É morta Indi Gregory, affetta da malattia mitocondriale incurabile. Le parole del padre
A nulla è servita la lunga battaglia legale dei genitori. Il governo italiano le aveva concesso la cittadinanza per consentirle di essere curata all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Era affetta da una grave patologia mitocondriale
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
- La piccola ha lottato dopo l’estubazione fino a stanotte
- Il papà Dean: siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna
- Il Ssn e i tribunali le hanno tolto la dignità di morire nella sua casa
- Giustizia inglese senza umanità
- Solo il 15% dei bambini in Italia accede alla cure palliative
- Vescovo Suetta, Indi martire di una mentalità disumana, giudici crudeli
- Bassetti: interrompere trattamenti è stata ingerenza magistrati
- La mamma di Charlie Gard, sorprendente disponibilità della Meloni
- Salvini: una notizia che non avremmo voluto leggere
- Roccella, anche chi non può guarire ha diritto a essere curato
- Bellucci: non fare accadere più quanto è successo a Indi
- Magi: cittadinanza non è stato un atto umanitario, ma politico
6' di lettura
Indi Gregory è morta stanotte. Lo ha comunicato Dean Gregory, il papà della bambina di 8 mesi affetta da una grave patologia mitocondriale, a cui il 6 novembre il governo Meloni ha concesso la cittadinanza per consentirle di essere trasferita al Bambin Gesù di Roma.A nulla è servita la lunga battaglia legale intrapresa dai genitori. Venerdì le corti del Regno Unito avevano disposto lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice. «Mia figlia è morta, la mia vita è finita all’1.45», ha detto Dean. «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi», ha scritto la premier Giorgia Meloni su X.
La piccola ha lottato dopo l’estubazione fino a stanotte
Dopo l’estubazione e il trasferimento in un hospice su ordine del giudice dell’Akta Corte inglese la piccola Aveva smesso di respirare. «Poi la piccola guerriera si è ripresa e stava lottando, assistita con amore e coraggio da mamma e papà. Durante la notte ha avuto stress e affaticamento», ha raccontato su X Simone Pillon, il legale che ha seguito in Italia la famiglia della piccola Indi. «Abbiamo azionato ogni procedura dei trattati internazionali, abbiamo offerto trasferimento, cure, collaborazione. L’Italia ha fatto il possibile su richiesta dei genitori, ma ha trovato solo muri», ha commentato Pillon. «Io ho grande rispetto per le istituzioni giudiziarie inglesi - ha sottolineato ancora Pillon - eppure, in questo caso, non posso non notare come abbiano completamente perso di vista il buonsenso e omesso di considerare la volontà dei genitori che, quando non contraria alla vita dei loro figli, deve comunque prevaler».
Il papà Dean: siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna
«Io e mia moglie Clare siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna», è stato il commento di Dean Gregory, il papà di Indi. «Ci vergognamo di una ’modernità’ che, per ’pietà’, sopprime i deboli e indifesi. Perdonaci Indi. Anche nel tuo nome continueremo a batterci per contrastare questa folle deriva eutanasica. Aiutaci dal Cielo».
Il Ssn e i tribunali le hanno tolto la dignità di morire nella sua casa
«Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima», ha continuato Dean Gregory. «Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata - ha sottolineato iol papà di Indi - hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre».
Giustizia inglese senza umanità
Morire per sentenza. La vicenda di Indi Gregory interroga le coscienze. Alla piccola sono stati staccati i supporti vitali per ordine del giudice dell’Alta Corte, senza consentire ai genitori di far morire a casa la piccola o di tentare la strada del trasferimento all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. A niente è valsa la cittadinanza concessa alla piccola da un Consiglio dei ministri urgente indetto dalla premier Giorgia Meloni. La giustizia inglese ha impedito ai genitori della piccola di tentare di farla curare altrove. C’è stata una forte divaricazione fra la volontà dei genitori e il parere dell’ospedale e della giustizia. L’Italia si è opposta a questa sentenza perchè deve comunque essere garantita la possibilità di cura. E i genitori di Indi Gregory chiedevano solo la possibilità di scegliere un percorso di cura diverso. Con il conferimento della cittadinanza italiana il console italiano Matteo Corradini, diventato rappresentante legale di Indi Gregory, aveva chiesto l’applicazione della convenzione dell’Aia. Ma anche lui non è stato ascoltato.
Solo il 15% dei bambini in Italia accede alla cure palliative
Solo il 15% dei bambini in Italia accede alle cure palliative e la terapia del dolore non è monitorata nel Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea. Le cure palliative sarebbero necessarie per quasi 600mila persone l’anno (nell’84% dei decessi), ma la copertura risulta ancora insufficiente (secondo i dati del ministero della Salute più recenti circa una persona su 3) anche per i soli pazienti oncologici. E non è un dato che riguarda solo la popolazione anziana: tra i minori solo il 15% di chi ne ha bisogno (circa 30mila) le ottiene. Lo rileva Salutequità che, attraverso il suo Osservatorio, anche alla luce anche della vicenda di Indi, vuole riportare l’attenzione sul tema della difficoltà per molti malati in Italia di accedere di cure palliative.
Vescovo Suetta, Indi martire di una mentalità disumana, giudici crudeli
La piccola Indi «è una martire della mentalità disumana, anti-vita, che oggi vorrebbe dominare la scena», ha denunciato monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo da sempre molto attento ai temi legati alla vita e alla bioetica. Forti le sue preoccupazioni sul fatto che la legislazione britannica possa diventare un «pericolo per tutti», sdoganando questa pratica. «Si tratta - ha detto - di una legislazione che rischia di dilagare perché è un grimaldello per l’eutanasia. Questa che hanno fatto è una forma di eutanasia, ancora più grave perché imposta. Il pericolo c’è per tutti perché si cerca di fare passare queste decisioni disumane, che poi sono veri e propri omicidi di persone innocenti e non consenzienti, con la scusa della pietà». L’alto prelato ha detto che «non solo è discutibile, ma è anche eticamente sbagliato quello che la legislazione britannica si arroga, cioè il diritto di decidere della morte e della vita per persone in una situazione complicata come quella della piccola Indi». E ha ricordato che non è stata in nessun modo «considerata la disponibilità espressa dallo Stato italiano che mediante la concessione della cittadinanza italiana ha cercato di creare un presupposto per il trasferimento della bimba in Italia, così come non hanno considerato la disponibilità dell’ospedale Vaticano del Bambino Gesù».
Bassetti: interrompere trattamenti è stata ingerenza magistrati
«Indi è morta. E’ stato un gravissimo errore interrompere i trattamenti”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova, dopo la morte nella notte della piccola Indi Gregory. “Di questa vicenda - rimarca - non mi è piaciuto il fatto che un ospedale si è offerto di accogliere Indi e questa possibilità sia stata negata per intervento della magistratura inglese. E’ entrata in un campo non suo, cosa successa anche in Italia per altri episodi. E’ stata presa una decisione sanitaria che non spettava a loro”, ai giudici, “ma ai medici”.
La mamma di Charlie Gard, sorprendente disponibilità della Meloni
«Sono rimasta sorpresa dalla disponibilità del presidente Meloni di concedere la cittadinanza a Indi. È stato importante il suo sostegno e ho trovato veramente bello il fatto che abbia fatto così tanto per cercare di aiutare la famiglia Gregory. Nel nostro paese nessuno ci aiuta a salvare j nostri figli», ha dichiarato Connie Yates, la mamma del piccolo Charlie Gard, morto nel 2017 a 11 mesi perché affetto da una forma di sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, la stessa malattia di Indi Gregory.
Salvini: una notizia che non avremmo voluto leggere
«La piccola Indi Gregory non c’è più, una notizia che non avremmo mai voluto leggere. Il governo italiano ha fatto il massimo, offrendosi di curarla nel nostro Paese, purtroppo senza successo. Una commossa preghiera per lei e un sincero abbraccio ai suoi genitori», ha scritto sui social il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.
Roccella: anche chi non può guarire ha diritto a essere curato
«Nessuno contesta la diagnosi dei medici. Ma che una malattia sia inguaribile non vuol dire che la persona non è curabile», ha detto la ministra dell Famiglia Eugenia Roccella. «Quello che chiedevano i genitori di Indi era questo, poter avere un altro parere medico e di poter scegliere il percorso di cura».
Bellucci: non fare accadere più quanto è successo a Indi
«Questo è il momento del cordoglio, il governo italiano ha fatto tutto il possibile, ma ci sarà il tempo per trovare il modo di non far accadere più quanto ha vissuto Indi», ha dichiarato la viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci (Fdi).
Magi: cittadinanza non è stato un atto umanitario, ma politico
«Concedere la cittadinanza alla piccola Indi Gregory non è stato un atto umanitario, ma un atto politico del governo che non avrebbe garantito nulla in più rispetto alle cure che la bambina ha già ricevuto in Inghilterra, in uno dei migliori ospedali pediatrici al mondo. Non c’era nessun consulto medico che fosse diverso da quello espresso dai medici inglesi, anche il Bambino Gesù di Roma avrebbe assicurato cure palliative per questa bambina», ha detto ad Agorà Riccardo Magi, segretario di +Europa. «Non c’è cosa peggiore che fare propaganda politica sulla vita di una bambina, accusando il sistema sanitario inglese di avere ucciso la povera bimba Indi. E a fare questa speculazione sono purtroppo esponenti politici di destra che, invece di mantenere il silenzio di fronte alla morte, alimentano un incredibile e ingiustificato scontro con il governo inglese», ha commentato il coportavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.
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