Investire in fonti rinnovabili con il crowdfunding energetico
Possibile diventare azionisti di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici, con ritorni dal 4 al 7% e contribuire alla decarbonizzazione dell’Italia. Per partecipare può bastare anche una quota di 100 euro
di Alexis Paparo
4' di lettura
Partiamo da due dati. Secondo il rapporto «Verso l’autonomia energetica italiana» di The European House-Ambrosetti in collaborazione con A2A, l’Italia è quintultima in Europa per autonomia energetica (22,5%, contro il 39,5% di media Ue al 2019), ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili. Aggiungiamone un terzo: il nostro Paese sale, in sei mesi, di tre posizioni (dal 15° al 12° posto su 40) nella classifica mondiale di EY sull’attrattività nel settore delle rinnovabili. Questo deriva da una felice congiuntura: un mercato immaturo, la nuova bozza del Decreto Fer 2, che sostiene attraverso incentivi dedicati la produzione elettrica di impianti rinnovabili, gli sforzi per snellire la procedura dei permessi.
Il quadro europeo
Allargando al quadro europeo, siamo davanti a due spinte che collidono: una viene dal basso, e intercetta la volontà di autodeterminazione dei singoli. L’altra arriva dall’alto, perché gli Stati europei si sono resi conto che non riusciranno a centrare i target prefissati al 2030 e 2050 nel Clean Energy Package se non daranno spazio a forze diffuse che arrivano dai cittadini. Tutto ciò si sta traducendo nella nascita di iniziative di crowdfunding legate all’energia rinnovabile. In pratica, si acquista una quota di un impianto fotovoltaico, eolico, idroelettrico, di teleriscaldamento e si percepisce un rendimento fisso che va dal 4% a punte del 7%, con capitale versato da 100 euro fino a 5mila euro.
A lanciare le campagne, su piattaforme come Ener2Crowd e Crowdlender, sia Pmi sia grandi multinazionali di utilities come Enel, Edison, Edp Renewables. In questo secondo caso, l’obiettivo è cercare la collaborazione con le comunità locali. «Entro il 2030 dobbiamo costruire nuova capacità green per circa 7.000 megawatt all’anno, contro una media di circa 1.000 tra il 2019 e il 2021», spiega Davide Colucci, responsabile sviluppo asset idroelettrici Edison. «Il crowdfunding trasferisce sul territorio indotto, investimenti, opportunità di lavoro; si rafforza il confronto ed emergono bisogni cui un dialogo intelligente può rispondere». Quest’anno alla terza edizione, EdisonCrowd ha lanciato il crowdfunding per la centrale mini-idroelettrica di Quassolo (Torino), riconoscendo il 6% di interesse fisso annuo ai residenti della provincia. Il coinvolgimento si potenzia infatti riservando in via prioritaria la campagna ai residenti del comune, per poi aprire a cittadini della provincia, regione e del territorio nazionale.
Lo conferma Eleonora Petrarca, responsabile business development Italia Enel Green Power, che ha finanziato con successo quattro parchi solari, il primo nel 2021. «Per l’Italia, il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica passerà dal coinvolgimento attivo delle comunità locali e di tutta una serie di stakeholder che ruotano intorno agli impianti rinnovabili e con i quali, già in fase di progettazione, collaboriamo, come ingegneri e studi tecnici-professionali. Oltre al crowdfunding, abbiamo promosso anche un’altra modalità di coinvolgimento, aperta a chiunque abbia un terreno e voglia venderlo o affittarlo per realizzare progetti solari o eolici. Inserendo alcuni dati sul sito www.enelgreenpower.com/it/paesi/europa/italia/affitto-terreno si viene ricontattati per una valutazione. Nel 2022 abbiamo avuto oltre 3mila proposte». L’ultimo progetto di Scelta rinnovabile (il green energy crowdfunding targato Enel) è il più grande impianto fotovoltaico del nord Italia, realizzato a Trino, nel Vercellese. Qui sorgeva una delle quattro ex centrali nucleari italiane, adesso ospiterà un impianto con 75 megawatt di fotovoltaico e 25 di batterie. La campagna è stata coperta interamente dai cittadini del comune, che avranno un rendimento fisso del 5,5%. Petrarca spiega che, nel 2023, sono in programma altri progetti di crowdfunding sul territorio che puntano alla compartecipazione dei cittadini, parte attiva e azionisti dell’impianto stesso.
Se tecnologia, attrattività dell’investimento e coinvolgimento delle comunità locali sono elementi già tutti presenti nella formula per il successo dell’energia rinnovabile in Italia, che cosa manca? «L’efficientamento delle tempistiche dei procedimenti autorizzativi è tra gli aspetti principali su cui accelerare» conclude Petrarca. Oggi si attende anche un anno e mezzo per avere l’autorizzazione per un impianto fotovoltaico; cinque-sette per l’eolico. Quando ci si arriva, spesso la tecnologia è obsoleta, vanno richieste varianti e si ricomincia il giro.
Le piattaforme: tasse e burocrazia frenano la crescita
Niccolò Sovico, ceo e co-founder della piattaforma di investimenti sostenibili Ener2Crowd, conferma la crescita esponenziale d’interesse verso il crowdfunding energetico. «Quest’anno supereremo gli otto milioni finanziati (+300% sul 2021) e i sette milioni di utenti». Ma, spiega, ci sono due freni.
«L’italia ha recepito solo il 9 dicembre la direttiva Ue 2020 che permette a una piattaforma registrata in un Paese europeo di operare negli altri. Spero che la corsa alle richieste attuative non dia vita a un collo di bottiglia e a ulteriori rallentamenti alla nostra espansione europea. Il secondo problema è la tassazione. Oggi i proventi di chi investe in piattaforme di lending crowdfunding vengono tassati secondo lo scaglione Irpef, quindi fino al 43%».
Per rimediare basterebbe modificare una parola nella misura relativa al crowdfunding della legge di Bilancio 2018 per poter applicare il 26% di sostitutiva sulle rendite finanziarie. «La legge – spiega – cita gli “istituti di pagamento” e non gli “agenti di istituto di pagamento”, ovvero il 95% delle piattaforme di lending crowdfunding».
Il modello inglese: l’acquisto diventa sconto in bolletta
Ripple Energy è una start up pluripremiata che consente a privati nel Regno Unito di acquistare quote di parchi eolici, ricevendo in cambio (all’attivazione dell’impianto) energia per la propria abitazione o azienda grazie a una partnership con quattro utility. Le utility rilevano le quote di energia eolica del cliente privato e applicano il credito dovuto direttamente in bolletta. Il primo progetto di Ripple, Graig Fatha, comprende un’unica pala che alimenta 900 case; il secondo, Kirk Hill, è stato finanziato da 5.500 persone e verrà inaugurato nel 2023 e sono ora aperte le prenotazioni per il terzo. In meno di dieci minuti, il parco eolico di Kirk Hill genererà elettricità sufficiente ad alimentare per un anno un’abitazione britannica di medie dimensioni. Versare 880 sterline all’inizio del progetto permette di acquisire quote sufficienti per alimentare una casa con un consumo medio di 2.900 chilowattora annui, traducendosi in un risparmio di 275 sterline il primo anno e di 800 il secondo. Nei piani futuri di Ripple c’è l’espansione nella Ue.
loading...