Intesa stanzia cento milioni per gli azionisti delle Venete
di Katy Mandurino
3' di lettura
Un fondo da 100 milioni per i risparmiatori delle due ex popolari venete più in difficoltà; rassicurazioni concrete alle imprese su fidi e sull’accompagnamento nei loro progetti di investimento ed espansione; accellerazione sulla migrazione dei sistemi informatici (che si concluderà entro l’11 dicembre), sull’operatività delle filiali, sulla formazione del personale, in modo da integrare pienamente già dal 2018 le ex Veneto Banca e Popolare di Vicenza all’interno di Intesa Sanpaolo. E una nota quasi polemica, parlando di Npl e di possibili nuove normative europee, in riferimento ad alcuni meccanismi proposti dalla Bce che «contrastano con i principi contabili internazionali».
È un Carlo Messina concreto e loquace quello che ieri, a Vicenza, ha presentato un’iniziativa che i risparmiatori «truffati», come lo stesso ad di Intesa Sanpaolo li ha definiti - «è scandaloso quello che è accaduto su questi territori», ha detto - aspettavano da tempo: un aiuto concreto a favore di chi ha perso i propri risparmi. Il plafond di 100 milioni, che prevede erogazioni in più tranche nell’arco di 5 anni, è destinato a chi ha un reddito annuo lordo non superiore a 30mila euro e un patrimonio mobiliare non oltre i 15mila (al di là del possesso di azioni delle ex popolari). L’ammontare massimo previsto per ogni singolo cliente è pari 15mila euro. «L’obiettivo è quello di portare i risparmiatori ad avere più fiducia nella banca - ha spiegato Messina -. Abbiamo già preselezionato 30mila famiglie con i requisiti e in situazioni di maggiore difficoltà». Non si tratta di trasferimenti di liquidità in conto corrente, poiché è preclusa la possibilità di dare cassa; si tratta di fondi monetari che in qualsiasi momento possono essere disinvestiti e liquidabili. Per chi è ultraottantenne - «sono rimasto impressionato da quanti ce ne siano oggetto delle operazioni di raggiro», ha detto Messina - la somma può essere liquidata in un’unica tranche. Intesa stima di poter erogare l’intero plafond nell’arco dei 5 anni previsti, ipotizzando però che le persone che aderiranno all’offerta rimangano clienti del gruppo per tutta la sua durata. Le domande possono essere presentate dal primo marzo al 31 maggio 2018.
«Su questo territorio vogliamo giocare una partita importante - ancora Messina -. È un’area vitale, che sta crescendo più di altri territori». Il riferimento è anche alle imprese, altro tema affrontato a Vicenza, dopo che, nella mattinata di ieri, a poca distanza, ovvero a Villa Sandi, nel Trevigiano, quartier generale di Geox, il manager aveva incontrato su sua stessa sollecitazione e grazie all’aiuto del presidente di Geox Mario Moretti Polegato, un gruppo di imprenditori del Nordest - da Riccardo Illly a Alberto Bauli, da Massimo Finco a Alberto Baban, da Sandro Boscaini a Chiara Mastrotto, per citarne alcuni. «Le imprese non vedranno i loro fidi tagliati - ha detto Messina -, nemmeno in caso di doppio o triplo affidamento. A me interessa di più la capacità di reddito dell’azienda». E ancora: «Abbiamo messo a disposizione delle imprese 5 miliardi per finanziare i loro progetti. Sono soldi pronti per essere erogati». Precise, dal canto loro, le richieste degli imprenditori: garantire e allungare il credito, fungere da soggetto accompagnatore nelle sfide all’estero, rivedere le modalità di rating, valutando gli aspetti qualititativi, ma soprattutto «fare di tutto per ristabilire un rapporto di fiducia con il territorio - ha detto Moretti Polegato - in un’area dove il rapporto tra imprenditore e banca non è certamente di tipo anglosassone».
Rassicurazioni su tutto da parte dell’ad di Intesa Sanpaolo, anche sulla situazione degli Npl, su cui ha ribadito che «Intesa Sanpaolo nei prossimi due anni tornerà ai livelli precrisi. E pensiamo di poter anche fare meglio». «Considero una priorità assoluta la riduzione degli Npl - ha poi aggiunto in riferimento alla possibilità di normative europee più stringenti - ed è quello che stiamo facendo, quindi qualunque regola andasse a forzare questi tempi la considero una forzatura. Tanto più che alcuni meccanismi proposti dalla Bce contrastano con i principi contabili internazionali».
«Se mi chiedete se considero (queste regole, ndr) corrette dal punto di vista etico, noto che non si applicano a repossessed assets, che sono il modo con cui le banche spagnole hanno trasformato i loro prestiti coperti da ipoteche in proprietà immobiliari. Francamente non capisco perchè questi immobili debbano essere trattati diversamente dalle garanzie che sostengono un prestito. Avere un portafoglio immobiliare da decine di miliardi non credo sia un rischio inferiore agli Npl, e neanche avere asset illiquidi», ha concluso.
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