insieme: «serve una riforma del Wto»

Incontro Trump-Merkel. La cancelliera sui dazi all’Europa: «Il presidente deciderà»

di Marco Valsania

Vertice Merkel-Trump, pochi passi avanti e le distanze restano

3' di lettura

New York - Donald Trump e Angela Merkel hanno discusso le differenze tra Stati Uniti e Europa, dal commercio all'Iran, sfoderando toni più incoraggianti del passato, quando il Presidente americano e il Cancelliere tedesco avevano fatto notizia per la reciproca freddezza, e promettendo di superare, nelle parole di Trump, «ostacoli comuni». Ma nessuna intesa concreta è stata formalmente annunciata e rimane da verificare se ai colloqui potranno davvero far seguito compromessi.

Merkel non ha convinto Trump sui dazi

Alla domanda diretta se l'Europa continuerà a ricevere esenzioni dai dazi americani su acciaio e alluminio in scadenza martedì prossimo, Merkel ha risposto evasiva: «Il presidente deciderà, abbiamo avuto uno scambio di vedute». Trump da parte sua ha rivendicato la necessità di «commercio libero, giusto e reciproco» e lamentato il «deficit statunitense di 151 miliardi» nei confronti dell'Unione Europea. Merkel ha aggiunto che «continueremo a discutere» e ipotizzato generale flessibilità sul commercio, difendendo il multilateralismo e allo stesso tempo citando la possibilità di patti bilaterali. Entrambi hanno riconosciuto la necessità di riformare l'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto).

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Trump è intervenuto anche sull'Iran: «Dobbiamo assicurarci che il regime non si avvicini neppure a armi atomiche». Il neo segretario di Stato Mike Pompeo sempre ieri ha dichiarato che, senza modifiche sostanziali, «è improbabile» la Casa Bianca rimanga nell'accordo nucleare internazionale con Teheran dopo il 12 maggio, data auto-imposta da Washington per uscirne. Merkel ha ammesso che l'accordo iraniano «non è perfetto» ma l'ha difeso quale «primo passo» importante. Altri temi scottanti toccati dai due leader hanno riguardato la Nato e la spesa militare: Trump ha invocato la responsabilità dei Paesi europei di

«onorare l'impegno a spendere 2% o molto più del Pil in difesa». Merkel ha detto che Berlino è un «partner affidabile» nella Nato, che deve «assumere il proprio ruolo nel mondo» e che sta aumentando la spesa militare anche se non ha raggiunto gli obiettivi. A Trump, in un gesto chiaramente conciliante, ha inoltre riconosciuto in politica estera il merito dell'attuale disgelo nella penisola coreana.

Il commercio è rimasto tuttavia il nodo centrale dei colloqui. I dazi globali americani - del 25% sull'import di acciaio e del 10% su quello d'alluminio, ufficialmente scattati in marzo per sostenere l'industria domestica da invasioni di metalli cinesi a basso costo - sono stati sospesi temporaneamente nei confronti dell'Unione Europea. Ma potrebbero entrare in vigore dal primo maggio se le esenzioni non saranno rinnovate o rese permanenti come chiesto dall'Unione Europea, il principale esportatore di acciaio in America, un settimo del totale dell'import Usa, scatenando rappresaglie e la più grave guerra commerciale in anni tra alleati. Sia Francia sia Germania hanno in queste ore effettuato avance all'amministrazione Trump.

Merkel vola da Trump per scongiurare i dazi all'Europa

Esponenti tedeschi hanno lasciato filtrare la disponibilità a mini-accordi commerciali bilaterali che in cambio di ritiri dei dazi offrano abbattimenti di barriere in Europa su agricoltura e auto e sostegno alla crociata commerciale statunitense nei confronti delle pratiche scorrette cinesi. Parigi, ancor più, per bocca del Ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha fatto balenare l'ipotesi d'una nuova, grande riforma dell'intero sistema di interscambio. «Siamo pronti a discutere con i nostri amici americani del futuro della Wto, del miglioramento dell'intero sistema multilaterale del commercio, ma prima occorre cancellare la questione dazi», ha indicato le Maire.
È una strada distensiva che appare simile a quella tentata dal Presidente francese Emmanuel Macron per salvare l'altra priorità europea, la pista diplomatica con l'Iran: Macron, nella vista di stato dei giorni scorsi a Washington, ha esplicitamente proposto a Trump di perseguire assieme un nuovo protocollo più robusto che comprenda l'intesa attuale per contenere la minaccia di Teheran. Quanto le incognite siano al momento pesanti lo avevano però mostrato le sue dichiarazioni al commiato: il leader francese, nonostante gli show di amicizia, aveva ammesso di avere seri dubbi d'essere riuscito a convincere Trump a non uscire dall'accordo.

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