Intelligenze parallele: che ne sarà di noi all'epoca di Chat Gpt?
Dalle ricette alle domande esistenziali: come trovare le risposte anticipando bisogni ed eliminando errori? Se lo chiedono nella Silicon Valley dove tutti sono impegnati ad addestrare la prossima AI.
di Davide Dattoli
2' di lettura
Siamo nati e cresciuti con il concetto di “ricerca delle risposte”. Prima si usavano enciclopedie e libri di testo, poi è arrivato Google: con Wikipedia, i siti web e tutto il resto. Oggi, se ho un dubbio, non devo più cercare più di una risposta, soppesare quelle che ritengo migliori e farmi un'idea complessiva. Oggi c'è qualcuno, o meglio qualcosa, che mi risponde e, visti i primi risultati, tendenzialmente lo fa in modo corretto. Chat Gpt (Generative pre-trained transformer, strumento che utilizza algoritmi per generare reazioni simili alle nostre, ndr) velocizza i processi e, a tendere, sarà sempre più affidabile, quindi potrebbe arrivare a minimizzare o azzerare gli errori umani.
Un cambiamento epocale che porterà a una rivoluzione complessiva del sistema: che ne sarà del diritto d'autore? E delle testate giornalistiche di approfondimento? Arriveremo a chiederci: perché devo leggere un giornale quando posso trovare tutte le soluzioni e le connessioni alle mie più recondite curiosità semplicemente chiedendole a un'intelligenza artificiale? E se si stanno studiando delle Chat Gpt vocali o addirittura basate sui video, la questione si fa ancora più seria. Non ascolteremo più radio o podcast? Non utilizzeremo più Alexa o Siri? Non serviranno più Netflix, Sky, la televisione? Non nego di essermi posto queste domande. Mi sono chiesto: come sto usando le nuove opportunità dell'AI? E mi sono dato una risposta che, a pensarci, è preoccupante, certamente allettante, ma altrettanto minacciosa: ma certo, la utilizzo per diventare tuttologo! Sapere tutto. Avere tutte le risposte in tasca, nel vero senso della parola.
Qualche settimana fa dovevo prepararmi per l'assemblea di un cda riguardo a nomine e relazioni nelle società quotate. L'ho digitato su Chat Gpt. Risultato: una considerazione tutt'altro che stupida, anche andandola a confrontare con documenti e testi legali. Poi sono tornato a casa, ho aperto il frigorifero e non c'era molto. Ho chiesto ancora al mio alleato: che cosa cucino con questi tre ingredienti? Anche in questo caso il consiglio è stato ottimo. Google deve iniziare a tremare? Sembra l'abbia già fatto e che a Mountain View si siano messi al lavoro i due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, richiamati dal ceo Sundar Pichai, e che ora Google sia prossimo al lancio di venti nuovi prodotti di intelligenza artificiale, oltre a un chatbot tutto suo, Sparrow. La risposta a Chat Gpt si basa sull'AI di DeepMind e sfrutta Chinchilla, modello linguistico che ha 70 miliardi di parametri contro i 175 miliardi di Chat Gpt. Ma non per questo Sparrow sarà meno sapiente: un numero inferiore di token per farlo esercitare realizzano un sistema meglio addestrato, quindi meno performante, ma più preciso.
Forse, quando Chat Gpt supererà la fase Beta, i motori di ricerca moriranno, ma le Big Tech saranno già pronte a rispondere. Vedremo. Intanto, nel mio piccolo, cercherò di non eccedere e, nel day by day, sceglierò di usare l'AI soltanto per completare e approfondire conoscenze. Senza esagerare, senza farmi prendere troppo la mano. Sempre che non l'abbia già fatto… Siete sicuri che questo articolo sia stato scritto da Davide Dattoli e non da Chat Gpt?
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