Investire nelle curve. Con imbottiti e mobili sinuosi, tavoli e lampade duttili
Linee che avvolgono, nicchie protettive, involucri accoglienti. C'è voglia di smussare gli angoli, così il bisogno di rassicurazione passa attraverso la morbidezza formale.
di Paola Pianzola
5' di lettura
Una carriera costellata di copertine e passerelle, un profilo Instagram che conta quasi 18 milioni di follower, dove ha raccontato senza veli la fatica della gravidanza, smagliature e pancia post partum incluse: Ashley Graham, la modella americana paladina della body positivity è l'icona di un'idea di bellezza e di fisicità generose, che la moda ha ormai ampiamente sdoganato. Ora l'attrazione per le forme curve e scivolate, dall'estetica del corpo alla linea degli oggetti, fa breccia in un altro mondo legato all'immagine: quello del design e dell'arredo.
Basta guardare la nuova poltrona Sharon di Armani Casa , marchio peraltro votato a una rigorosa essenzialità: la parte centrale sembra fluttuare grazie alla struttura che è un unico elemento cui gli spessori sottili e la particolare curvatura alle estremità danno l'idea di movimento e leggerezza. La stessa leggerezza affiora nel divano Lido Cord di Minotti , un nido confortevole firmato dallo studio GamFratesi, che su un lato prende profondità e diventa una bergère, con lo schienale a disegnare una nicchia morbida. Borea , la collezione outdoor disegnata da Piero Lissoni nel 2021 per B&B Italia, si arricchisce dei lettini da esterni, oggetti con una struttura leggera in alluminio tubolare curvato, definiti da un delicato equilibrio di forme ovali. Esplicite, invece, le linee avvolgenti della poltrona Sveva Soft , disegnata da Carlo Colombo per Flexform, il cui guscio è realizzato in uno speciale materiale polimerico che, insieme alla struttura imbottita in piuma d'oca, garantisce una straordinaria morbidezza.
Nella ricerca di un'immagine soft, si assiste al ritorno di complementi quasi banditi in tempi di minimalismo: i cuscini. Colorati, preziosi, sostenibili come quelli di Atelier des Refusés , piccolo brand di economia circolare, nato da un'idea dell'architetto Carolina Nisivoccia, che dà una seconda vita alle rimanenze tessili di altissima qualità dell'industria dell'arredo, trasformandole in soffici pezzi unici cuciti a mano. Linee che avvolgono, anche nello spazio per eccellenza destinato all'accoglienza e a intrecciare relazioni, familiari e amicali: la cucina. Il progetto Tivalì 2.0 con cui Yabu Pushelberg reinterpreta per Dada il concetto “everything in a small space”, è uno scenografico anfiteatro con un piano di lavoro arcuato in marmo o pietra e le basi terminali inclinate. Chiusa, la cucina integrata si presenta come un grande mobile con due ante scorrevoli, aperta è un abbraccio allo chef di casa. L'arredo contemporaneo dice addio agli spigoli a partire da elementi insospettabili come i tavoli.
Monti, della nuova collezione Metropolitan Frames di Itlas disegnata da Matteo Bianchi Studio, proietta delicate sinuosità ispirate ai monumenti dell'antichità, mentre l'eco di una dolce morbidezza risuona anche nel tavolo Francis , in marmo Crystal White, che Giuseppe Bavuso firma per Rimadesio. Non solo nella versione rotonda, ma anche in quella rettangolare e quadrata i bordi della levigata superficie sono lievemente arrotondati. Henry è un tavolo da pranzo allungabile ideato da Emmanuel Gallina per Poliform la cui struttura, in legno massello abbinata al piano in legno, marmo o vetro, è caratterizzata da una raffinata lavorazione di ebanisteria che ne sfuma e ammorbidisce i bordi. Nessun equivoco sulla vocazione al comfort estremo di Standard , divano disegnato da Francesco Binfaré per Edra. Grazie al “Cuscino Intelligente”, schienali e braccioli perdono qualsiasi rigidità e possono essere modellati con un lieve movimento della mano per diventare bassi, alti, obliqui, avvolgenti.
Una pervasiva propensione alla stondatura si diffonde a tutti gli ambiti dell'interior design. È come se l'ispirazione di designer e progettisti di oggi ruotasse attorno allo stile dei decenni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, coltivando una tenera nostalgia per quegli anni formidabili, carichi di energia con le loro promesse di benessere, speranza e desideri esauditi. Così alcuni successi di quel periodo, campioni di una eleganza confortevole, sono diventati una specie di talismano per questo opaco presente, protagonisti di uno stile cocoon che traccia tra le pareti domestiche i confini della nostra comfort zone. Non siamo, però, di fronte a un malinconico revival dovuto alla latitanza di idee innovative. Nel design, guardare indietro e attingere con rinnovata creatività al passato è un esercizio che richiede cultura, fantasia e intuito, doti che alcuni produttori dimostrano nel riproporre con successo le riedizioni di alcuni pezzi storici. Come il raffinato scrittoio D.847.1, disegnato da Gio Ponti nei primi anni del secondo dopoguerra, oggi rieditato grazie al progetto Heritage Collection di Molteni&C , in collaborazione con i Gio Ponti Archives. Appartenente alla “camera da letto per uno scapolo”, presentata alla Triennale di Milano e alla XVI Mostra Internazionale di Barcellona nel '48, è in noce con puntali in ottone, un oggetto dalle proporzioni classiche e al contempo innovative, nel gioco delle curve e nell'invenzione di un cassetto elegantemente arrotondato.
In tutto il mondo, nelle belle case contemporanee, appaiono spesso i sinuosi imbottiti Soriana , linea disegnata nel '69 da Afra e Tobia Scarpa per Cassina, che oggi la ripropone formalmente identica ma attualizzata nella costruzione e nei materiali in una versione più sostenibile, grazie al lavoro di Cassina LAB e di POLI.design del Politecnico di Milano. Quasi un petalo che accoglie e protegge è la poltrona Martha , di Roberto Lazzeroni per Poltrona Frau, da abbinare allo storico divano Chester che, con il sontuoso schienale capitonné, ha attraversato i decenni con la sua eleganza senza tempo. Chester Line ne è la naturale e alleggerita evoluzione.
Ed è un petalo, una foglia, una colorata famiglia di sospensioni luminose modulari Almendra, disegnata da Patricia Urquiola per Flos, che rievoca fin dal nome un'idea poetica di guscio, perché «la mandorla è una sorta di contenitore ovale che si apre per far uscire il frutto», come spiega la sua creatrice. Un modulo con due ali, che fungono da diffusore e si possono comporre in modi diversi, verticali, orizzontali, attaccandosi direttamente a uno, due o tre rami, proprio come mandorle sull'albero. Gli apparecchi illuminanti più attuali spesso suggeriscono un approccio dolce alla forma delle lampade e alla diffusione della luce. Stellar Nebula di Artemide è una famiglia di lampade a sospensione in vetro soffiato di cui BIG - Bjarke Ingels Group disegna i volumi lasciando che emerga la bellezza dell'artigianalità di tecniche antiche. Il mastro vetraio dà forma all'interno dello stampo, ma esprime il suo saper fare con interventi che rimodellano morbidamente la geometria di base.
Eterea e suggestiva è anche Requiem, una creazione che si pone al crocevia tra arte e design. L'autore Lee Broom , artista inglese celebre per le installazioni teatrali e per una ricerca molto spinta sulle potenzialità della materia, ha creato una serie di oggetti illuminanti in edizione limitata ispirati al drappeggio marmoreo delle statue antiche. Ogni pezzo, che appare leggero e fluido, è realizzato con tessuti sagomati a mano e immersi nel gesso, abbinati ad anelli, tubi o sfere illuminanti. Al termine del processo di lavorazione, l'insieme diventa solido e l'effetto è quello di un fragile panneggio che sembra catturare una fonte di luce fluttuante. Impalpabile eppure decisiva, la luce avvolge gli ambienti contemporanei e sottolinea l'attuale direzione della ricerca nell'interior design, tesa verso una visione distensiva e naturale degli spazi costruiti, che passa anche attraverso la loro rassicurante morbidezza formale.
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