è cresciuto moltissimo l’interesse dei marchi della moda, italiani e non solo, per progetti, più o meno strutturati, per la casa e l’hospitality. Non dovrebbe stupire: il fashion è da sempre, insieme a “furniture and food”, un settore del made in Italy che funge da volano economico e di immagine del nostro Paese. Pioniere – come in tantissime altre cose – è stato Giorgio Armani: la linea Armani/Casa è nata nel 2000 e oggi è tra i leader mondiali nell’arredamento di alta gamma, in particolare per quanto riguarda i marchi della moda, ed è presente in 29 Paesi, con un totale di 40 punti vendita.

Nel 2004 inoltre era nato l’Armani/Casa Interior Design Studio, che fornisce servizi completi di progettazione di interni a clienti privati e società immobiliari, dalla fase concettuale, sotto la direzione artistica di Giorgio Armani, fino alla gestione della costruzione. Sono stati realizzati progetti in città come Miami, Londra, Pechino Tel Aviv, Manila, Mumbai e Istanbul e in maggio è stato annunciato l’Armani Beach Residences Palm Jumeirah, nuova collaborazione tra l’Interior Design Studio e il master developer Arada, con sede negli Emirati Arabi Uniti, per la progettazione delle unità residenziali, delle aree comuni e dei servizi di un nuovo complesso extralusso. Più recente l’ingresso nella casa di Dolce&Gabbana, ma Domenico Dolce e Stefano Gabbana stanno bruciando le tappe, specie nel contract, con tre operazioni che coinvolgeranno America, Europa e Asia. Dolce&Gabbana svilupperà due grandi progetti di residenzialità a Miami e Marbella e un progetto di hospitality alle Maldive e l’azienda sarà affiancata da JDS Development Group, Sierra Blanca Estates (si veda anche Il Sole 24 Ore del 19 settembre) per i progetti di residenzialità e da DarGlobal.

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