Future of work

Intrapreneurship: le aziende hanno bisogno di assumere imprenditori (e non soldatini)

Le crisi sono come l'adrenalina: fanno sparire barriere che una volta impiegavano anni a distruggersi. Ma per crescere domani bisogna mettere le basi per ricostruire oggi, lavorando sulla cultura aziendale e puntando sull'intrapreneurship delle nostre persone

di Alessandro Rimassa

(Adobe Stock)

3' di lettura

Il 90% dei manager crede che l'emergenza COVID-19 cambierà il modo di fare business dei prossimi cinque anni, ma solo il 21% di loro ritiene di avere in azienda competenze, expertise e commitment necessari per crescere nei prossimi 12 mesi (McKinsey, 2020).

Cercando e costruendo il New Normal abbiamo la necessità e la possibilità di innovare sia le aziende sia il modo in cui facciamo business. Affinché questo cambiamento sia efficace e duraturo bisogna agire su due fronti: top down, lavorando su leadership e cultura aziendale; bottom up, concentrandosi sulla ricerca e lo sviluppo di una soft skill fondamentale: l'intrapreneurship, in italiano imprenditività.

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Flessibilità, fiducia e trasparenza sono fondamentali per creare all'interno dell'impresa un ambiente favorevole all'intrapreneurship, ovvero la capacità di ideare e realizzare progetti che diventano una fonte di reddito per l'azienda.

Il termine “intrapreneurship” è stato coniato nel 1978 dall'imprenditore nel campo della formazione Gifford Pinchot III, ma si è diffusa dopo che Steve Jobs la usò in un articolo su Newsweek del 1985, in cui affermava che il team di Macintosh “Era ciò che è comunemente noto come intrapreneurship. Un gruppo di persone che, in sostanza, torna nel garage, ma in una grande azienda ”.

Un altro esempio di intrapreneurship è la nascita del Post-It. Nel 1968 Spencer Silver, uno scienziato della 3M, stava creando una colla super adesiva e ne ottenne una molto debole, riutilizzabile e sensibile alla pressione: nel 15% di tempo da dedicare a progetti personali che l'azienda metteva a disposizione dei dipendenti, il suo collega Art Fry volle sperimentare quella colla per i segnalibri. In poco tempo creò una dei prodotti più venduti di sempre della 3M: il Post-it.

Gli intrapreneur sono persone preziose perché per sperimentare nuove idee creano legami con gli altri colleghi, aumentando motivazione e creatività nei team. Per questo motivo bisogna cercare di assumere più persone con questa competenza, come avviene spesso in USA con gli ex-startupper: si privilegiano, così, lo spirito imprenditoriale e la capacità di far accadere le cose rispetto alle competenze verticali.

Oltre ad assumere persone con questo mindset, la versa sfida che deve affrontare la leadership delle aziende è stimolare e motivare i team a essere imprenditivi, fornendo occasioni e strumenti per crescere con velocità e agilità.

Alcuni esempi pratici di come si possa alimentare l'imprenditivà in azienda sono dare una percentuale di tempo per lavorare ad altri progetti, come ha fatto Google, e organizzare hackathon o call for ideas. È il caso di LVMH, che è alla settima edizione del programma DARE (Disrupt, Act, Risk to be an Entrepreneur), in cui i dipendenti partecipano a un hackathon su temi di interesse di tutto il gruppo, collaborando con colleghi di altre nazioni.

Progetti come questo sono utili perché danno nuove idee, aumentano commitment ed engagement, permettono alla leadership di conoscere il potenziale delle proprie persone.

Investire oggi in intrapreneurship, vuol dire non solo crescere economicamente ma creare un workplace innovativo e attrattivo, in cui le persone possono esprimere il proprio potenziale, lavorando per raggiungere gli obiettivi dell'azienda.

È già successo dopo la crisi del 2009: le imprese che hanno mantenuto il loro focus sull'innovazione ne sono uscite più forti, superando la media di mercato di oltre il 30% e continuando a fornire una crescita accelerata nei successivi tre-cinque anni (McKinsey).

Le crisi sono come l'adrenalina: fanno sparire barriere che una volta impiegavano anni a distruggersi. Ma per crescere domani bisogna mettere le basi per ricostruire oggi, lavorando sulla cultura aziendale e puntando sull'intrapreneurship delle nostre persone. I “soldatini” non servono più alle aziende che vogliono esistere nel futuro.

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