Invitalia e Investitalia «spingono» per spendere 1 miliardo a Taranto
Le 2 società pubbliche Invitalia e Investitalia offriranno supporto alle stazioni appaltanti pubbliche del «Contratto istituzionale di sviluppo» per accelerare i tempi.
di Domenico Palmiotti
3' di lettura
Invitalia e Investitalia «offriranno supporto alle stazioni appaltanti pubbliche del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto per accelerare i tempi». A fronte di 1 miliardo, infatti, buona parte della spesa prevista, va ancora effettuata. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica e agli investimenti, Mario Turco, riassume così l'esito del tavolo istituzionale Taranto tenutosi il 20 marzo nella Prefettura di Taranto. Un Tavolo insolito rispetto a tutti gli altri, causa le restrizioni imposte dal coronavirus.
Videoconferenza causa coronavirus
Unico interlocutore presente è stato il presidente dell'Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, mentre le altre stazioni appaltanti erano tutte in videoconferenza. Sei quelle convocate, oltre all'Authority portuale, il commissario di Governo per la bonifica di Taranto, l'Acquedotto pugliese, il commissario straordinario Asl Puglia, e i Comuni di Crispiano, Montemesola e Massafra che fanno parte dell'area di crisi industriale complessa di Taranto. «Abbiamo voluto dare continuità al tavolo del 5 marzo a Palazzo Chigi - spiega Turco -, convocando le prime stazioni appaltanti il 20 marzo e un secondo gruppo per venerdì 27 marzo. Abbiamo individuato sia le criticità che frenano l'avanzamento e la spesa del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, sia le soluzioni per superarle. Le criticità sono soprattutto a livello di progettualità e di affidamento lavori. Nel senso che - aggiunge Turco -, dopo la fase iniziale di progettualità, si impiegano mediamente 3 anni tra valutazione dei progetti e gestione della gara. Perdiamo 3 anni in questo passaggio. E allora si tratta di snellirlo affidando a Invitalia ed Investitalia un compito operativo. Non è una centralizzazione delle competenze - chiarisce ancora Turco - ma cercheremo di dare supporto alle stazioni appaltanti nel senso che ciascuna amministrazione individuerà un referente. Con noi, quindi, si tratterà di condividere, nell'arco di 7 giorni, un cronoprogramma che ogni 2 mesi sottoporremo a verifica per capire se avanza o meno».
Il laboratorio merceologico
Turco annuncia che con l'Autorità portuale di Taranto sono stati individuati dei residui finanziari che permetteranno la costituzione di un laboratorio merceologico all'interno del porto dedicato all'analisi delle merci in arrivo. Si eviterà così, dichiara Turco, di doversi rivolgere al laboratorio di Bari o addirittura ai laboratori del Nord. Nella prossima riunione, il confronto con le stazioni appaltanti riguarderà Comune di Taranto, Rete Ferroviaria Italiana e Marina Militare. Ci sarà anche un confronto con i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria per quanto concerne le misure di sostegno sociale loro affidate attraverso un fondo Mise di 30 milioni in 3 anni e che dovrebbe riguardare per 20 milioni il Comune di Taranto e per i restanti 10 gli altri Comuni dell'area di crisi.
I tavoli precedenti
Prima della seduta del 20 marzo, per il Contratto Taranto c'è stata quella del 5 marzo a Palazzo Chigi e l'ha presieduta il premier Giuseppe Conte. In quella sede, a seguito di uno specifico Dpcm, è stato insediato il ricostituito Tavolo istituzionale Taranto ed è stata assunta dalla presidenza la gestione del Contratto Taranto prima delegata al Mise. Il 5 marzo, secondo le schede di aggiornamento di Invitalia, è emerso che se il Contratto, la cui dotazione tra risorse vecchie (riprogrammate) e nuove (stanziate) ammonta a poco più di 1 miliardo, dovesse mantenere prossimamente lo stesso ritmo di spesa avuto dal 2015, anno della sua istituzione, al 2019, ci vorrebbero altri 10 anni - 10,4 per l'esattezza - per completare il residuo programma di investimento.
Dal quadro fornito da Invitalia è infatti scaturito che su una dotazione complessiva di 1 miliardo e 8 milioni, spalmati su 40 interventi, dal 2015 all'anno scorso sono stati spesi solo 327 milioni. Il 36,92 per cento. Nel secondo semestre 2019, l'avanzamento della spesa ha coinvolto soltanto 13 dei 30 interventi residui programmati ed è stata bassissima: 14,3 milioni. Gli interventi conclusi sono 10. Ampio lo spettro su cui agisce il Cis Taranto: bonifiche, ambiente, urbanistica, porto, trasporti, istruzione, sanità, beni culturali.
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