Indagato Martinez: il Louvre si gioca la faccia
Per otto anni alla guida del museo francese e grande regista della nascita del Louvre Abu Dhabi è accusato in un’inchiesta su antichità egizie per riciclaggio di denaro e truffa in associazione criminale organizzata, per complicità in frode e occultamento dell’origine di opere ottenute in modo illegale
di Marilena Pirrelli
I punti chiave
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Saprà il Louvre con la sua Ecole e la sua autorevolezza nel tracciare la provenance di un’opera d’arte non perdere la reputazione che lo contraddistingue? I guai giudiziari che hanno coinvolto l’ex presidente del museo più visitato al mondo, Jean-Luc Martinez, riguardano proprio gli anni nei quali l’ex responsabile del museo parigino in carica dal 2013 al 2021 ha lavorato alla branch di Abu Dhabi. Iscritto nel registro degli indagati per “riciclaggio di denaro e complicità di truffa in associazione criminale organizzata”, l’inchiesta è stata aperta dalla giustizia francese sul sospetto traffico di antichità egizie del Vicino e Medio Oriente.
Il caso
Gli investigatori stanno verificando se Martinez abbia chiuso un occhio su falsi certificati di origine di cinque antichità egiziane acquistate nel 2016 per oltre 15 milioni di euro dal Louvre Abu Dhabi, tra questi pezzi c'è una stele di granito rosa del 1327 a.C.con inciso il sigillo del faraone Tutankhamon, comprata dal Louvre Abu Dhabi, insieme ad altre quattro opere.
Martinez, 58 anni, che dopo il Louvre è stato nominato ambasciatore per la cooperazione internazionale nel settore del patrimonio culturale, è stato posto in stato di fermo lunedì con due grandi egittologi, il direttore del Dipartimento egizio del Louvre, Vincent Rondot, e all'egittologo Olivier Perdu, presso l’Ufficio centrale di lotta contro il traffico di beni culturali (OCBC). I due specialisti sono stati poi lasciati liberi, mentre Martinez, indagato, è in libertà vigilata. L'Ocbc sarebbe interessato alla notizia di una loro non chiara esportazione dall'Egitto e al possibile ruolo dell'ex direttore del Louvre. L’archeologo, conoscitore di antichità, contesta «con forza» le accuse. «Per il momento si riserva di rilasciare dichiarazioni ai magistrati e non ha dubbi che la sua buona fede sarà accertata» hanno commentato i suoi legali. È accusato di “complicità in frode” e “occultamento dell’origine di opere ottenute in modo criminale con falsa approvazione”. A marzo, funzionari francesi hanno arrestato il gallerista libanese tedesco Roben Dib, che ha mediato gli accordi in questione, sospettato in molti altri casi, inclusa la vendita di un’antica stele egizia rubata al Metropolitan Museum of Art di New York. Gli investigatori francesi sospettano che centinaia di manufatti siano stati rubati dall’Egitto e in tutto il Medio Oriente durante gli sconvolgimenti della Primavera araba del 2011. I primi fatti sono stati svelati nel giugno 2020 durante la retata nel mercato dell'arte e degli antiquari parigini, coinvolti Christophe Kunicki e Richard Semper fermati perché sospettati di aver riciclato reperti archeologici trafugati in diversi paesi come Egitto, Libia, Yemen e Siria.
Il settimanale Le Canard enchainé, che ha svelato la storia, ha affermato che gli investigatori stavano cercando di stabilire se Martinez “ha chiuso gli occhi” per falsi certificati di provenienza per una serie di antichità egiziane, acquistate dal Louvre di Abu Dhabi nel 2016. Dal Louvre Abu Dhabi è stato comunicato che il museo: «applica un rigido protocollo internazionale per le opere d’arte che entrano nella collezione, come delineato nell’accordo intergovernativo tra Abu Dhabi e Francia, firmato nel 2007. Questo protocollo è rigorosamente allineato con la Convenzione Unesco del 1970 [contro il traffico illecito di manufatti culturali] e segue gli standard più severi dei principali musei del mondo”. Un portavoce del Louvre di Parigi ha rifiutato di commentare.
La storia di un successo
L'inchiesta giudiziaria, cominciata dalla procura di Parigi, incrocia l'accordo siglato tra il governo di Abu Dhabi e la nel 2007 che ha garantito il prestito di opere attraverso l'Agence France-Muséums, e ha svolto un lavoro di advisory per la costruzione della collezione del Louvre di Abu Dabi inaugurato nel 2017. L’accordo includeva gli Emirati Arabi Uniti che affittavano il nome del Louvre dalla Francia per 30 anni a un costo di circa 500 milioni di dollari.
Dal febbraio 2020 un pm nella capitale francese guida l'indagine giudiziaria aperta per occultamento di furto, truffa in banda organizzata, associazione a delinquere, riciclaggio di denaro, contraffazione e uso di falsi nonché omissione di menzione da parte del venditore sul registro dei beni mobili. Il traffico illegale, con alcuni pezzi venduti anche al Metropolitan di New York, riguarderebbe centinaia di oggetti. L’indagine è infatti in corso anche nella grande Mela e gli investigatori francesi hanno intenzione di recarsi a New York per scambiare informazioni con Matthew Bogdanos, il capo dell'unità per il traffico di antichità dell‘ufficio del procuratore distrettuale, che dal 2013 sta indagando su un traffico di antichità. Kunicki, che ha già negato qualsiasi illecito, nel 2017 ha venduto un sarcofago d'oro al Metropolitan Museum di New York per 3,5 milioni di euro, che è stato successivamente sequestrato dalla Procura distrettuale e restituito all'Egitto. Le indagini penali in Francia e negli Stati Uniti, che si sono estese a Germania, Regno Unito e Dubai, si stanno ora concentrando su altri nove oggetti acquistati dal Metropolitan e dal Louvre Abu Dhabi per un totale di oltre 50 milioni di euro da Kunicki e Dib, secondo una fonte vicina alle indagini.
Martinez ha diretto il Louvre per otto anni. Un anno fa, il presidente Emmanuel Macron ha scelto Laurence des Cars, per prendere il suo posto alla guida del museo e non si esclude che le indagini in corso abbiano pesato sull’uscita dell’archeologo dalla galassia Louvre. Insediatasi a settembre, Des Cars è la prima donna a guidare l’istituzione parigina, creata nel 1793 e custode di capolavori come la Gioconda di Leonardo Da Vinci o Le Nozze di Cana di Paolo Caliari, detto Veronese, tra i massimi pittori del Rinascimento.
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