Inps, risultato economico 2022 positivo per 7 miliardi
Così il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in una conferenza stampa
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L’Inps ha chiuso il bilancio del 2022 con un risultato di esercizio positivo per 7.146 milioni in miglioramento di 10.857 milioni sul 2021. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in una conferenza stampa sui risultati del suo mandato.
Spesa prestazioni sale a 380,7 miliardi
Le prestazioni istituzionali erogate dall’Inps nel 2022 sono in totale pari a 380.718 milioni con un aumento del 5,8% sul 2021. È quanto emerge dal rendiconto generale secondo cui le entrate contributive sono state pari a 256.138 milioni con un aumento dell’8,1% e una crescita maggiore per il lavoro dipendente privato (9,2%). La spesa per pensioni ammonta a 283.254 milioni con un aumento del 3,8%.
Tagli a sussidio contro la povertà sono un errore
«Il reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà fondamentale per il Paese». Tridico, a margine della conferenza stampa, torna a difendere la misura su cui il governo è intervenuto con un’azione di modifica radicale. «È un fatto di civiltà in una democrazia matura. I tagli sono un errore».
Serve un terzo pilastro per i nuovi settantenni
Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico punta al terzo pilastro per i nuovi settantenni che, secondo una ricerca di Kearney-Swg, in Italia saranno il 70% della popolazione nel 2050. «Dobbiamo iniziare ad ampliare i nostri pilastri - afferma intervenendo a distanza in un convegno a Milano - perché abbiamo pensato finora che fossero solo due: quello previdenziale pubblico e quello privato». «Dobbiamo cominciare a capire che in realtà sono tre - aggiunge - uno universale finanziato su base fiscale, un secondo pilastro che è previdenziale e che dipende dalla vita lavorativa di ciascuno di noi e un terzo integrativo privato, ma su cui si può esercitare anche il pubblico».
Secondo Kearney ed Swg, il 2050 sarà «l’Italia degli ultrasessantacinquenni», in quanto «il fenomeno dell’invecchiamento demografico, che oggi vede il rapporto tra anziani e giovani di 4 a 10, tra meno di trent’anni crescerà del 34% arrivando a un rapporto di 7 a 10». Quella dei settantenni diventerà cosi «una nuova classe che, contando su un’aspettativa di vita più lunga e in buona salute, è oggi fuori dal servizio pubblico e assicurativo tradizionale, ma che rappresenterà un valore non solo da proteggere ma anche una importante opportunità di sviluppo».
Tassare lavoro non consente sostenibilità welfare
In linea più generale per Tridico «continuare a tassare il lavoro non consente la sostenibilità necessaria a finanziare il nostro welfare ma non è più corretto perché aziende altamente tecnologiche a maggiore intensità di capitale hanno pochi dipendenti rispetto a una tradizionale».
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