Investire nei giovani talenti: quando il collezionismo sposa il mecenatismo
Una piattaforma curatoriale al servizio della cultura contemporanea, attiva nella raccolta fondi e in programmi filantropici. Così Hussam Otaibi sostiene gli esordienti.
di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
4' di lettura
Hussam Otaibi ha l'anima dell'imprenditore e la passione per l'arte. Oltre vent'anni fa, a Londra, ha fondato Floreat, un gruppo di servizi finanziari indipendente dedicato a clienti privati. Nello stesso periodo si è avvicinato all'arte per poi lanciare, nel 2016, Modern Forms, una piattaforma curatoriale che gli ha permesso di orientare il suo collezionismo verso una dimensione impegnata e sociale, grazie a un programma di acquisizioni, donazioni e collaborazioni con artisti e istituzioni, tra le quali la Tate e le Serpentine Galleries di Londra e lo Stedelijk Museum di Amsterdam. Ho conosciuto Hussam a Firenze, nella splendida cornice del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Entrambi abbiamo ricevuto in quell'occasione, lo scorso settembre, il Premio Rinascimento+ per il collezionismo e il mecenatismo. Mi parla della sua vita tra Londra e Ginevra, dei suoi due giovani figli e del suo grande amore per l'arte che è entusiasta di iniziare a condividere con loro.
Quali sono state la tua prima acquisizione e l’ultima?
Colleziono da oltre vent'anni, ma l'opera che ha inaugurato ufficialmente Modern Forms è stata l'incredibile installazione site-specific Lonely Planet II di Samara Scott: una sorta di dipinto-scultura vivente che abbiamo acquistato alla galleria londinese The Sunday Painter. L'ingresso in collezione più recente è Magic, un ritratto astratto di Magic Johnson di Lakwena Maciver, acquisito dalla Vigo Gallery, sempre a Londra.
Quando e come hai iniziato a collezionare e come è nata la tua passione per l’arte?
Ho iniziato a collezionare arte a vent'anni, quando ero un giovane professionista. Trovavo il mondo dell'arte contemporanea strano e avvincente ed ero attratto soprattutto dall'idea di fare “arte per l'arte”. Sono cresciuto in Arabia Saudita, quindi la prima volta che ho vissuto una vera e propria esperienza di contatto con l'arte è stata da bambino, durante un viaggio ad Atene con mia madre, che era un'insegnante. Fui profondamente affascinato dalle sculture classiche che lei mi mostrò e mi spiegò in quell'occasione.
Come si può iniziare a collezionare arte? Hai qualche consiglio?
La prima cosa da fare è vedere quanta più arte possibile; visitare mostre e sviluppare un proprio gusto, fidandosi dell'istinto che ci spinge verso ciò di cui potremmo innamorarci, ma anche verso ciò che, almeno apparentemente, non ci convince. Un buon consiglio, per un collezionista agli inizi, credo possa essere l'invito a non farsi intimidire dalla cultura del sistema dell'arte. A volte può essere pretenziosa, ma ignoratela e non abbiate paura di concentrarvi sull'arte che vi piace davvero.
Come scegli le tue opere? Hai un gallerista o un curatore di riferimento?
La scelta è un processo abbastanza fluido. Mi piace scoprire nuova arte e nuovi artisti e cerco sempre di riservarmi il tempo per visitare gallerie, musei e fiere d'arte ovunque mi trovi. Lavoro a stretto contatto con Nick Hackworth, cofondatore e curatore di Modern Forms, che ho incontrato per la prima volta nel 2006, quando gestiva la sua galleria d'arte emergente, Paradise Row, nell'East London. Condividiamo le nostre scoperte e dalle nostre discussioni prendono forma le acquisizioni. Spesso le opere che scegliamo potrebbero essere considerate commercialmente difficili, ma sostenere gli artisti esordienti e un'arte non pensata e prodotta unicamente per il mercato è un approccio di cui andiamo fieri. The Sunday Painter, Vigo Gallery e Tristan Hoare sono tra le mie gallerie londinesi preferite.
Quanto è importante la missione pubblica per un collezionista? Ti piace condividere la tua collezione?
Lo scopo civico è ciò che, a mio avviso, distingue un mecenate da un collezionista. Sebbene sia attratto dall'idea di costruire una grande collezione, ciò che mi muove non è il concetto di proprietà o di possesso. Piuttosto è il desiderio di creare mondi all'interno della mia collezione e di supportare gli artisti diventando custode delle loro opere. Con Modern Forms abbiamo deciso di non avere uno spazio pubblico, ma di contribuire pubblicamente attraverso la collaborazione con le istituzioni.
Pensi che il web sia un mezzo utile per tenersi aggiornati sulle ultime tendenze?
Sì, Instagram in particolare è una grande risorsa per gli amanti dell'arte.
Artisti emergenti da tenere d’occhio e artisti trascurati da riscoprire.
Ho scelto tre artisti emergenti con sede a Londra. Il primo è Billy Fraser, un giovane artista brillante affascinato dal potere della narrazione. Poi Marieke Bernard-Berkel, che dipinge paesaggi contemporanei permeati da una certa “tossicità”, ma stranamente suggestivi. E infine Haroun Hayward, i cui collage riflettono un crogiolo di influenze culturali, che vanno dalla scena rave alla pittura britannica moderna e ai disegni tessili asiatici. Lavora con la Hales Gallery di Londra. Tra quelli trascurati vorrei menzionare Bram Bogart, forse più sottovalutato che dimenticato. È un pittore astratto belga-olandese che negli anni Sessanta ha iniziato a realizzare dipinti incredibilmente materici, scultorei e di grande impatto visivo. All'ultima Biennale di Venezia mi ha colpito molto la varietà dell'arte indigena esposta nelle sezioni curate da Cecilia Alemani. Ho apprezzato in particolare il lavoro dell'artista brasiliano Jaider Esbell.
Puoi parlarci di modern forms, dei vostri obiettivi, iniziative e progetti?
Modern Forms è sia una collezione sia una piattaforma curatoriale. L'ho fondata nel 2016 insieme a Nick con l'idea di costruire una collezione unica che ruotasse prevalentemente intorno all'arte emergente, creando al contempo una piattaforma al servizio della cultura contemporanea. Accanto ai nostri impegni istituzionali abbiamo un programma filantropico: con la Central Saint Martins abbiamo co-fondato Credit, un progetto incentrato sulla giovane cultura artistica a Londra e abbiamo avviato una campagna di raccolta fondi per AmazoniAlerta, una ong dedicata alla protezione dell'Amazzonia.
Cosa visitare a Londra per vivere la città come veri londinesi?
Il Sir John Soane's Museum, la National Portrait Gallery e la Tate Modern. Poi, il Mercato dei fiori di Columbia Road, Little Venice, Portobello Road. Per il soggiorno, l'Hotel Corinthia o Claridge's. Per mangiare: J Sheekey, Langan's, The Dusty Knuckle Bakery. Per fare shopping: Liberty, Fortnum & Mason, Maison Assouline.
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