Inutilizzato il 67% dei fondi per il rinnovo della flotta italiana
L’allarme di Confitarma: «Troppi vincoli impediscono l’acesso alle risorse» del Fondo complementare
di Raoul de Forcade
I punti chiave
2' di lettura
Il 67% dei fondi destinati all’armamento dal Fondo complementare, per il rinnovo della flotta in chiave green, non è stato assegnato. Motivo di questo flop, il fatto che i vincoli previsti per l’accesso alle risorse sono tali, da escludere, di fatto, molte aziende dello shipping che, invece, sarebbero potenzialmente interessate.
A sottolinearlo è Confitarma che, pure, «esprime apprezzamento per la positiva conclusione dell’iter di assegnazione delle risorse stanziate attraverso il Fondo complementare per il rinnovo e il refitting della flotta mercantile».
Grazie al lavoro, «in primis della direzione generale competente - sottolinea una nota dell’associazione, «è stata portata a termine la prima fase di attuazione di questo complicato incentivo, che ha richiesto un’approfondita interlocuzione con la Commissione Europea per superare molte delle rigidità legate alla prima applicazione delle nuove linee guida europee in materia».
Utilizzato solo il 33% dei fondi
Purtroppo, «dall’analisi dei dati relativi alla ripartizione delle risorse stanziate, emerge che il 67% dei fondi, oltre 330 milioni di euro, non è stato assegnato. Scendendo nel dettaglio dei dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, risulta che, degli stanziamenti dedicati al refitting delle navi, oltre il 75% non è stato impegnato mentre, per quanto concerne la costruzione di nuove navi, tale quota scende al 55%».
Confitarma ritiene che «tali risultati non vadano attribuiti a una mancanza di interesse dell’armamento verso tale sistema di incentivazione ma, piuttosto, ad alcuni vincoli previsti per l’accesso che, come più volte da noi segnalato, hanno escluso un’importante quota della flotta operata dall'armamento nazionale».
Il vincolo geografico
Tra le maggiori criticità riscontrate «vanno sicuramente annoverate la previsione di un vincolo geografico quinquennale legato all’utilizzo dell’unità oggetto di incentivazione e l’obbligo di effettuare gli interventi, anche quelli di refitting, solo nei cantieri europei».
In particolare, con riferimento alla prima criticità, «solo una parte del naviglio mercantile operato dall’armamento nazionale è impiegato su rotte che toccano continuativamente un porto italiano. Imporre tale vincolo ha, di fatto, escluso molte imprese, nonostante il complicato processo della transizione ecologica riguardi tutte le navi».
Incentivo insufficiente per i cantieri
Passando alla seconda criticità, «l’intensità dell’incentivo, in particolare per il refitting, è inferiore al differenziale di costo che si registra nei cantieri extracomunitari. Confitarma ha compreso la scelta a suo tempo operata dall’amministrazione prestando il proprio supporto al fine di assicurare il maggior successo possibile all'iniziativa».
Considerato che «le risorse assegnate dal dl 59/2021 erano dirette al rinnovo del naviglio mercantile senza la previsione dei vincoli prima richiamati», Confitarma chiede al Governo «di adottare al più presto le azioni necessarie affinché le risorse residuate non vengano disperse. Auspichiamo fortemente che il Governo continui e migliori la strategia di accompagnamento del settore verso la transizione green dell’intera flotta mercantile».
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