Incubo Huawei: sta finendo i chip per i suoi smartphone a causa del ban Usa
La società cinese, da poco in cima alla classifica mondiale dei produttori di Smartphone, potrebbe dover interrompere la sua attività per mancanza di componentistica
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Nei giorni scorsi il sorpasso ai danni di Samsung, ora la notizia che la produzione di smartphone potrebbe presto fermarsi a causa del ban imposto da Donald Trump un anno e mezzo fa.
Sono giorni concitati per Huawei, da poco sul trono del mondo fra i produttori di telefonini. Secondo quanto riportato dall'Associated Press, e ripreso dall'autorevole The Verge, i chip usati dal colosso di Shenzhen per la produzione dei suoi smartphone sono in esaurimento.
Allarme rosso da settembre
E per Richard Yu, Ceo della business unit consumer di Huawei, a partire dal prossimo mese di settembre, la società non sarà più in grado di produrre i propri chipset Kirin a causa della continua pressione economica degli Stati Uniti.
«Sfortunatamente – ha detto Yu durante una conferenza stampa - nel secondo round di sanzioni statunitensi, i nostri produttori di chip hanno accettato ordini solo fino al 15 maggio. La produzione terminerà il 15 settembre. Quest'anno potrebbe essere l'ultima generazione di chip di fascia alta Huawei Kirin».
È la fine dei chip Kirin?
Così, il prossimo telefono in uscita (il Mate 40) - rilascio previsto a settembre - potrebbe essere l'ultimo telefono con un chip Kirin. La storia fra Huawei e gli Stati Uniti risale al maggio del 2019, quando Donald Trump ha inserito la società in una Entity List. L'accusa che ha portato a questa scelta è di quelle pesanti: spionaggio ai danni degli Stati Uniti d'America. Accusa che Huawei ha sempre respinto con forza. Ad ogni modo, da quel maggio, la società cinese è stata messa all'angolo.
Divieto severissimo per le aziende Usa
Per le aziende statunitensi che collaboravano con Huawei è scattato un divieto severissimo. Così, ad esempio, Qualcomm ha smesso di fornire Chip, Google ha dovuto bloccare le licenze di Android. Il ban, inizialmente imposto per tre mesi, è stato esteso di volta in volta e ora è in vigore fino a maggio 2021.
Secondo le ultime notizie, anche la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. - il più grande produttore di semiconduttori al mondo - avrebbe interrotto gli ordini per l'unità HiSilicon di Huawei (quella dedicata ai microprocessoei) a partire da maggio scorso, in seguito a una nuova imposizione arrivata dagli Stati Uniti. E secondo il Wall Street Journal, qualche giorno fa il produttore di chip americano Qualcomm avrebbe chiesto all'amministrazione Trump di allentare le restrizioni sulla vendita di componenti a Huawei, così da poter vendere chip al produttore cinese per gli smartphone 5G. Richiesta caduta nel vuoto.
La vittoria di Trump
Se veramente Huawei è alle soglie di una crisi importante di chip che la costringerà a bloccare la sua produzione, Donald Trump, col suo ban commerciale, avrà raggiunto il suo vero obiettivo: indebolire la più grande società tecnologica cinese fino a sfinirla. E quindi colpire la Cina. Ma questa storia racconterebbe anche che la superiorità americana è ancora un dato di fatto. E che la crescita cinese, per quanto veloce, ancora non basta.
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