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Indice di fiducia di consumatori e imprese in miglioramento a dicembre

Si tratta del secondo aumento consecutivo. Incidono evoluzione positiva sulla situazione economica del Paese e buone aspettative per servizi e costruzioni

(Adobestock)

3' di lettura

A dicembre si stima un aumento dell'indice del clima di fiducia dei consumatori (da 98,1 a 102,5). Lo comunica Istat, spiegando che si tratta del secondo aumento consecutivo, dovuto soprattutto ad un'evoluzione positiva delle opinioni sulla situazione economica del Paese (comprese quelle sulla disoccupazione); le variabili riguardanti la situazione personale registrano un miglioramento più contenuto.

Tutte le serie componenti l'indice di fiducia dei consumatori sono in miglioramento eccetto i giudizi sul bilancio familiare. I quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti aumentano, seppur con intensità diverse, riflettendo le variazioni registrate dalle singole variabili rilevate. In particolare, il clima economico e il clima futuro registrano gli incrementi più decisi (rispettivamente da 95,2 a 106,3 e da 102,8 a 108,2); il clima personale e quello corrente aumentano in modo più contenuto (nell'ordine da 99,0 a 101,2 e da 94,9 a 98,6).

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Aspettative buone per servizi e costruzioni

A dicembre l'indice composito del clima di fiducia delle imprese aumenta invece da 106,5 a 107,8. Lo comunica sempre Istat, spiegando che si tratta del secondo aumento consecutivo, raggiungendo un livello comunque inferiore alla media del periodo gennaio-novembre 2022. L'aumento dell'indice è veicolato principalmente da giudizi e aspettative in miglioramento sia nel comparto dei servizi sia in quello delle costruzioni.

Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia migliora in tutti i comparti ad eccezione della manifattura. Più in dettaglio, i servizi di mercato e soprattutto le costruzioni registrano gli incrementi più marcati (l'indice passa da 99,0 a 102,3 e da 151,9 a 156,6, rispettivamente); nel commercio al dettaglio si stima un lieve aumento dell'indice (da 112,4 a 112,6) mentre nella manifattura la fiducia è in peggioramento (l'indice passa da 102,5 a 101,4). Considerando le componenti dei climi di fiducia calcolati per ogni comparto economico indagato, si rileva che nei servizi di mercato e nelle costruzioni tutte le variabili sono in miglioramento. Nel commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite sono in deciso miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo rispetto al mese scorso. Infine, nel comparto manifatturiero tutte le componenti sono in peggioramento.

Confcommercio: voglia di tornare alla normalità

«È un bel segnale per le prospettive dell'economia italiana alla fine di un anno straordinariamente complicato. L'attuale fase di ripiegamento produttivo potrebbe, quindi, essere confinata a un episodio lieve e transitorio». È questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat sulla fiducia di consumatori e imprese diffusi oggi. «Lo scenario futuro, nel complesso, non è - sottolinea - certo rassicurante: l'inflazione dovrebbe essere ancora vivace e crescente, né sono scongiurati i deleteri di una nuova possibile fiammata dei prezzi delle materie prime energetiche. Ma la voglia di tornare alla normalità nei consumi, la buona salute delle aspettative e la prosecuzione della politica dei sostegni pubblici a imprese e famiglie, lasciano ben sperare anche per i prossimi difficili mesi».

Confesercenti: recuperati livelli 2019

«L’auspicio, ora, è che la ripresa del clima di fiducia si confermi anche nei prossimi mesi: un obiettivo per cui lavorare attivamente. Anche perché, nonostante il recupero di novembre e dicembre, per i consumatori siamo ancora ben lontani dai livelli registrati in gran parte dello scorso anno, quando l'inizio dell'allentamento delle restrizioni aveva generato aspettative molto positive, poi freddate dallo scoppio della guerra in Ucraina e dall'esplosione delle bollette energetiche», ha commentato Confesercenti. «Per quanto riguarda le imprese, invece, si sono recuperati i livelli rispetto al 2019, nonostante oscillazioni anche significative. Le riaperture post pandemia ed il consolidarsi della ripresa nei servizi, con in testa il turismo - che dovrebbe registrare un incremento deciso delle presenze, soprattutto straniere, anche per queste festività - hanno fatto da volano nell'ultimo anno. I servizi, comunque, fanno registrare a dicembre una riduzione dell'indice di circa 7 punti, un segnale di aspettative non definitivamente consolidate in senso positivo. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, invece, le piccole imprese proseguono con una lenta crescita ma restano in un limbo intorno al 100, mentre lo scarto con l'indice della grande distribuzione si mantiene intorno ai 20 punti», conclude Confesercenti.

Condacons: fiducia, “tesoretto” da sostenere

«La risalita della fiducia è un ottimo segnale per il Paese, su cui incidono diversi fattori, l'avvicinarsi delle festività natalizie e di fine anno ha sicuramente un peso sul clima di ottimismo sia dei consumatori, sia delle imprese, ma ad influire è anche la scia dell'effetto nuovo Governo, che migliora l'indice relativo alla fiducia sulla situazione economica dell'Italia». È il commento del presidente del Codacons Carlo Rienzi ai dati diffusi dall’Istat sugli indici di fiducia dei consumatori e delle imprese a dicembre. «Un tesoretto, la fiducia delle famiglie, che ora il Governo deve sfruttare al meglio, - afferma - sostenendo i consumi in questo difficile momento caratterizzato da una inflazione alle stelle, e difendendo il potere d'acquisto dei cittadini, correggendo le misure inserite nella Manovra che possono avere un effetto depressivo sulla spesa» conclude Rienzi.

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