ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùI dati Istat

Produzione industriale italiana: +0,2% ad agosto, -4,2% su base annua

L’indice mensile cresce solo per i beni di consumo (+1,2%). Su base annua bene solo farmaci e mezzi di trasporto. Giù legno-carta e abbigliamento.

di Luca Orlando

(ANSA)

3' di lettura

Farmaci e mezzi di trasporto, punto. L’elenco dei settori positivi in termini di produzione industriale termina qui, offrendo già una prima sintesi del momento non brillante della nostra manifattura. Che ad agosto, rispetto al mese precedente, riesce comunque a crescere dello 0,2% grazie alla mini-ripresa dei beni di consumo, mentre intermedi e beni strumentali sono in frenata.

Su base annua il passo diverso dell’industria è però evidente, con una produzione in discesa del 4,2% rispetto allo stesso mese del 2022 (si tratta del settimo calo mensile consecutivo), peggiorando così il bilancio del 2023, con i primi otto mesi dell’anno a vedere una riduzione media del 2,8%.

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Nei dati annui le uniche eccezioni positive sono come detto farmaci e mezzi di trasporto mentre altrove si trovano solo riduzioni. Le più pesanti per legno-carta, giù del 22% e per tessile-abbigliamento, in calo di quasi 13 punti. Ma a cedere terreno solo anche la componentistica, la metallurgia, macchinari, computer ed alimentari. Contiene i danni la chimica, in frenata dell’1,5%, settore che tuttavia dall’inizio dell’anno risulta tra i più penalizzati.

Dato di agosto sulla produzione che arriva comunque all’interno di un quadro di rallentamento evidente, su più variabili. Già esposto peraltro dall’area vasta rappresentata da Federmeccanica, che nella propria indagine congiunturale ha evidenziato per il secondo trimestre un calo di periodo dello 0,5%, di due punti nel confronto annuo.

Difficoltà visibili a più livelli, che impattano anche sugli indici qualitativi. La fiducia delle imprese con il calo di settembre è scesa così ai livelli dello scorso ottobre e ancora peggio va alle realtà manifatturiere, in frenata per il sesto mese consecutivo: per trovare un livello più basso in questo caso si deve tornare ai tempi del Covid, novembre 2020.

Interessante notare come tra le difficoltà segnalate dagli imprenditori al primo posto ormai non vi sia più il nodo della supply chain, che a lungo, da metà 2021 in poi, aveva sopravanzato per la prima volta ogni altra variabile. A frenare le imprese ora è soprattutto il mercato, dunque l’insufficienza della domanda (19,4%), a cui si aggiunge la sempre più cronica carenza di personale specializzato, “freno” che oggi preoccupa un’azienda su dieci, mentre a segnalare il tema come fonte di difficoltà, nel 2020, era solo una realtà su 100.

Umori cupi spiegati da un lato dalla debolezza della domanda internazionale, con un export che fatica a trovare gli scatti degli ultimi due anni. Dall’altro dai vincoli della domanda interna, ben visibili negli ultimi numeri sulle vendite al dettaglio. Guardando ai dati in volumi, per gli alimentari la frenata è visibile ormai da 20 mesi consecutivi, con un indice che è sceso sette punti al di sotto dei livelli del 2015. Mutui, bollette e in generale l’inflazione vanno a colpire il potere d’acquisto delle famiglie, che infatti nel secondo trimestre si riduce dello 0,2%. Se i consumi in generale tengono (+0,2%), pur con una evidente ricomposizione al loro interno, lo devono al fatto che le famiglie attingono alle proprie riserve. Tra aprile e giugno il tasso di risparmio crolla al 6,7%, confermando il brusco percorso di discesa degli ultimi anni: guardando al secondo trimestre era pari al 21,3% nel 2020, il 15,5% l’anno successivo, il 10,2% nel corrispondente periodo del 2022.

Debolezza europea

Situazione non brillante anche altrove, con la produzione in Francia a cedere ad agosto lo 0,3% nel mese, calo registrato anche in Germania: -0,2% mensile, -2% su base annua. Se Berlino regge, e se una parte della meccanica italiana ancora è in discreta salute, lo deve al settore auto, in ripresa in termini produttivi anche ad agosto. Guardando alla produzione di vetture la crescita in volumi è del 15%, del 28% nei primi otto mesi dell’anno.

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