Industria avanti adagio: scende a due punti il gap rispetto a febbraio
Crescita mensile dell’1,3% a ottobre per la produzione. Su base annua frenata del 2,1%. Ok i mezzi di trasporto, crollo di tessile-abbigliamento
di Luca Orlando
2' di lettura
Piccolo passo avanti per la produzione industriale, che tra settembre e ottobre cresce dell’1,3%, riducendo a poco più di due punti, come osserva l’Istat, il gap rispetto al periodo pre-covid, il mese di febbraio.
Tenendo conto del diverso calendario (a ottobre un giorno lavorativo in meno), rispetto allo stesso mese del 2019 si registra un calo del 2,1%, confermando la sensazione diffusa che si coglie parlando con gli imprenditori, cioè quella di un ritorno a regimi produttivi in linea con la normalità.
Non per tutti, tuttavia, perché ancora una volta si registrano ampie differenze settoriali. Da un lato si irrobustisce infatti la pattuglia di comparti in terreno positivo, che ora include mezzi di trasporto, apparati elettrici, gomma-plastica ed elettronica.
All’estremo opposto però si conferma il momento nero di tessile abbigliamento, il comparto più penalizzato dalla caduta dei consumi, in caduta del 17,4% in termini di produzione.
Il bilancio dei primi 10 mesi dell’anno migliora, anche se il gap rispetto al 2019 resta ampio, quasi 13 punti percentuali. Alimentari e farmaceutica i comparti migliori, in calo rispettivamente del 2,1 e del 4,7%, molto meglio della media. Tessile-abbigliamento è all’opposto l’area più depressa, con un crollo di quasi 30 punti dell’output.
Interessante è comunque il percorso di recupero della produzione su base annua, ora vicina alla normalità. Percorso avviato dopo il disastroso calo del 43% di aprile e proseguito con una frenata di 20 punti a maggio, di 14 a giugno, di 8 a luglio. Al quasi pareggio di agosto (anomalo, perché si è trattato nel 2020 di un mese di quasi normale in termini di produzione, a differenza dello standard) è seguito poi il calo di 5 punti a settembre, gap più che dimezzato ora.
Risultati che portano l’Italia davanti ai nostri principali competitor in Europa con riguardo al gap rispetto al periodo pre-covid, da noi ora limitato a poco più di due punti.
In Francia per la manifattura la crescita mensile è limitata allo 0,5%, rispetto a febbraio, ultimo mese “pre-covid”, il gap della produzione è pari al 5%.
Meglio la Germania, dove la crescita sul mese precedente è del 3,2%, il doppio delle attese degli analisti, il che riduce a quattro punti il gap rispetto al livello precrisi.
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