Investimenti e contratti per Maire, Saipem e Ansaldo
Business in crescita per le imprese italiane negli Emirati arabi uniti. Il punto all’evento estero del Festival dell’economia di Trento 2023
di Laura La Posta
I punti chiave
- Maire costruisce diversi impianti
- Ansaldo Green Tech propone l’energy storage
6' di lettura
Storie di successo e di crescita continua, quelle raccolte il 15 marzo scorso al convegno di Abu Dhabi organizzato, nell’ambito del Festival dell’economia, dal Sole 24 Ore e dall’ambasciata italiana guidata da Lorenzo Fanara. Un successo che si traduce in contratti e investimenti non solo per i big italiani presenti negli Emirati arabi, ma anche per le loro filiere di piccole e medie imprese fornitrici, in Italia.
Maire costruisce diversi impianti
Emblematico il caso di Maire, rappresentata all’evento da Niccolò Heilpern, vicepresidente della regione Mena. «Dopo una lunga storia di successi in Medio Oriente che dura da 50 anni, ora il nostro Gruppo sta contribuendo a realizzare quello che diventerà il più grande impianto produttivo al mondo di poliolefine (prodotti intermedi per la realizzazione di plastiche) a Ruwais, Abu Dhabi - ha raccontato Heilpern -. Nell’ambito della transizione energetica, poi, lo scorso novembre Maire ha inaugurato un impianto di upcycling di polimeri sempre ad Abu Dhabi, in grado di riciclare diversi tipi di plastiche e convertirle in prodotti a più alto valore aggiunto. Non solo: lavoriamo al fianco degli Emirati anche per industrializzare la transizione energetica con alcune iniziative come, ad esempio, la realizzazione di un impianto di ammoniaca a basso impatto carbonico nel distretto industriale di TA'ZIZ. Tutti esempi di come il know-how italiano oggi viene esportato per aiutare i Paesi come gli Emirati a sviluppare l’economia circolare su scala industriale».
SaIpem vuole andare oltre il petrolio
Anche Saipem ha una presenza storica negli Emirati, che risale agli anni 70. «Saipem ha realizzato negli Emirati arabi numerosi progetti di ingegneria e costruzione su larga scala -ha raccontato Alessandro Motta, Head of public affairs, international and institutional relations -. Siamo presenti con un importante hub di esecuzione progetti ed una base logistica per i nostri asset navali ad Abu Dhabi e con una branch a Sharjah. Stiamo affiancando i principali clienti nello sviluppo dei progetti per incrementare la produzione di petrolio e gas naturale, e stiamo proponendo soluzioni innovative (tra cui tecnologie di cattura della CO2 ed i nostri droni a controllo remoto, per le ispezioni, il monitoraggio e la riparazione delle infrastrutture sottomarine) per ridurre l'impronta carbonica sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio degli impianti».
Ma ora Saipem non si limita più a realizzare impianti estrattivi. «Siamo impegnati al fianco dei nostri clienti anche nei processi di transizione energetica, con tecnologie e procedimenti sempre più performanti e sostenibili - ha raccontato il manager -. Eolico offshore, carbon capture, idrogeno, solare, biomasse, acqua e desalinizzazione sono i settori dove sono possibili collaborazioni».
Ansaldo Green Tech propone l’energy storage
Ansaldo Energia opera nella regione da più di 30 anni e ha aperto ad Abu Dhabi un grande centro diagnostico e di manutenzione, che farà da hub a tutto il Medio Oriente e all’Asia. Ora la sfida è estendere le collaborazioni alla nuova società Ansaldo Green Tech. «Gli Emirati hanno un’ambiziosa politica energetica che prevede di raggiungere i 14 GW di installato da rinnovabili entro il 2030: fonti intermittenti che necessitano di sistemi di accumulo per sincronizzare l’erogazione dell’energia prodotta con i picchi di domanda - ha spiegato la Ceo Daniela Gentile -. Ansaldo Green Tech risponde a tale necessità, che è prioritaria, con diverse tecnologie di energy storage, unitamente allo sviluppo di tecnologie di elettrolisi per la produzione di idrogeno».
Enel e Global Solar Council protagonisti alla Cop28
La transizione energetica sarà al centro della Cop28 di Dubai, dove Enel - rappresentata all’evento di ieri da Ruggero Aricò, Head of international institutional affairs - sarà protagonista, con le sue proposte di alto profilo per facilitare la decarbonizzazione, grazie alle esperienze maturate come leader mondiale delle rinnovabili e nel board del Global Compact Onu.
Un altro protagonista italiano della Cop28 di Dubai sarà Gianni Chianetta, presidente di Global Solar Council, l'unica associazione industriale mondiale che rappresenta tutte le aziende del solare di tutto il mondo. Il Council andrà alla COP28 insieme alle altre associazioni mondiali delle rinnovabili riunite nella Global Renewable Alliance, fondata nella COP27. Chianetta ha fondato anche Greening the Islands (Gti), una realtà italiana che opera a livello globale a supporto della transizione sostenibile delle isole come laboratorio delle tecnologie innovative per la lotta ai cambiamenti climatici. Questo ente ha creato nel 2018 un osservatorio che riunisce le associazioni dei governi delle isole, le istituzioni globali come UN Desa, Fao, Unesco e Irena. Gti porta alla Cop ogni anno la voce delle isole di tutto il mondo. «Con l'osservatorio di Greening the islands foundation, stiamo lavorando per portare alla Cop28 dei casi concreti di isole 100% rinnovabili, tra cui un caso italiano, perché nelle isole è più semplice raggiugere molto prima l'obiettivo, grazie anche alla forte motivazione dettata dalle maggiori difficoltà, per provare che è tecnicamente fattibile ed economicamente conveniente - ha raccontato Chianetta -. Lo studio comprenderà l’applicazione del modello isola in una piccola cittadina dell'Ucraina per dimostrare in un territorio che oggi ne ha un grande bisogno che il modello isola applicato al continente è un'opportunità per rendere le comunità autosufficienti e resilienti e può essere una strategia da percorrere a livello globale». Quanto ai temi generali della Cop28, Chianetta ha chiarito la sua posizione: «il 100% rinnovabili è e deve essere il nostro obiettivo prima del 2050, ma serve una exit strategy dai fossili e non parlare ancora di allungamento della transizione; occorre uno stop agli incentivi ai fossili che impediscono alle rinnovabili di competere sullo stesso piano nonostante costino molto meno, siano molto più affidabili grazie alla smart grid e allo storage e ci rendano indipendenti dai fattori geopolitici (come la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia)».
L’analisi della Fondazione Med-Or
Al dibattito di Abu Dhabi ha preso parte anche Umberto Tavolato, direttore delle relazioni internazionali della Fondazione Med-Or, creata per iniziativa di del colosso hi-tech Leonardo nel 2021, con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami e gli scambi tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d'Africa e Mar Rosso (“Med”) e del Medio ed Estremo Oriente (“Or”). «La partnership strategica firmata tra Italia ed Emirati arabi uniti (Eau) a inizio marzo è il culmine di un impegno incrementale che riflette l’importanza degli Eau per il nostro Paese - ha detto Tavolato -. Del resto, gli Eau sono emersi come un attore leader del mondo arabo e possono essere un partner di valore incalcolabile tanto per l’Italia quanto per l’area del “Mediterraneo allargato”, che include il Medio Oriente, il Nord Africa e i Paesi del Golfo. In particolare, l’Italia, secondo Paese manifatturiero d’Europa con eccellenze in molti ambiti, può giocare un ruolo significativo nella diversificazione energetica ed economica emiratina, aiutando gli Eau a sviluppare ulteriormente il suo settore industriale». Infine, la Cop28 costituisce un ulteriore importante motivo di cooperazione tra i due Paesi, secondo Tavolato. «I due Stati condividono l’interesse a investire sull’energia pulita e a implementare una strategia a basso impatto emissivo, puntando sulla loro eccellenza nella gestione delle risorse», ha detto.
Il ruolo di Intesa Sanpaolo negli Emirati
Infine, al convegno di Abu Dhabi i temi della transizione energetica e della cooperazione tra i due Paesi in vista della Cop28 sono stati affrontati dalla visuale delle banche, che hanno un ruolo fondamentale nel sostegno agli investimenti necessari per la svolta green. Ne ha parlato Pietro Calugi, General manager Abu Dhabi branch Intesa Sanpaolo, Imi Corporate & Investment banking division. «Intesa Sanpaolo vanta una presenza storica negli Emirati arabi uniti ed è l’unico gruppo bancario italiano attivo nel Paese sia nel mercato on-shore che off-shore - ha ricordato - . Siamo da tempo lead bank in un numero crescente di operazioni strategiche a favore di operatori locali, oggi in prima linea nella realizzazione della strategia net-zero. Riteniamo che l’economia circolare possa svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi net-zero e auspichiamo che possa essere centro della discussione anche a Cop28».
Calugi ha raccontato qualche dettaglio della collaborazione firmata quasi tre anni fa con il ministero dell'Economia degli Emirati nel campo dell'innovazione e dell'economia circolare, che ha dato vita a una collaborazione interessante (auspicabilmente da rinnovare). «L’accordo ha l'obiettivo di facilitare la creazione di un ecosistema favorevole alla transizione circolare del Paese - ha spiegato il manager -. La partnership può fare leva sulle competenze sviluppate da Intesa Sanpaolo Innovation center in materia di sostenibilità ed economia circolare e sul plafond circular da 8 miliardi di euro stanziato dal Gruppo».
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