Rallenta l’industria: a gennaio produzione -0,7% su mese, +1,4% su anno
Nella media del trimestre novembre-gennaio il livello della produzione diminuisce dell'1% rispetto ai tre mesi precedenti.
di Luca Orlando
3' di lettura
Un lieve arretramento rispetto al mese precedente, un guadagno nel confronto annuo. La produzione industriale a gennaio presenta un quadro misto, con la manifattura a presentarsi più debole delle attese cedendo lo 0,7% rispetto a dicembre, quarto calo mensile negli ultimi cinque mesi. Frenata determinata in particolare da beni strumentali e intermedi, mentre solo i beni di consumo sono in crescita.
Nel confronto annuo (aiutato anche da un gennaio 2022 che era stato particolarmente debole) c’è invece una crescita dell’1,4%. Più ampio il guadagno tendenziale (+3%) se riferito alla manifattura in senso stretto, dove farmaceutica ed elettronica trainano la media crescendo a doppia cifra. Positivi su base annua quasi tutti i settori ad eccezione di chimica e metallurgia, settori energivori che pure sono in lieve recupero rispetto al mese precedente.
Il sollievo in arrivo dal prezzo del gas
La novità principale, guardando al ventaglio delle variabili negative di contesto, arriva in effetti proprio dall’energia, con gennaio a presentare una prima chiara inversione di rotta nei prezzi internazionali.
Da una media di 117 euro per Mwora di dicembre, il gas è passato infatti a quota 67, con un trend discendente che si è progressivamente consolidato nella seconda parte del mese e poi nelle settimane successive. Anche se rispetto al periodo pre-crisi i valori sono ancora tripli, dai picchi di agosto (230 euro la media) si tratta di una discesa evidente e del primo dato inferiore rispetto a quanto accadeva sul mercato alla vigilia dell’invasione russa in Ucraina (a gennaio 2022 la media era di 87 euro per Mwh).
Le produzioni più energivore (carta, chimica, fertilizzanti) che avevano rallentato o fermato alcune linee hanno così potuto progressivamente ripartite e qualche debole segnale è visibile anche nei numeri Istat. Ripartenze che ad ogni modo sanano solo in parte il gap con il periodo pre-guerra, con chimica e carta-legno ad essere ancora in rosso a doppia cifra rispetto ai livelli di gennaio 2022.
Prezzi meno “tesi”
Ad ogni modo il trend di stabilizzazione potrebbe essere stato avviato, con segnali che iniziano a manifestarsi almeno in parte sugli stessi prezzi alla produzione: carta e chimica sono i primi comparti che a gennaio invertono la rotta degli aumenti rispetto al mese precedente. Se lo scorso ottobre la crescita tendenziale per i prezzi della manifattura era del 13%, da allora la discesa è stata progressiva per arrivare al +9,3% di gennaio.
Trend che dovrebbe consolidarsi alla luce delle recenti evoluzioni del prezzo del gas, che ormai da qualche settimana si è attestato attorno a 50 euro, avvicinando anche quota 40, meno di un terzo rispetto ai valori medi di dicembre.
Altro elemento di stabilizzazione per la manifattura italiana viene dell’auto (+10,7% le immatricolazioni in Europa a gennaio), che ormai pare aver superato il momento peggiore della crisi della supply chain, in particolare elettronica. La produzione di vetture in Germania, primo cliente della nostra componentistica, a gennaio è stata pari a 329mila unità, una crescita del 31% su base annua (a febbraio il trend è simile), primo avvio d’anno comparabile con l’ultimo mese analogo pre-crisi (a gennaio 2020 erano state prodotte in Germania 341mila auto).
La grande incognita riguarda però la tenuta dei consumi, con le risorse delle famiglie assorbite in misura crescente dal combinato disposto di inflazione e risalita dei tassi di interesse. L’impennata dei mutui e gli esborsi aggiuntivi per le bollette stanno infatti erodendo le capacità di spesa, come è evidente osservando le vendite al dettaglio. Se i valori continuano a crescere (per l’effetto prezzi), i volumi sono invece in difficoltà. È presto per dire se l’inversione di rotta di gennaio da questo punto di vista sia duratura, quello che è certo è che i volumi di spesa alimentare sono inferiori di quasi quattro punti rispetto a quanto accadeva 12 mesi prima: il taglio degli acquisti è evidente.
Riparte la Germania
Altrove in Europa i risultati sono in ordine sparso. In Germania sono i settori energivori (+6,8%) a trainare verso l’alto la produzione industriale di gennaio, che pur restando ancora cinque punti al di sotto dei livelli pre-Covid, è aumentata oltre le attese del 3,5% rispetto al mese precedente.
In Francia c’è invece un calo dell’1,8% rispetto al mese precedente, freno provocato in particolare da auto e farmaceutica.
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