Inizia l’Opa su Prima Industrie, 20 anni dopo quella di Gnutti
Oggi l'offerta è 25 euro/azione, nel 2003 fallì a 7,5 euro. L’offerta totalitaria è stata lanciata da Femto Technologies (Alpha Private Equity) e Peninsula Investments
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Uno degli addii simbolicamente più importanti a Piazza Affari nel 2023 potrebbe essere, se tutto andrà nelle intenzioni dei promotori dell’opa, quello di Prima Industrie, storico marchio dell’industria Made in Italy. L’offerta pubblica di acquisto dei fondi, infatti, è scattata questa mattina (terminerà il 22 febbraio), con il titolo che si muove a 24,95 euro, a ridosso del prezzo opa di 25 euro per azione, lo stesso riconosciuto lo scorso anno dai fondi ai soci venditori. L’offerta totalitaria è stata lanciata da Femto Technologies (Alpha Private Equity) e Peninsula Investments sulle azioni ordinarie di Prima Industrie (in pratica su 4.118.426 azioni pari al 39,3% del capitale sociale, il resto è già in mano ai fondi, tolte le azioni proprie). I due fondi nell’estate scorsa avevano acquistato il 50,1% tramite Femto Technologies per oltre 129 milioni di euro e a metà dicembre era già stata varata la nuova governance, con la nomina di Giovanni Negri alla guida della società, mentre il fondatore Gianfranco Carbonato ha mantenuto il ruolo di presidente esecutivo e Domenico Peiretti, altro storico azionista, è diventato vicepresidente non esecutivo.
Ma sul fronte opa non si tratta di una prima volta. Nel lontano 2003, quindi esattamente venti anni fa, non andò in porto l'offerta pubblica d'acquisto (a 7,5 euro per azione) lanciata dalla Newco Laser (tra cui Emilio Gnutti, Interbanca e Meliorbanca), opa ritenuta ostile dal consiglio di amministrazione del tempo. Stavolta si ritiene che l'esito possa essere decisamente diverso, visto che, tra le altre cose, il titolo in questi mesi non è mai salito al di sopra dei 25 euro ad azione, segno che il mercato non si attende un rilancio.
Guardando alla sua storia, il gruppo torinese si occupa da oltre 40 anni della produzione di sistemi laser per applicazioni industriali e macchine per la lavorazione della lamiera, di cui è uno dei primi costruttori mondiali, oltre a elettronica industriale, sorgenti laser e soluzioni per il cosiddetto “additive manufacturing”, con stabilimenti dalla Cina agli Usa. E la capogruppo Prima Industrie Spa è quotata alla Borsa Italiana dal 1999 (nel segmento Star). Quanto ai conti, infine, Prima Industrie ha chiuso i primi 9 mesi del 2022 con un utile netto a 7,6 milioni di euro (da 1,6 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente), con ricavi consolidati saliti del 16,2% a 327,1 milioni e un’ebitda di 27,3 milioni (da 20,9 milioni).
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