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Campagna per ridurre le microfibre in mare: l’obiettivo è intervenire alla fonte

L’iniziativa “Only One” di Marevivo, Marina Militare, Fondazione Dohrn e Beko punta a ridurre la presenza di microfibre in mare e negli oceani

di Davide Madeddu

(Adobe Stock)

3' di lettura

L’obiettivo è quello di ridurre la presenza di microfibre in mare e negli oceani, con un forte intervento alla fonte. E invertire la rotta che oggi vede concentrazioni di microfibra (nel 40 per cento dei casi di origine plastica) «in tutti i mari» in una scala che va da un minimo di una fibra ogni 50 litri, fino ad oltre 25 fibre per singolo litro d’acqua. Dati che, secondo gli esperti, impongono un cambiamento di rotta. Questo il focus e filo conduttore dell’iniziativa che si è svolta a Venezia nell’ambito della campagna internazionale “Only One: One Planet, One Ocean, One Health” lanciata da Marevivo, Marina Militare e Fondazione Dohrn e supportata da Beko.

Uno scenario poco confortante

Un’occasione per fare punto della situazione e da cui emerge uno scenario poco confortante. «Di 13 milioni di tonnellate di plastica che si riversa ogni anno nei nostri mari, un terzo proviene dalle microfibre rilasciate durante il lavaggio dei capi in lavatrice - ha detto Raffaella Giugni, responsabile delle relazioni istituzionali Marevivo, che ha illustrato le finalità della campagna di sostenibilità “Only One” -. Un carico di lavatrice produce, infatti, tra i 6 e i 17 milioni di microfibre di cui il 40% non viene catturato dai filtri né dagli impianti di depurazione, e finisce in mare, dove viene ingerita dagli organismi che lo abitano e entrando, di fatto, nella nostra catena alimentare».

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Da qui la necessità di portare avanti la campagna #stopmicrofibre, con cui, come sottolineato da Raffaella Giugni «Marevivo intende proprio sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tipo di inquinamento».

Un’emergenza che colpisce tutti i mari

Anche perché, come sottolineato da Francesco Regoli, direttore dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente Università Politecnica delle Marche «l’inquinamento da plastiche e microplastiche è un’emergenza che colpisce tutti i mari e gli oceani del mondo, e oggi sappiamo che la maggior parte di questo inquinamento è dovuto alle microfibre di origine tessile».

«La loro produzione è in costante crescita ed ha raggiunto i 120 milioni di tonnellate nel solo 2019 - ha sottolineato Regoli -. Le microfibre si ritrovano in tutti i mari con concentrazioni che vanno da 1 fibra ogni 50 litri, fino ad oltre 25 fibre per singolo litro d’acqua. Abbiamo evidenze chiare della loro ingestione da parte di tutte le specie marine con frequenze che possono superare il 90% degli organismi analizzati e le microfibre dai tessuti sono 10 volte più alti rispetto a quelli delle altre microplastiche. I loro effetti si stanno rivelando gravi per gli organismi che le ingeriscono».

La soluzione? Il sistema di filtraggio

Da qui la necessità di trovare una soluzione, intervenendo in una fase cruciale: quella del sistema di filtraggio. Ossia la parte del processo che dovrebbe limitare il passaggio delle microfibre.

«Ci siamo imbarcati nella campagna ‘Only One’ perché crediamo nella necessità di fare cultura, di fare educazione anche con piccoli gesti quotidiani - ha detto Francesco Misurelli, ceo di BekoItaly-. Per noi oggi è un tassello di un percorso di sensibilizzazione sulla rotta della sostenibilità, che vuole dare il via ad una sorta di effetto domino: abbiamo studiato a fondo quanto il mare e gli oceani giochino un ruolo fondamentale per il mondo in cui viviamo; abbiamo constatato che ognuno di noi mediamente ingerisce 5 grammi di plastica, l’equivalente di una carta di credito a settimana, per lo più rilasciata dagli indumenti sintetici durante i lavaggi: ci siamo chiesti come una grande azienda come la nostra potesse intervenire ed eccoci qui con FiberCatcher, un brevetto che mettiamo a disposizione anche dei nostri competitors, perché solo un’azione sinergica può condurre a grandi risultati».

A seguire questa direzione, puntando su innovazione e iniziative volte a lmitare la presenza di plastiche in mare anche aziende come il Linificio e Canapificio Nazionale: «Tutelare la vita sott’acqua e sulla terra grazie ad innovazione continua ed interventi mirati - ha detto l’amministratore delegato Pierluigi Fusco Girard, amministratore delegato -. Tra questi lo sviluppo di reti per ortofrutta in lino, un’alternativa creata per ridurre il quantitativo di reti di plastica che continuano a fluire verso mari ed oceani».

E si prepara ad attraversare un momento di grande trasformazione anche il mondo della moda, come rimarcato da Caterina Occhio, membro comitato scientifico sostenibilità dell’Accademia Costume & Moda: «L’Accademia con grande senso di responsabilità si vuole porre al centro di questa trasformazione affrontando tutti i temi rilevanti per poter formare una nuova generazione di designer, comunicatori e manager della moda consapevoli e responsabili».

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