Industria dello sci in ginocchio, vendite in calo del 60%. L’appello di Assosport
Anna Ferrino, presidente di Assosport, chiede al prossimo Esecutivo di salvare subito un comparto che conta in Italia 120 aziende, oltre 300 brand e 9.300 addetti
di Marcello Frisone
2' di lettura
Coraggio e responsabilità. È quanto chiede al prossimo Governo Assosport, l’associazione nazionale tra i produttori di articoli sportivi che conta 120 aziende in tutta Italia per oltre 300 brand, 9.300 addetti, un fatturato aggregato che sfiora i 5miliardi, pari quasi al 40% del totale messo a segno nel 2019 da tutta l'industria italiana dello sport. Numeri, questi, messi ormai in seria crisi dal protrarsi della chiusura degli impianti sciistici.
L’appello di Anna Ferrino
«In questi mesi difficilissimi - spiega Anna Ferrino, presidente di Assosport - gli imprenditori della neve sono stati a più riprese chiamati a dare prova di coraggio e responsabilità: innanzitutto nei confronti dei propri dipendenti, garantendo loro continuità nei pagamenti degli stipendi, ma anche nei confronti dei clienti, ovvero tutti quei negozi rimasti con montagne di merce invenduta in pancia e alle prese con l'impossibilità di pagarla. Due qualità, coraggio e responsabilità, che auspichiamo caratterizzino il prossimo Esecutivo. Non importa di che colore politico sarà, quel che importa è che faccia presto. A chi siederà a Palazzo Chigi chiediamo che intervenga subito per salvare quel che resta di una stagione messa in ginocchio dalla prolungata chiusura degli impianti sciistici.
Crollo delle vendite fino al 60%
«Le aziende del comparto - denuncia Ferrino - stimano un crollo delle vendite tra il 50 e il 60%, con conseguenze drammatiche sugli ordini delle nuove produzioni, su cui pure hanno investito realizzando prodotti eccellenti, che ricadranno pesantemente sulla prossima stagione invernale. Non c'è più tempo da perdere. Da Roma ci dicano una volta per tutte se c'è la volontà di riaprire le piste da sci e si impegnino a ristorare anche le aziende dello sport. Quelle della montagna, ma non solo».
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