ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’ondata di caldo

Inps, cassa integrazione ordinaria per il caldo: ecco come richiederla

Il decalogo dell’Inail sul lavoro in caso di alte temperature: la disposizione vale anche per le temperature percepite

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4' di lettura

Le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°) che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cassa integrazione ordinaria.

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È quanto prevede l’Inps dal 2017 secondo quanto riportato in un decalogo dell’Inail sul lavoro in caso di alte temperature. «Si chiarisce - si legge nel messaggio - che possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale. Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore».

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L’Inps ha avvertito che i fenomeni climatici estremi sono stati posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro e nel 2022 ha dato indicazioni su quali sono i settori per i quali si può chiedere la cassa integrazione ordinaria in caso di temperature superiori ai 35 gradi. «Ne sono esempio - si legge - i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore».

L’azienda, nella domanda di Cigo e nella relazione tecnica che deve essere allegata alla domanda stessa - hanno spiegato l’Inps e l’Inail - deve solo indicare le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa e specificare il tipo di lavorazione in atto nelle giornate medesime, mentre non è tenuta a produrre dichiarazioni che attestino l’entità della temperatura, né a produrre i bollettini meteo. I due enti fanno presente che, indipendentemente dalle temperature rilevate nei bollettini, l’Inps riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda dispone la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i casi in cui le sospensioni siano dovute a temperature eccessive.

L'appello dei sindacati
«Le temperature eccezionali di queste giornate ci richiamano alla necessità di introdurre misure di prevenzione mirate a salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori adibiti a ruoli, in particolare all'esterno, particolarmente esposti alle condizioni climatiche», ha dichiarato in una nota il segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani. «Alcune categorie si sono già attivate per introdurre soluzioni adeguate ad arginare i fattori di rischio. Nella giornata di ieri abbiamo scritto unitariamente come organizzazioni confederali al ministro Calderone affinché promuova urgentemente indicazioni alle imprese affinché intervengano di concerto con le rappresentanza sindacali a individuare modifiche dell'orario, della organizzazione del lavoro, l'utilizzo di DPI specifici e nel caso anche della CIGO per eventi climatici straordinari, introdotta recentemente proprio per agevolare queste situazioni che purtroppo, sempre più frequentemente si presentano anche nel nostro Paese», ha aggiunto Graziani. «Auspichiamo che il Ministero, coinvolgendo anche le strutture preposte a partire da Inail - conclude Graziani - si sia già attivato e che ci siano occasioni per monitorare le azioni messe in campo per salvaguardare lavoratori che operano in situazioni eccezionali di rischio». 

«L’ondata di calore che sta interessando il nostro Paese - ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - aumenta pericolosamente i rischi sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e, purtroppo, ha già provocato due morti in questi ultimi giorni. Tutto questo è inaccettabile». In realtà esistono già le norme che prevedono la possibilità di chiedere la cassa integrazione ordinaria in caso di temperature superiori a 35 gradi (anche se solo percepite), come abbiamo spiegato all'inizio di questo articolo, ma la procedura va attivata dal datore di lavoro e spesso questo non avviene perché magari si sta cercando di adempiere in tempo utile alle commesse nel caso ad esempio dell’edilizia o di raccogliere in tempo frutta e verdura nel caso dell’agricoltura. «Abbiamo chiesto ai nostri delegati nei luoghi di lavoro - ha detto Landini - di richiedere alle aziende incontri urgenti per negoziare le necessarie modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari, fino ad arrivare quando necessario all’astensione dalle attività”. Un tema che era stato sollevato già giorni fa dal numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri : «Quando le temperature superano i 38 grandi - aveva detto - c’è un rischio di incidenti superiore del 10-15%. Esistono gli strumenti per farlo, chiediamo al ministero del Lavoro e alle associazioni datoriali di sospendere l’attività lavorativa in presenza di alte temperature».

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Sul tema ci sarà venerdì un seminario dell’Inail che l’anno scorso aveva pubblicato un decalogo per i datori di lavoro sull’attività nelle ore calde. Indicazioni quali riorganizzare il lavoro, emettere a disposizione dei lavoratori acqua e aree ombreggiate insieme a pasti con frutta e verdura ma anche la promozione del controllo tra i lavoratori in modo da attivare rapidamente i soccorsi in caso di colpo di calore che non appaiono sempre seguite.

Una piattaforma per prevedere l'impatto
Sul tema del lavoro a temperature elevate c'è anche un nuovo servizio a disposizione: una piattaforma previsionale per ridurre gli impatti dell’esposizione alle elevate temperature sulla salute e produttività dei lavoratori. E' quanto propone il progetto Worklimate 2.0, coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche attraverso l’istituto per la Bioeconomia (Cnr-Ibe) di Sesto Fiorentino (Firenze) e Inail. Avviato a maggio 2023, il progetto punta ad approfondire le conoscenze acquisite relativamente agli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività aziendale, sviluppando nuove soluzioni tecnologiche, informative e formative per una migliore azione di prevenzione e gestione del rischio. Per questo, spiega una nota, è stata sviluppata la piattaforma previsionale come strumento di primo orientamento a disposizione delle autorità di sanità pubblica e degli operatori della prevenzione che potrebbe contribuire a ridurre gli impatti dell’esposizione alle elevate temperature sulla salute e produttività dei lavoratori. La piattaforma contiene una sezione specifica dedicata alla previsione delle aree in cui è possibile il superamento della soglia di temperatura giornaliera di 35 gradi con mappe di previsione a livello italiano per tre giorni. «La previsione fornita è a maggiore risoluzione rispetto a quelle sviluppate in precedenza, in quanto basata su un modello meteorologico a risoluzione di 2.5 km», spiega Marco Morabito del Cnr-Ibe.

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