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Intel, a rischio gli investimenti per la gigafactory in Veneto

Il colosso Usa valuta una revisione dei programmi d’investimento in Italia ma amministrazioni e imprese venete sostengono la Regione nella partita del maxi insediamento

di Barbara Ganz

(Bloomberg)

3' di lettura

Il Veneto «ha fatto, e farà, tutto il necessario per portare nel sito individuato a Vigasio, nel Veronese, lo stabilimento italiano di Intel». Dunque «tutti i compiti sono stati fatti», e non risulta al momento alcun passo indietro o ripensamento: nel rispetto della clausola di riservatezza dovuta in questi casi, la posizione della Regione guidata da Luca Zaia resta la stessa - lavorare in silenzio, da quando lo scorso settembre l’agenzia di stampa tedesca Reuters riportava l’attenzione sul sito veneto - mentre prosegue la necessaria interlocuzione con il Governo italiano.

Condizioni mutate

Sullo sfondo ci sono però un rallentamento nelle scelte di Intel e le mutate condizioni di politica economica negli Stati Uniti che potrebbero far rivedere i programmi di investimento, mentre trapela che il gruppo di Santa Clara non ha trovato interlocutori del Governo italiano al forum di Davos. Nei giorni scorsi il voto unanime, da parte del Consiglio regionale, della risoluzione “Azioni regionali per l’insediamento di Intel nel territorio veronese” - che offre sostegno alla Giunta regionale nello sforzo di favorire, in sinergia con il mondo industriale, l’insediamento della multinazionale statunitense, che produce chip e semiconduttori, a Vigasio, per la parte assemblaggio e confezione - ha dato il segno del supporto trasversale a questa partita: «L’investimento darà sviluppo e occupazione al territorio del Nordest - si legge nel testo - con importanti ricadute per tutta la filiera collegata all’hitech. La Risoluzione auspica anche che la Giunta regionale dia corso a una intensificazione della fase precontrattuale, al fine di poter proporre al partner soluzioni di mercato migliorative rispetto ad altri potenziali interlocutori».

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Il fattore logistica

Se la regione è pronta, altrettanto lo è la provincia, ottava a livello italiano come indice di competitività (elaborato su dati Cresme) e con indicatori tutti in crescita, a cominciare da quelli che possono renderla interessante per un investimento della multinazionale americana. «Sappiamo che la partita si gioca ormai non a livello locale ma nazionale, o forse sovranazionale - spiega il presidente di Confindustria Verona Raffaele Boscaini - Noi sul tavolo mettiamo i nostri dati: un territorio ricco di imprese, 8,7 ogni 100 abitanti, con una dimensione superiore alla media nazionale».

In controtendenza (positiva) anche il segnale che arriva dalla demografia: Verona ha uno dei più bassi indici di vecchiaia, ed è al sedicesimo posto in Italia (primo in Veneto) sia per percentuale di giovani che per saldo migratorio positivo; la presenza dell’università significa anche capacità di ricerca e di formazione di persone preparate e aggirnate. E poi c'è la logistica, l'altro fattore che proprio in quest'area del NordEst - crocevia fra Nord e Sud - ha già portato altre multinazionali straniere che qui hanno aperto sedi italiane e filiali (fra le altre (come Coca Cola, Zalando, Amazon, Aldi).

Gli investimenti in campo

Un quadro che continua ad arricchirsi: a inizio dicembre è arrivato l’atteso via libera alla proposta di finanza di progetto da 7,2 miliardi di investimenti presentata da Autostrada del Brennero Spa al ministero per le Infrastrutture e i Trasporti. Per l’amministratore delegato, Diego Cattoni «una notizia che non solo Autobrennero, ma tutti i territori dal Brennero a Modena attendevano. La nostra proposta è tesa a riconfigurare la mobilità lungo l’asse del Brennero». Solo in provincia di Verona valgono 1,2 miliardi gli investimenti previsti : la Società è pronta a trasformare quest’asse nel primo Green Corridor d'Europa: se Intel ha previsto di insediare i nuovi poli europei fra Italia e Germania, questi dati possono avere un peso rilevante.

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