ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLavoro

Intesa dà la spinta finale al contratto dei bancari: aumento e Tfr pieno entro l’anno

ll Consigliere delegato e ceo Carlo Messina annuncia la decisione del gruppo di erogare entro la fine di quest’anno un’anticipazione degli incrementi retributivi e ripristina la base piena di calcolo del TFR

di Cristina Casadei

Da Intesa Sanpaolo un miliardo per l’imprenditoria femminile

7' di lettura

Dalle parole ai fatti. Il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, dopo aver fatto la sua apertura sull’aumento medio di 435 euro richiesto dai sindacati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro nel corso del congresso della Fabi dello scorso giugno, ha annunciato che Ca’ de Sass erogherà gli aumenti entro fine anno, indipendentemente dall’andamento della trattativa tra Abi e i sindacati. La prima banca del paese, impegnata nel suo percorso di crescita e sviluppo della banca digitale, dopo aver revocato il mandato ad Abi sul rinnovo del contratto, partecipa al negoziato con la formula dell’invito permanente. Con la funzione, arrivati a questo punto, di acceleratore dei tempi. A meno di non immaginare scenari di spaccatura totale che sembrano però più remoti.

L’acceleratore del negoziato

Nel corso dell’incontro “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo” , in cui ha spiegato che la Banca destinerà 1,5 miliardi di euro a iniziative e progetti finalizzati alla riduzione delle disuguaglianze entro il 2027 per contribuire al bene della collettività, Messina ha spiegato la decisione del gruppo di erogare entro la fine di quest’anno un’anticipazione degli incrementi retributivi a valere sul quarto trimestre dell’anno, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del Tfr, in attesa degli esiti della contrattazione nazionale di settore. «Si tratta di un giusto e concreto riconoscimento per i colleghi e le colleghe che contribuiscono in maniera decisiva al successo, alla solidità e ai risultati che hanno permesso al Gruppo di diventare uno dei leader bancari europei», ha spiegato il top manager. L’annuncio è arrivato proprio nella giornata in cui la narrazione è ruotata tutta attorno all’equità sociale del Paese. «Nell’ambito di questa giornata abbiamo voluto ricordare concretamente l’impegno delle nostre persone, vere artefici dei risultati della Banca - ha aggiunto Messina -. L’anticipo dell’incremento retributivo sarà erogato entro la fine dell’anno, per intervenire rapidamente in considerazione della situazione economica, e procederemo anche con il ripristino della base piena di calcolo del TFR, confidando che la trattativa per il contratto di lavoro vengachiusa rapidamente e in modo soddisfacente per tutte le parti».

Loading...

Iniziativa unica nel mondo bancario

Per il numero uno della Fabi, Lando Maria Sileoni, la decisone di Intesa Sanpaolo è «una concreta, unica e preziosa iniziativa di un grande gruppo bancario che mostra il volto migliore di un nuovo modo di fare finanza. Una iniziativa a sostegno dei poveri e bisognosi che resterà nella storia del nostro Paese e che traccerà un percorso virtuoso anche per altri gruppi bancari». È in effetti la prima volta che una banca strappa in questo modo sul negoziato per il rinnovo del contratto bancario. «Ho apprezzato anche le considerazioni e le decisioni di Carlo Messina rispetto agli aumenti economici richiesti dal sindacato di 435 euro, oltre al ripristino del Tfr congelato, nel rinnovo del precedente contratto nazionale - aggiunge Sileoni -. Credo che dovremmo chiudere il negoziato per il rinnovo del contratto in atto in tempi rapidi nel rispetto reciproco delle parti tenendo conto degli utili altissimi delle banche. Il contratto nazionale rappresenta e deve continuare a rappresentare un pilastro su cui far poggiare il settore bancario italiano e la sua trasformazione sostenibile, tanto nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori tanto nell’interesse delle banche e anche in quello della clientela».

Il Comitato di presidenza di Abi anticipato al 6 novembre

Nel negoziato in Abi dopo l’incontro del 23 ottobre si intravedono spiragli di nuove aperture, ma come proseguirà il negoziato dipende da quanto emergerà dal Comitato di presidenza di Abi che è stato anticipato al 6 novembre (inizialmente era fissato per l’8), segno della volontà di accelerare le tempistiche, e dal mandato che verrà affidato al presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, Ilaria Dalla Riva che dovrà avviare il percorso di convergenza sui singoli punti e costruire la cornice del contratto. Nell’ultimo incontro in ristretta il presidente del Casl ha definito con i segratari generali di Fabi, Lando Maria Sileoni, First, Riccardo Colombani, Fisac, Susy Esposito, Uilca, Fulvio Furlan e Unisin, Emilio Contrasto sono stati definiti percorso, metodo e punti da chiarire.
Sicuramente il negoziato parte da richieste impattanti su cui serve trovare una convergenza non solo sul fronte economico, che sicuramente è quello mediaticamente più interessante, con costi diretti e indiretti, ma anche su quello normativo, data una piattaforma che contiene quasi 200 richieste. Con il risultato di aumentare i lacci e i lacciuoli del contratto, quando per le banche serve semplificare. Rimangono centrali fattori come la formazione, un vero e proprio strumento per garantire l’occupabilità delle persone, proprio adesso che ci sono migliaia di bancari che devono affrontare percorsi di upskilling e reskilling. Di qui l’ipotesi di valutare nuove sinergie tra il Fondo per l’occupazione e il Fondo di solidarietà. La fungibiltà è un altro tema molto caro alle banche, come anche la mobilità e le trasferte. Sul rinnovo del contratto si è espresso anche il ceo di Unicredit Andrea Orcel (si veda il Sole24 Ore del 25 ottobre) per il quale quello a cui stiamo assistendo non è uno stallo negoziale, «ma una normale negoziazione. È ovvio che dobbiamo adeguare gli stipendi all’inflazione e remunerare la performance. Peraltro è stato convocato il comitato di presidenza del Casl al 6 novembre con l’obiettivo di dare mandato a trovare le convergenze necessarie».

La chiusura entro fine anno

Nell’ultimo Comitato esecutivo Abi ha ribadito la volontà di arrivare a una soluzione entro quest’anno che è stata ribadita anche nell’ultimo incontro sindacale. Del resto con i conti che si prevedono per il 2023, la voce aumenti del contratto potrebbe essere spesata proprio entro quest’anno. Una voce di grande peso. Un calcolo molto rudimentale e al ribasso, considerando solo l’aumento di 435 euro del livello medio di riferimento - quindi senza tenere conto che i bancari hanno mediamente inquadramenti molto alti - per il sistema bancario significherebbe, a regime (quindi alla fine della durata del contratto), un aumento del costo del lavoro di un miliardo e mezzo all’anno. A cui andrebbe aggiunto il ripristino della base completa per il calcolo del Tfr. Alcuni istituti hanno già iniziato a fare alcune proiezioni anche su questo tema, segno che comunque dei ragionamenti si stanno facendo.Sileoni afferma che «ci sono spiragli moderatamente positivi», ma per fare il contratto «le banche devono dare un mandato pieno, e non sui singoli argomenti, al presidente del Casl». A dettare il ritmo del negoziato, però, adesso arriva anche la decisione di Intesa Sanpaolo che potrebbe accelerare il negoziato o creare strade separate. Se il Comitato di Presidenza di Abi dell’8 novembre dovesse dare un mandato pieno al presidente del Casl Dalla Riva, si potrebbe anche immaginare che il contratto si chiuda con tempistiche più veloci del passato. Un’idea che piacerebbe a banche come Intesa Sanpaolo, soprattutto perché oggi l’esigenza è vedere i bancari lavorare con serenità e concentrarsi sui progetti strategici, a partire dalla banca digitale.

La reazione del mondo sindacale

La reazione dei segretari generali dei sindacati del credito è stata di forte apprezzamento alla decisione del gruppo Intesa Sanpaolo, con l’auspicio che possa fare da acceleratore del negoziato. «L’intenzione dichiarata dal Ceo Carlo Messina di procedere rapidamente agli aumenti salariali ed allo sblocco del Tfr, così come quella di garantire la centralità del lavoro nel momento in cui la banca fa investimenti rilevanti sul digitale, tutela e valorizza lavoratrici e lavoratori del gruppo. Ora è indispensabile – afferma Riccardo Colombani della First Cisl - che la trattativa con Abi sul rinnovo del contratto nazionale acceleri per dare risposte in tempi stretti alle priorità avanzate dalle organizzazioni sindacali, a cominciare dalla legittima aspettativa dei lavoratori del settore di veder tutelato il potere d’acquisto delle loro retribuzioni e riconosciuta la produttività». Per Susy Esposito della Fisac Cgil, si assiste a «un cambio di paradigma circa il ruolo che l’impresa privata deve svolgere per rendere questo nostro Paese più giusto e meno diseguale. Parole che apprezziamo ma credo anche che il tavolo negoziale per il rinnovo del contratto debba dare risposte a tutte le rivendicazioni contenute nella piattaforma, non solo quelle importanti sul salario ma anche a quelle riguardanti gli elementi normativi, di tutele e diritti, che costruiscono le condizioni di governo delle trasformazioni in atto nel settore bancario e di rispetto per le lavoratrici e i lavoratori come persone».

L’impegno sulle garanzie occupazionali

Fulvio Furlan della Uilca confida che «l’iniziativa di Intesa Sanpaolo sia un viatico favorevole per accelerare la trattativa con Abi sul rinnovo del Ccnl così da giungere a un accordo positivo e in tempi brevi in merito alle richieste presentate unitariamente dalle organizzazioni sindacali, da quelle economiche a quelle altrettanto importanti sul piano normativo, per dare prospettive lungimiranti al settore e ai dipendenti sul piano occupazionale, professionale e personale». «Altrettanto importante e apprezzabile - aggiunge Furlan - è che le persone non subiranno disagi e non dovranno lasciare la banca a causa dell’innovazione tecnologica. Questa posizione è in linea con la necessaria tenuta occupazionale del settore, ribadita nella Piattaforma unitaria e con quanto come Uilca sosteniamo da tempo: maggiore digitalizzazione e maggiore tecnologia non significano necessariamente riduzione di personale. Al contrario, se gestite in termini lungimiranti, possono non solo comportare una più alta produttività, ma anche garantire buona e nuova occupazione». Emilio Contrasto, che guida Unisin, apprezza «la lungimiranza e la coerenza di Intesa Sanpaolo e del suo Ceo Carlo Messina» e auspica che «tale posizione possa accelerare una positiva conclusione normativa ed economica del percorso di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro da parte di ABI e, quindi, di tutte le Banche». Inoltre Contrasto sottolinea l’importanza di due impegni: «il primo, che non ci saranno ricadute occupazionali a seguito dei processi di digitalizzazione in atto. Il secondo, che il gruppo procederà con l’erogazione della richiesta economica e lo sblocco del Tfr già da questo trimestre».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti