Borse positive sotto effetto dell’inflazione Usa, Milano chiude a +0,4%
Si calma la corsa dei prezzi nelle maggiori economie e sui mercati prevale l'ottimismo sulla fine del ciclo restrittivo da parte delle Banche centrali. Euro a 1,08 dollari, frena il petrolio. Spread chiude in area 180 punti
di Enrico Miele e Laura Bonadies
Le ultime da Radiocor
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### Morning note: economia e finanza dai giornali
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee allungano la serie di sedute positive e archiviano definitivamente i "rossi" registrati ad ottobre. A trainare i listini la convinzione che la Fed metterà fine ai rialzi dei tassi (alcuni scommettono già a marzo) e l’inflazione che negli Stati Uniti ad ottobre ha rallentato più del previsto. A confermare il quadro anche il dato inferiore alle aspettative sui prezzi alla produzione negli Stati Uniti, scesi dello 0,5% a ottobre. Sempre in tema inflazione, la Commissione Ue ha rivisto al rialzo la previsione nell’area euro per il 2024 al 3,2%, in rallentamento rispetto al 5,6% atteso sul 2023. Per quanto riguarda l’Italia, invece, Bruxelles ha rivisto al rialzo la previsione sull’inflazione di quest’anno al 6,1%. E così, mentre gli occhi del mondo sono puntati all’incontro tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello cinese Xi Jinping, chiudono in rialzo i principali listini del Vecchio Continente, dal FTSE MIB di Milano, che alla vigilia ha terminato ai massimi da fine luglio, fino all’IBEX 35 di Madrid, passando per il DAX 30 di Francoforte e il CAC 40 di Parigi e il FT-SE 100 londinese.
A Wall Street prezzi produzione confermano calo inflazione
In rialzo Wall Street - che chiude a +0,47% - dopo gli ultimi dati economici. A ottobre, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono diminuiti dello 0,5% rispetto al mese precedente, contro attese per un rialzo dello 0,1%. Si tratta del calo mensile maggiore dall'aprile 2020. La componente "core" - quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari, energetici e dei servizi commerciali - è aumentata dello 0,1% rispetto al mese precedente, contro attese per un rialzo dello 0,3%. Rispetto a un anno prima, i prezzi sono aumentati dell'1,3%, contro attese per un +1,9%, dopo il 2,2% del mese precedente. A novembre, invece, l'indice Empire State - che misura l'andamento dell'attività manifatturiera nell'area di New York - è tornato positivo, al contrario delle attese. Secondo i dati comunicati dalla Federal Reserve di New York, l'indice è salito da -4,6 a 9,1 punti, contro attese per un dato a -3. Ora, un altro aumento dei tassi d'interesse è praticamente 'off the table', dato che gli analisti danno solo lo 0,3% di possibilità di un rialzo a dicembre o gennaio. Al contrario, sono aumentate le possibilità che la Federal Reserve possa iniziare a tagliare i tassi d'interesse già a marzo, esattamente due anni dopo l'inizio del ciclo di rialzi.
A Milano corre ancora Erg. Al top St, vendite su Amplifon
Tra i titoli a Piazza Affari, ancora acquisti su Erg all'indomani della diffusione della trimestrale, ma la migliore è Stmicroelectronics che si porta in testa al listino in scia al resto del comparto tech europeo grazie ai conti della tedesca Infineon. Realizzi su Diasorin all'indomani della notizia dell'assoluzione dell'amministratore delegato Carlo Rosa. Recuperano le banche - rispetto alla prima parte di seduta - con in testa Banca Pop Er, Intesa Sanpaolo e Banca Mps. In coda Recordati e Inwit mentre risale sul finale Cnh Industrial. Fuori dal listino principale, termina le contrattazioni in territorio negativo Fincantieri dopo il balzo iniziale in scia ai conti.
Euro resta sopra quota 1,08 dollari. Debole il petrolio
Sul valutario, l'euro resta forte dopo il rally della vigilia, con il dollaro che risente delle vendite sui beni rifugio dopo il dato sull'inflazione americana. Gli operatori si stanno ora preparando per quello che potrebbe essere un cambiamento fondamentale nel panorama degli investimenti: gli swap della Fed indicano che le p robabilità di un altro rialzo sono scese quasi a zero, con il mercato che prevede un taglio dei tassi di 50 punti base entro luglio. I funzionari della Fed hanno accolto con favore gli ultimi dati che mostrano un’inflazione in calo, pur aggiungendo che c’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere l’obiettivo del 2% della banca centrale.
«Il fatto che la Fed statunitense sembri aver chiuso con i tassi e che l’inflazione sia ormai alle spalle è sicuramente positivo per tutti gli asset rischiosi», ha dichiarato a Bloomberg Television Pooja Malik, partner e responsabile della gestione del portafoglio di Nipun Capital. «Tuttavia, la situazione potrebbe rimanere volatile nei prossimi 12-18 mesi».
Ancora in ribasso il prezzo del petrolio, con il future gennaio sul Wti a 77,64 dollari al barile (-0,73%) e l'analoga consegna sul Brent a 81,98 dollari (+0,61%). In calo il gas naturale ad Amsterdam a 46,3 euro al megawattora (-2,74%).
Nel finale spread si attesta a 180 punti, rendimento al 4,43%
Seconda parte di seduta poco mossa per i titoli di Stato scambiati sul secondario telematico Mts. I prezzi dei titoli sovrani dell'eurozona hanno registrato frazionali progressi con un loeve calo dei rendimenti. Il BTp, rispetto alle indicazioni di apertura, ha registrato una minima riapertura dello spread con i Bund e una lieve risalita dei rendimenti. Nel finale il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco si attesta a quota 180 punti base (179 punti in apertura stamani e 181 punti al closing di martedì 14). Il rendimento è risalito al 4,43% (4,38% la prima indicazione di stamani e 4,41% il finale della vigilia).
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