Il graffio del lunedì

Inter pragmatica: ancora avanti tutta

Con 11 punti di vantaggio sul Milan la squadra guidata da Antonio Conte, pur senza dare granché spettacolo, si avvicina alla meta finale

di Dario Ceccarelli

Arrigo Sacchi compie 75 anni, e' stato l'allenatore del primo storico Milan di Berlusconi

4' di lettura

È un periodo così, facciamocene una ragione. Un periodo difficile in cui tutti sono invitati a fare un deciso “cambio di passo”. E tutti, più o meno a fatica, si adeguano. Perfino il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, dà qualche piccolo segnale di cambiamento. Non che le vaccinazioni si siano moltiplicate come i pani e i pesci, ma insomma qualcosa in più nella sanità lombarda comincia a intravedersi. Dopo la guerra, Vittorio De Sica s'inventò il celeberrimo film Miracolo a Milano. Tra poco, chissà che non venga fuori il remake Miracolo in Lombardia. Anche il Pd con Enrico Letta mostra qualche lampo di discontinuità. Dettagli poco rilevanti, certo, però una graduale svolta lo si nota anche nel Partito democratico.

Conte prosegue, e tanti saluti ai criticoni

Chi invece se ne frega e, giustamente, va avanti per la sua strada è Antonio Conte, il tecnico dell'Inter. Nessuno cambio di passo, per lui, anzi. Più i critici, come Arrigo Sacchi, lo stuzzicano sulla scarsa qualità del gioco nerazzurro, e più Conte prosegue imperterrito nella sua ben retribuita missione: conquistare lo scudetto, col minimo dei rischi possibile. Con tanti saluti alla compagnia dei criticoni. Estetica? Spettacolo? Per carità, sono cose da anime belle, ma se si vuole finalmente acchiappare questo benedetto scudetto, bisogna andare avanti così, ripete come un mantra il tecnico nerazzurro.

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Conte sarà noioso, ma ha ragione da vendere. Infatti anche col Cagliari l'Inter si ripete vincendo con uno striminzito gol di Darmian a circa un quarto d'ora dalla fine, golletto che blinda ulteriormente la leadership nerazzurra. Non c'è certezza matematica, ma a otto partite dalla fine, undici punti (dal Milan) sono una enormità. Soprattutto per la tranquillità con cui l'Inter scende i campo. Gioca con la sicurezza dei forti, sapendo che, prima o poi, un gol arriverà. Non si vincono undici partite consecutive, realizzando 69 reti e subendone solo 27, se ci sono dei problemi. Certo, contare su Lukaku che segna a raffica e, da solo, si porta via mezza difesa avversaria, aiuta. Eccome se aiuta. Però l'Inter, col suo passo, punta diritto al traguardo.

Perfino Conte, e anche questo è un miracolo, sorride. E dice: «Cominciamo a vedere il traguardo. Però non bisogna mollare…». Povero Conte, se non fosse Conte farebbe quasi tenerezza. Riesce in due imprese quasi miracolose (far conquistare lo scudetto all'Inter e togliere dopo quasi dieci anni il titolo alla Juventus) e questi lo criticano. Che i nuovi filosofi del calcio siano un tantino rosiconi?

La grande ammucchiata

Dietro l'Inter, più in basso, vincono tutte formando una grande ammucchiata. Una calca frenetica per conquistare un posto in Paradiso, cioè in Champions. Il Milan, a quota 63, è in seconda posizione, ma non può star molto tranquillo. Il 3-1 a Parma gli ha dato punti e morale, però qualche perplessità resta. Formidabile in trasferta (13 successi) è molto meno brillante a San Siro dove non vince dal 7 febbraio col Crotone. Il motivo non è chiarissimo, però i numeri lo dicono chiaramente. In casa, la squadra di Pioli accusa pause inquietanti.

Tornando alla partita col Parma, c'è poi il giallo dell'espulsione di Ibrahimovic avvenuta al 60' quando ormai i rossoneri avevano la partita in pugno. Al di là del fatto che non si è ancora capito cosa abbia effettivamente detto Ibra all'arbitro Maresca per farsi buttar fuori (lo si capirà solo dopo la decisione del giudice sportivo), va aggiunto che un campione della sua esperienza non avrebbe mai dovuto trovarsi in una situazione del genere. Dopo la sua uscita il Milan ha rischiato. Almeno un turno di squalifica non glielo toglie nessuno. Maresca sarà anche eccessivamente permaloso, però Ibra forse parla un po' troppo. A Sanremo può funzionare, sul campo si viene espulsi.

Dopo il Milan, a quota 62 c'è la Juventus. Che piano piano risale. Contro il Genoa trova la sua seconda vittoria consecutiva (3-1), ma dire che tutto sia andato bene, sarebbe pura propaganda. Dopo un ottimo primo tempo, i bianconeri nella ripresa sono ricaduti nei vecchi vizi rischiando di venir raggiunti dai rossoblu. È stato Mckennie, entrato al 70', a chiudere il match.«Ci siamo complicati la vita con le solite distrazioni» ha detto Pirlo commentando le strane oscillazioni della Juve. «Mi do un sei di stima» ha poi risposto il tecnico stilando un primo bilancio del suo operato in panchina. Insomma, non tutto gira come dovrebbe.

E qui le cose si complicano perchè, nel prossimo turno, la Juventus giocherà a Bergamo contro l'Atalanta in una specie di spareggio anticipato che promette scintille. Uno spareggio tra due squadre “diversamente distratte”. Anche la squadra di Gasperini, vittoriosa nel posticipo con la Fiorentina (2-3), ha accusato infatti amnesie poco spiegabili. Con i viola, in vantaggio per due a zero (doppietta di Zapata) l'Atalanta riesce prima a farsi raggiungere (due reti di Vlahovic) e poi vincere in extremis grazie a un rigore di Ilic. Un successo che le permette di stare in scia alla Juventus ma con qualche affanno di troppo.

Anche Il Napoli, che passa sulla Sampdoria a Genova (0-2), aggiunge un’altra casella alla sua striscia di sei successi consecutivi. Ai blucerchiati annullano un gol, ma la squadra di Gattuso vince con pieno merito confermando il suo buon periodo. Sono tornati i migliori e si vede. La Champions è nel mirino. E la prossima settimana ospita l'Inter in una sfida importante per tutti. Resta il rammarico per quanto il Napoli si è lasciato per strada. Ma come dicono da quelle parti: «Scurdammoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule, paisà».

Col vento in poppa anche le romane. La Lazio, a Verona, infila la quarta vittoria consecutiva con un colpo di testa di Milinkov al 92'. Tre punti presi in extremis ma che valgono oro. Idem per la Roma che dopo il brillante successo contro l'Ajax si ripete in campionato superando il Bologna con un contropiede dello spagnolo Borja Mayoral. Il Bologna ha sprecato molto, ed è stato punito. La Roma, priva di diversi titolari, non ha però rubato.

Infine una notazione poco rassicurante per tutti. Un problema tecnico ha impedito su Dazn di vedere le partite Inter-Cagliari e Verona-Napoli. Ricordiamo che per il prossimo triennio Dazn ha ottenuto i diritti tv di 7 partite su dieci. Ne vedremo (o non vedremo) delle belle. In streaming, naturalmente.


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