Intesa: Messina, Micciché identikit perfetto per guidare Ubi
Chiusi primi sei mesi con un utile netto record di 2,57 miliardi, in crescita del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel solo secondo trimestre l'utile è aumentato del 16,4% a 1,4 miliardi.
4' di lettura
Con Ubi Banca realizziamo un «campione nazionale in grado di competere con successo a livello europeo. Saremo vicini o prossimi alla prima banca europea». Lo ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, agli analisti finanziari. «Ridurremo i crediti deteriorati - ha aggiunto - senza impatti sugli azionisti e pagheremo dividendi elevati. Ci sarà una grande attenzione al territorio e alle comunità, ai clienti e alle persone del gruppo Ubi Banca». La combinazione con Ubi Banca aggiunge «ulteriore valore, migliorando la qualità dell'attivo- ha concluso Messina - e creando importanti sinergie senza oneri sociali e con un rischio di execution molto basso dato l'eccellente track record di Intesa Sanpaolo nella gestione delle integrazioni in Italia».
Micciché perfetto per guidare Ubi
In merito poi al nome che sarà indicato come a.d. di Ubi Banca fino all'incorporazione in Intesa dopo l'uscita di Victor Massiah Messina ha dichiarato il suo endorsment per Gaetano Micciché. «Sicuramente nei termini della scelta della persona che dovrà prendere le redini di Ubi nella fase che porterà fino all'incorporazione è importante individuare una figura di prestigio, che non abbia da dimostrare di essere una persona importante nel Paese, ma che abbia già dimostrato di saper guidare con successo organizzazioni complesse. Credo che a questo identikit corrisponda perfettamente Gaetano Micciché. Di lui mi fido ciecamente, ho grande stima e credo possa aiutarmi in questo percorso».
«È un percorso che deve ancora essere formalizzato - ha aggiunto - Il 6 agosto ci sarà il consiglio di Ubi e vedremo cosa succederà». L'aspettativa, quindi, è che in quella occasione Micciché possa assumere le redini dell'istituto: «Con tutto il rispetto per le decisioni che deve prendere il cda di Ubi - ha notato Messina - credo che questo possa avvenire nei prossimi giorni perché è giusto che Ubi abbia un a.d. che la guidi, che la gente di Ubi veda un capo molto legato all'a.d. di Intesa Sanpaolo, visto il mio impegno ad accoglierli nel gruppo».
I conti del primo semestre 2020
Intanto Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 2,57 miliardi, in crescita del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel solo secondo trimestre l'utile è aumentato del 16,4% a 1,4 miliardi. Tornando al semestre, i proventi operativi netti sono rimasti stabili a 9,075 miliardi, con margine di interesse a 3,5 miliardi (-0,6%) e commissioni nette a 3,6 miliardi (-6,3%). In calo del 2,8% a 4,4 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income sceso al 48,5%.
«È stato il miglior secondo trimestre di sempre», ha dichiarato l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aprendo la conference call sui conti semestrali. Per quanto riguarda il flusso dei crediti deteriorati lordi, inoltre, Intesa ha chiuso il miglior secondo trimestre e il miglior primo semestre di sempre.
Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded è al 14,9%, considerando 1,9 miliardi di dividendi maturati nel primo semestre. Per l'intero esercizio, senza considerare Ubi Banca, Intesa conferma la previsione di un utile netto «non inferiore a circa 3 miliardi e non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021». Considerando anche Ubi, confermata la stima di un utile netto dal 2022 «non inferiore a 5 miliardi di euro e il proseguimento di una strategia focalizzata sulla remunerazione per gli azionisti e sul mantenimento di solidi coefficienti patrimoniali».Sulle previsioni, Intesa conferma anche «un coefficiente patrimoniale Cet1 a regime pro-forma superiore al 13% nel 2021, anche considerando l'acquisizione di Ubi Banca e la potenziale distribuzione cash da riserve».
Tornando all'analisi del conto economico semestrale, il risultato corrente lordo è in aumento del 7,1% rispetto al primo semestre 2019 a 3,86 miliardi e il risultato della gestione operativa sale del 2,8% a 4,7 miliardi. Il costo del rischio annualizzato si attesta a 89 punti base e sarebbe a quota 46 punti base al netto dell'impatto delle rettifiche per i futuri impatti della pandemia Covid-19, a fronte dei 53 dell'esercizio 2019. Nel dettaglio, le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 1,8 miliardi, rispetto ai 923 milioni del primo semestre 2019, e «includono circa 880 milioni per i futuri impatti di Covid-19, di cui circa 730 milioni a copertura generica su crediti in bonis e circa 150 milioni a copertura specifica su crediti deteriorati».
Quanto agli aggregati patrimoniali, i finanziamenti verso la clientela sono pari a 403 miliardi, in aumento del 2,1% rispetto al 31 dicembre 2019. Il complesso dei crediti deteriorati netti ammonta a 14 miliardi, in diminuzione dell'1,5% rispetto al 31 dicembre 2019. L'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a giugno 2020 è stata pari al 7,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,5% al netto. I livelli di copertura sono pari al 53,1% e al 63,6% per le sole sofferenze. Le attività finanziarie della clientela si attestano a 962 miliardi, in aumento dello 0,2% rispetto al 31 dicembre 2019. La raccolta diretta bancaria ammonta a 438 miliardi, in crescita del 2,9% rispetto, mentre il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 164 miliardi, in diminuzione dell'1,2%.
loading...