Conte: «Obbligo massima sicurezza ai lavoratori: a breve gratis guanti e mascherine»
Dopo le proteste e gli scioperi nelle fabbriche il premier al lavoro con imprese e sindacati su un protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro
di Manuela Perrone e Giorgio Pogliotti
4' di lettura
In un Protocollo che il governo intende concordare con le parti sociali saranno contenute le disposizioni per assicurare la sicurezza dei luoghi di lavoro in tutti i settori produttivi del Paese. Le aziende che saranno in regola potranno continuare ad essere aperte, per quelle che invece hanno bisogno di interventi per adempiere alle regole scatterà il fermo produttivo, con il ricorso agli ammortizzatori sociali per il periodo necessario alla messa in sicurezza.
E’ questa la risposta concordata nel corso della video conferenza per fronteggiare l’emergenza Coronavirus nelle realtà produttive, convocata dal premier Giuseppe Conte con i vertici delle associazioni datoriali e dei sindacati. All’incontro in videoconferenza per il governo hanno partecipato i ministri Roberto Gualtieri (Economia), Nunzia Catalfo (Lavoro), Stefano Patuanelli (Sviluppo economico), Roberto Speranza (Sanità) e Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento). La riunione è stata aggiornata al tardo pomeriggio per mettere a punto i contenuti del Protocollo. Per le imprese hanno partecipato il presidente e il direttore generale di Confindustria Vincenzo Boccia e Marcella Panucci, il presidente di Confapi Maurizio Casasco, e il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. Per i sindacati i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Il Protocollo si aggiunge alle misure del decreto legge atteso al prossimo consiglio dei ministri con l’estensione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, la sospensione dei pagamenti di Irpef e Iva per autonomi e professionisti, i congedi parentali aggiuntivi per i genitori lavoratori.
Conte: garantire sicurezza è vincolo morale e giuridico
Durante il vertice, il premier ha ricordato che «tutti coloro che stanno lavorando - operai, tecnici, quadri - non espletano semplici prestazioni lavorative secondo lo schema di scambio lavoro-retribuzione». Il loro sforzo è al contrario «un atto di grande responsabilità verso l’intera comunità nazionale». Dunque «noi tutti abbiamo il vincolo morale e giuridico di garantire loro condizioni di massima sicurezza».
A breve dispositivi di protezione per tutti
«Con la Protezione civile - ha aggiunto Conte - stiamo compiendo sforzi straordinari per essere nella condizione, già nei prossimi giorni , di distribuire gratuitamente a tutti i lavoratori dispositivi di protezione individuali». Guanti e mascherine dovrebbero dunque essere garantiti in tutte le fabbriche.
«Il messaggio che dobbiamo dare è che stiamo lavorando perché ognuno sia in sicurezza», ha commentato Landini che ha aggiunto: «Un segnale importante potrebbe essere la disposizione di chiudere i centri commerciali e i supermercati la notte, il sabato e la domenica. Sarebbe una norma di prevenzione».
Gli scioperi nelle fabbriche
Le misure concordate nel Protocollo tra le parti sociali dovrebbero contribuire a raffreddare il clima incandescente in molti posti di lavoro. Tra i lavoratori che non possono ricorrere allo smart working cresce la paura del rischio del contagio. I metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm hanno chiesto uno stop concordato fino al 22 marzo per sanificare le fabbriche, metterle in sicurezza e riorganizzare il lavoro, e di coprire questo periodo con gli strumenti contrattuali , o gli ammortizzatori sociali. Dall’ex Ilva di Taranto, lo sciopero si è allargato allo stabilimento ArcelorMittal di Genova.
Filcams minaccia fermo del commercio
Uno sciopero di una settimana, fino al 21 marzo, è stato indetto dalle tute blu dello stabilimento Hitachi rail Pistoia per verificare che siano state prese tutte le misure possibili per lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza stabilite dai decreti ministeriali. E la Filcams minaccia un fermo degli addetti del commercio - e i lavoratori dei servizi in appalto e del turismo -, lamentando il mancato rispetto delle norme di sicurezza, delle previsioni sulle distanze, dei dispositivi di protezione, del divieto di assembramento.
Allarme delle imprese: con gli stop produzione a rischio
Le imprese hanno confermato l’impegno alla tutela della salute e sicurezza, ma hanno lanciato l’allarme sui rischi che con la chiusura del sistema industriale a breve non si potranno garantire gli approvvigionamenti alle famiglie.
I costruttori Ance: «Costretti a sospendere i cantieri»
Mentre l’incontro era in corso, l’Associazione nazionale costruttori edili ha diramato una nota in cui comunica che, vista l’impossibilità di assicurare in tutti i cantieri le indispensabili misure di sicurezza e di tutela della salute, «con grande senso di responsabilità ci troviamo costretti a chiedere un provvedimento che consenta di poter sospendere i cantieri, fatte salve le situazioni di urgenza ed emergenza».
«Dobbiamo prendere atto che non ci sono le condizioni per poter proseguire», sostiene il presidente Ance Gabriele Buia, che chiede al Governo di adottare subito nel prossimo Dpcm le misure necessarie a chiudere temporaneamente i cantieri, tra cui l’ampliamento della possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, la sospensione di tutti gli adempimenti tributari, previdenziali e assistenziali e la garanzia di liquidità alle imprese con una moratoria di tutti i debiti.
Per approfondire:
● Coronavirus, nel decreto in arrivo indennizzi ed estensione cassa integrazione in deroga
● Coronavirus, provvedimenti a pioggia. In media uno al giorno
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