Locazioni

Intesa Airbnb-Comune di Milano per favorire gli affitti a canone concordato

Le prime iniziative riguarderanno i contratti di affitto transitori – quelli con durata compresa fra 1 e 18 mesi – e il contratto di affitto per studenti

di Laura Cavestri

3' di lettura

C’è chi ha bisogno di ristrutturare e ha la casa inagibile per 4 mesi, chi è tornato per qualche mese al paese e ha affittato il bilocale su cui ogni mese grava il mutuo. O la studentessa straniera rimasta inj Italia qualche mese in più per motivi sanitari. Sono sempre di più le persone che hanno necessità di soggiornare a Milano per un periodo lungo, ma comunque a termine. Non proprio turisti, piuttosto dei “cittadini temporanei”. Intercettando questo fenomeno, il Comune di Milano e Airbnb hanno siglato un accordo di collaborazione con il quale la piattaforma si impegna a promuovere gli affitti a canone concordato.

Le prime iniziative riguarderanno i contratti di affitto transitori – quelli con durata compresa fra 1 e 18 mesi – e il contratto di affitto per studenti. L’annuncio è stato dato oggi dagli assessori Gabriele Rabaiotti e Pierfrancesco Maran e dall’head of public policy di Airbnb Valentina Reino.

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L’accordo

Il “patto” Airbnb-Comune è il risultato di un avviso pubblico di manifestazione di interesse preparato dalla direzione Casa del Comune di Milano. Il progetto, presentato da Airbnb e approvato dal Comune, prevede la creazione di una pagina dedicata dove gli host troveranno due template di contratti di locazione a canone concordato (1-18 mesi e studentesco 6-36 mesi), oltre che le informazioni sulle agevolazioni del Comune per la promozione del canone concordato.
La pagina verrà promossa attraverso una campagna su diversi canali: seminari in collaborazione con l’associazione dei proprietari OspitaMI, email informative agli host Airbnb e una campagna sui social network.
Saranno inoltre disponibili sulla pagina tutte le informazioni relative alle agevolazioni del Comune per la promozione del canone concordato attraverso l’Agenzia sociale della locazione, oltre alle forme di garanzia per la regolare esecuzione dei contratti di locazione a favore di proprietari e inquilini. «L’obiettivo del nostro avviso che peraltro è ancora aperto – ha dichiarato Gabriele Rabaiotti, assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano – è quello di riuscire a collegare la politica pubblica del canone concordato con le reti di offerta commerciale presenti nella città che intervengono sulla locazione privata. Siamo quindi soddisfatti del fatto che, dopo l’accordo con immobiliare.it, anche Airbnb si sia resa disponibile a partecipare a questa sfida. Se la locazione nelle città è garanzia di vivacità e mobilità sociale, il calmieramento dei prezzi dell’affitto attraverso il canone concordato è garanzia di maggiore accessibilità universale, in modo che tutti abbiano la possibilità di accedere alle opportunità che la città offre».

«La pandemia ha cambiato le dinamiche di domanda e offerta abitativa a livello mondiale, creando l’esigenza di pensare a nuove strategie attraverso il dialogo tra pubblico e privato – ha dichiarato Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano –. Le istituzioni devono essere più dinamiche, le piattaforme che hanno rappresentato l’innovazione dello scorso decennio possono implementare i propri servizi adattandoli al prossimo. Questo accordo nasce proprio con questo obiettivo, e dalla consapevolezza che il tema dell'abitare sarà centrale nei prossimi anni in una città che vuole accogliere tutti».

L’identikit del milanese “temporaneo”

Chi arriva in città e si affida Airbnb per una prenotazione oltre i 28 giorni è single (circa il 70% delle prenotazioni). Sceglie di trasferirsi a Milano in prevalenza a gennaio, settembre e ottobre e i suoi quartieri preferiti sono Centrale, Sarpi, Magenta-Sant’Ambrogio, Porta Romana e Porta Venezia-Dateo. A riprova della crescente mobilità, oltre 1 ricerca su 2 per un soggiorno transitorio è con l'obiettivo di essere a Milano entro il mese successivo.

La maggior parte delle ricerche riguarda soggiorni in primo luogo di 1 o 2 mesi. Oltre il 70% delle ricerche è effettuata da italiani, il restante da stranieri che, nonostante le difficoltà di spostamento legate alla pandemia, sono alla ricerca di una sistemazione “lunga” a Milano. «Ci sono numerose ragioni personali e professionali che portano una persona a cercare una sistemazione transitoria e a chiamarla comunque casa – ha affermato Valentina Reino, head of public policy di Airbnb Italia –. La collaborazione con il Comune va nella direzione di immaginare un futuro di ospitalità sostenibile, che speriamo di poter replicare in altre città. Gli host stanno dimostrando molta attenzione all’affitto a lungo termine con l’80% che accetta già soggiorni superiori ai 28 giorni e il 50% degli annunci prevede una tariffa scontata sul lungo periodo».


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