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Inter-Milan, la doppia semifinale Champions vale incassi storici al botteghino: oltre 20 milioni di euro

La cavalcata nella massima competizione europea vale per i due club anche un netto miglioramento dei conti. Il match di andata vinto 2-0 dai neroazzurri

di Marco Bellinazzo

(articolo aggiornato il 10 maggio alle ore 23,12)

(ANSA)

4' di lettura

Con una partenza a razzo e due gol in 11 minuti (più un rigore concesso e poi tolto al Var), l’Inter ipoteca la finale Champions vincendo 2-0 nell’andata di semifinale col Milan (che giocava in casa).

Intanto comunque un record la semifinale di Champions tutta milanese lo ha già stabilito: il record di incassi al botteghino. Le entrate per le due gare, infatti, hanno permesso di incassa ai due club cifre storiche. Sia il Milan che ospita il match di andata che l’Inter, padrone di casa il prossimo 16 maggio per quello di ritorno, hanno guadagnato dalla vendita dei biglietti oltre 10 milioni di euro a testa. Un ottimo risultato che si aggiunge agli incassi già registrati con i sold out dei quarti di finale e che agevolerà le die società nella chiusura dei bilanci stagionali.

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Ritorno all’utile per il Milan

Il presidente del Milan Paolo Scaroni ha sottolineato come anche grazie alla “inattesa” cavalcata in Champions il fatturato al 30 giugno 2023 supererà i 350 milioni. E la prospettiva è addirittura quella di un ritorno all’utile. «I nostri ricavi crescono - ha detto Scaroni qualche giorno fa - , spero proprio sia l’anno in cui le nostre cifre saranno positive. L’ultima volta che il Milan ha avuto un risultato positivo è stato il 2006». Negli ultimi tre anni la scalata del Milan è stata considerevole: dalla partecipazione all’Europa League nella stagione 2019-20, il ritorno in Champions League nel 2020-21, la vittoria del campionato nella stagione 2021/22 e adesso la semifinale di Champions. In questo periodo i ricavi complessivi sono saliti da 192 milioni del 2020 ai 297 del 2022. Il risultato d’esercizio contestualmente ha visto il Milan accusare un deficit triennale di 357 milioni. Ma le perdite si sono progressivamente ridotte: -195 milioni del 2020, -96 nel 2021 e -66 l’anno scorso. A crescere sono stati soprattutto i ricavi commerciali saliti da 52 a 81 milioni, oltre ai maggiori proventi connessi alla partecipazione alla Champions. Nelle tre annualità della pandemia, i salari dei tesserati si sino mantenuti intorno ai 140 milioni, mentre gli ammortamenti dei cartellini si sono ridotti da 94 a 72 milioni. Al 30 giugno 2022 l’indebitamento finanziario è sceso ad appena 28 milioni.

L’Inter per ridurre le perdite

Anche per l’Inter si prospetta un fatturato record. Senza l’incidente di DigitalBits che ha sottratto 25 milioni di entrate annuali si sarebbe potuta superare la soglia dei 400 milioni, al netto delle plusvalenze. Nel bilancio al 30 giugno 2022, in effetti, i ricavi sono stati pari a 439 milioni ma il player trading ha contribuito per 108 milioni. Tuttavia si profila un netto incremento dei proventi da stadio che superano la media dei 40 milioni delle ultime stagioni per sfiorare i 70 milioni. In questo modo il management nerazzurro si appresta a dare una sforbiciata al deficit, che però resterà più alto di quello rossonero. Nei tre anni funestati dal Covid, l’Inter ha maturato perdite per 488 milioni (con un indebitamento finanziario al 30 giugno 2022 pari a 350 milioni). Nella stagione scorsa il rosso si è attestato a quota 140 milioni. I salari per i tesserati nella scorsa stagione sono stati pari a 197 milioni (215 milioni l’anno prima), cui vanno sommati 101 milioni di ammortamenti (137 milioni l’anno prima). Il peso degli oneri finanziari che costano oltre 30 milioni di interessi e un fatturato che fatica a crescere in modo strutturale hanno imposto al club un aggiustamento organico che come ha confermato l’ad Alessandro Antonello nell’intervista concessa al Sole 24 Ore, continuerà anche la prossima estate, «ma senza rinunciare alla competitività della rosa e tenendo conto degli obiettivi sportivi».

«Intanto - ha aggiunto Antonello - dopo 20 anni torna un derby per Milano. Quindi già il fatto di essere due squadre di una città è un unicum in Europa e forse questo è un momento di orgoglio, orgoglio per la città, ma orgoglio per il calcio in generale, orgoglio anche per l’Italia. Sono due squadre che si affronteranno non solo sul campo, quindi come ci siamo detti, per il risultato sportivo, ma anche per quello che hanno fatto in questi ultimi anni di evoluzione nell’industria del calcio. È vero, i problemi ci sono, ce ne sono tanti però questo è il momento forse anche di riconoscere che il tanto criticato calcio italiano oggi in questa fase paradossalmente sta esprimendo un potenziale rispetto anche ad altri Paesi europei molto più importanti».

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Quanto vale la finale

Gli incassi da Champions per una delle due squadre di Milano, peraltro, non sono esauriti, anzi si incrementeranno raggiungendo la finale, Chi andrà a giocare a Istanbul avrà la possibilità di ottenere altri 23,5 milioni,

Il Milan partecipando alla massima competizione europea da campione d'Italia ha raccolto 83 milioni senza contare la fetta “variabile” di market pool (lo scudetto vale la certezza di 8 milioni per la quota fissa). I rossoneri hanno messo insieme i 15,6 milioni del bonus per la partecipazione, i premi sul campo per 9,3 milioni, più la quota di premi non distribuiti (meno di 700mila euro nel caso dei rossoneri), i 14,8 milioni previsti dal ranking decennale, più i bonus per l’accesso a ottavi, quarti e semifinali.

L’Inter ha accumulato ricavi analoghi intorno agli 80 milioni fin qui. Al bonus partecipazione da 15,6 milioni, si sommano i ricavi dal ranking storico e la prima parte del market pool, basata sul piazzamento della Serie A 2021/22, che per l'Inter seconda) vale 6 milioni di euro, e i premi per i risultati ottenuti nel girone (10 milioni di euro), oltre agli assegni collegati alla qualificazione agli ottavi, ai quarti di finale e alle semifinali. Il Milan dovrà retrocedere 2 milioni quale multa per l’accordo transattivo concordato con la Uefa ad agosto 2022, mentre l’Inter ne lascerà a Nyon il doppio.

Chi approderà alla finale di Istanbul, comunque, potrà incassare un ulteriore premio di 15,5 milioni, oltre al plus sul market pool, cui di aggiungerebbero in caso di vittoria, ulteriori 8 milioni: 4,5 milioni per il trofeo, più 3,5 milioni per la Supercoppa Europea.


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