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Integratori alimentari verso i 5 miliardi di vendite nel 2025

Secondo un’indagine di Integratori & Salute (Unione italiana food) nonostante le difficoltà il 62% continua investire in R&S e il 52% non ha risentito negativamente della Pandemia

di Emiliano Sgambato

(Adobe Stock)

3' di lettura

Il mercato italiano degli integratori ha raggiunto i 4 miliardi di vendite, si conferma il primo in Europa e sembra soffrire meno di altri comparti la crisi. Come in altri settori, le aziende dovranno far fronte a un aumento dei costi sia a livello energetico di produzione, trasporti, materie prime e packaging che di analisi sulla qualità delle materie prime per garantire sicurezza e conformità alle normative. Tuttavia – secondo l’indagine condotta tra 84 aziende del settore “Aggiornamenti sull'impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato” a cura del Centro studi Integratori & Salute di Unione Italiana Food – le premesse per affrontare le nuove sfide ci sono tutte: il 52% delle aziende dichiara di non aver risentito dell'impatto della pandemia sul business, e, nonostante le difficoltà, il 61% investe su digitalizzazione e innovazione.

Tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l'integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguito dagli strumenti digitali per la gestione dell'informazioni medico-scientifica (28%), internet delle cose e delle macchine (20%), strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%).

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«Risultati che confermano l'atteggiamento positivo delle aziende davanti alle sfide del futuro arrivano anche dalle assunzioni – spiega una nota –. Il 71% delle aziende dichiara di aver ampliato il proprio organico nel 2021. Nonostante la pandemia abbia comportato ritardi (38%), riadattamenti (23%) e in alcuni casi interruzioni (6%) di lanci di prodotto, il 33% delle aziende non ha subito battute d'arresto, continuando a lavorare su nuove soluzioni.

Farmacista (45%) e medico (36%) rimangono le principali fonti informative a cui si rivolgono i consumatori:  il 51% delle aziende rispondenti non utilizza l'e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l'utilizzo di questo canale neanche in futuro.

Per l'84% delle aziende rispondenti, la sostenibilità è un tema cruciale e per il 52% avrà un ruolo sempre più rilevante in futuro. Nel corso del 202, gli investimenti sono stati soprattutto a livello di packaging (27%), sicurezza e salute dei dipendenti (24%), seguiti da interventi in termini di processo produttivo (16%), materie prime (16%) e welfare aziendale (15%).

«Le imprese, dopo una buona tenuta nel 2020, hanno mostrato un’accelerazione nel 2021, grazie a una crescita diffusa di tutte le classi dimensionali e al traino delle imprese di più recente costituzione – spiega Giovanni Foresti, direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo –. Le aziende fondate dopo il 2010 hanno, infatti, registrato un aumento del fatturato in termini mediani pari al 26,6% tra il 2019 e il 2021. Al contempo la marginalità e la patrimonializzazione si sono ulteriormente rafforzate: nel 2021 la mediana dell'Ebitda margin ha toccato il 13,2%, mentre il patrimonio netto in percentuale del passivo è salito al 45%; si tratta di livelli di assoluta eccellenza nel panorama economico italiano».

«L'Italia vanta importanti primati, tra cui quello di avere il più grande mercato degli integratori alimentari in Europa, oltre un quarto del suo totale, con attese di sfiorare i 5 miliardi di vendite nel 2025 – aggiunge Gabriele Barbaresco, responsabile area studi Mediobanca –. Per gli integratori alimentari le prospettive di crescita mondiale sono molto favorevoli: quasi l'8% di crescita media annua, per un mercato globale vicino ai 240 miliardi dollari nel 2027. La finanza è interessata a sostenere questo processo: il 2021 ha segnato negli Stati Uniti il record di operazioni nel settore degli integratori, con i fondi di private equity che da soli hanno originato oltre il 30% dei deal. I multipli sono generosi: 11,5 volte l'ebitda, ma nel caso di eccellenze ci si avvicina a 20 volte».

«Nel processo di sviluppo, le aziende sono consapevoli che dovranno tener conto anche di nuove sfide determinate da emergenza ambientale, espansione dei processi di digitalizzazione, e-commerce ed evoluzione della comunicazione sempre più proiettata all'omnicanalità – commenta il presidente Integratori & Salute Germano Scarpa –. La nostra filiera si è mostrata resiliente e in salute, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell'occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Tuttavia, il nuovo contesto geopolitico legato alla guerra Russia-Ucraina continuerà ad avere fortissime ripercussioni su tutti i comparti industriali e produttivi. Per il nostro settore quindi l'aumento di costi/tempistiche legati alla produzione degli integratori, la logistica, la sostenibilità e la digitalizzazione rappresentano le principali sfide del futuro».


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