ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDossier Aixia/Cnr

Intelligenza artificiale, così la Cina minaccia l’Europa e l’Italia

Nel report pubblicato dal Cnr emerge come la volontà di espansione mondiale di Pechino nel settore possa mettere a rischio la privacy di molti utenti

di Marco Ludovico

Il regolamento Ue sull'intelligenza artificiale

3' di lettura

L’Ia-intelligenza artificiale è ormai una strategia nazionale. Di stato, in alcuni casi, strada ad alta velocità per la crescita dell’economia pubblica e privata. In grado, volendo, di dare nuova potenza a una nazione. Anche se non tutti a portata di mano, opportunità e risultati sono così numerosi da stimolare l’impiego di risorse umane e finanziarie con investimenti a tutto campo nel settore. Il report da poco uscito «L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile» pubblicato dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) è un dossier sullo stato dell’I.a. in Italia e nei paesi più sviluppati nel mondo. Con un protagonismo crescente della Cina. Non privo, anzi foriero di potenziali conseguenze sulla sicurezza nazionale degli altri Stati.

I più avanzati: Nord-America ed Europa

Il dossier, curato dall’Aixia-l’associazione italiana per l’intelligenza artificiale presieduta dal fisico Piero Poccianti, insieme all’ong 2.0, l’onlus Cisv (comunità impegno servizio volontario) e l’università Aldo Moro di Bari, visualizza le posizioni aggiornate sul terreno del grande gioco internazionale sull’I.a. «Le nazioni più avanzate nel campo dell’I.a. si trovano in Europa Occidentale e nel Nord America - si legge nel report - gli Stati Uniti la fanno da padrone in virtù soprattutto della Silicon Valley» e delle «grandi aziende tecnologiche come Google, Amazon, Facebook e Ibm fondamentali per guidare e commercializzare la ricerca sull’I.a.». Nel vecchio continente, dove non c’è «ancora alcun hub tecnologico alla pari con gli Usa, l’Europa occidentale ha un’alta concentrazione di strategie nazionali di I.a. supportate dalla strategia dell’Unione Europea». Proprio il 24 novembre scorso nel Consiglio dei ministri presieduto da Mario Draghi l’Italia ha adottato il «Programma strategico per l’I.a. 2021-2024».

Loading...

E la Cina si muove a passo di carica

In questo scenario, in analogia ad altre tecnologie come il 5G, «la Cina sta avanzando velocemente grazie a forti investimenti, supporto statale e spregiudicatezza di fondo» scrive il dossier. Del resto, se gli unicorni (start up con almeno un miliardo di dollari o di euro di capitalizzazione) tecnologici negli Stati Uniti sono 198, in Cina arrivano già a 103. La nazione cinese ha varato nel luglio 2017 il suo «Next Generation Artificial Intelligence Development Plan» e, sottolinea la ricerca, «sta sfruttando al massimo le sue capacità attraverso dei piani concreti e rapidi, avvantaggiati dall’enorme quantità di dati a disposizione». E ricorda come «le acquisizioni cinesi di aziende high-tech europee abbiano provocato una significativa preoccupazione».

A Pechino una pianificazione strategica

«Completo e dettagliato» il piano cinese 2017 annovera «iniziative e obiettivi per la ricerca e sviluppo, l’industrializzazione, lo sviluppo dei talenti, l’istruzione e l’acquisizione di competenze, la definizione di standard e regolamenti, norme etiche e sicurezza». Così emerge «un desiderio specifico per la Cina di diventare un leader mondiale nella definizione di norme etiche e standard per l’I.a.». Etica e privacy, con miliardi di dati posseduti, sono però un aspetto critico: «Nell’ambito della privacy in Cina ci sono rischi significativi relativi all’implementazione dell’I.a.». Del resto sulla protezione dati personali nella nazione asiatica ci sono stati «regolamenti deboli» a fronte di «sfumature autoritarie di un controllo pervasivo». Alla fine il governo di Pechino «ha a disposizione un quantitativo di dati spropositato».

Una sfida per l’intelligence

«Dopo aver inviato i loro studenti negli atenei americani ed europei oggi la Cina trattiene in loco i suoi scienziati e imprenditori ormai specializzati nell’I.a» sottolinea il professor Poccianti «e sta cercando di attrarre ricercatori da altre parti del mondo». Con questa potenza di fuoco tecnologica e finanziaria, di stato ma anche privata, si sviluppano a ripetizione progetti di I.a. come le smart cities con modelli esportati nel resto del mondo. Ma l’allarme sul valore disconosciuto della privacy in Cina, lanciato più volte a Washington dal governo degli Stati Uniti, ha messo da tempo in allerta le intelligence occidentali. «In alcune scuole cinesi sono state installate webcam che percepiscono il grado di attenzione degli studenti e riportano queste informazioni direttamente ai docenti» ricorda Poccianti. La potenza e la minaccia dello sviluppo della I.a. - così come quella cyber - cinese in Italia è un dossier aperto e aggiornato di continuo dai nostri servizi di informazione e sicurezza. Sui tavoli di Elisabetta Belloni (Dis), Mario Parente (Aisi) e Gianni Caravelli (Aise) con la supervisione politica del premier Mario Draghi e dell’autorità delegata Franco Gabrielli.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti