in libreria dal 22 novembre

Io viaggio da sola: una guida per le viaggiatrici libere

di S.U.

3' di lettura

«Un posto incantevole, un'emozione da riportare a casa, un buon numero di curiosità da scoprire, tante persone da incontrare (possibilmente persone che ti raccontano qualche storia sul luogo incantevole), la possibilità di muoversi nella natura, molti piccoli piaceri da sentire, toccare, gustare, sapere di aver fatto anche qualcosa di utile, con un po' di ironia e un po' di impegno. Qui sta la trama che lega le nostre pagine: queste sono le qualità “al femminile” di un viaggio». A usare queste parole è Iaia Pedemonte autrice insieme a Manuela Bolchini di La guida delle libere viaggiatrici. 50 mete per donne che amano viaggiare in Italia e nel mondo, 208 pagine, 14,50 euro (Altreconomia) dal 22 novembre.

Pioniere del turismo responsabile, le due autrici disegnano e raccontano decine di itinerari e destinazioni, dall'India al Madagascar, dalla Terra del Fuoco alla Sicilia, da Berlino all'Himalaya: cinquanta schede, centinaia di indirizzi, link e spunti per partire. In queste pagine si incontrano centinaia di donne, viaggiatrici esperte, imprenditrici locali, cooperanti, rappresentanti di comunità ospitali di ogni parte del mondo e lo straordinario “capitale umano” femminile del turismo responsabile, tra le quali ci sono guide d'arte e di natura, manager di tour operator innovativi, alpiniste sull'Himalaya o sull'Atlante, maestre di danze o di foraging, artiste e artigiane, registe e cuoche.

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Così chi leggerà queste pagine scoprirà la natura più «struggente»: come «le notti vicino al cielo in accampamento nel Parco del Serengeti, l'ospitalità in famiglia sulle montagne immacolate del Ladakh». Ma anche le esperienze più autentiche: imparare la tecnica del batik in Senegal, preparare un formaggio slow in Armenia, partecipare a un master di cucina africana.

Ed ancora, la cultura con la “C” maiuscola: l'arte dei mosaici a Venezia e Ravenna, la letteratura delle “scrittrici inquiete” a Roma, il cinema al femminile a Milano. Senza tralasciare il divertimento: lo shopping nelle grandi città, il mare della Grecia con le foche monache, il festival di danze folk in Piemonte. Ed infine i viaggi solidali: gli esercizi di memoria in Bosnia e Serbia, il cammino nelle “terre mutate” del terremoto in Centro Italia o i progetti di commercio equo e solidale in India e in Sri Lanka.

Caratteristica impartante il fatto che ogni viaggio ne contiene poi mille altri. Ogni meta permette di cogliere nuovi spunti e intraprendere percorsi differenti. A Berlino, ad esempio, si può scegliere tra una ventina di itinerari che vi portano tra le start up più visionarie dell'economia circolare, ad assaggiare delizie vegane o provare capi di moda sostenibile; oppure all'officina di biciclette gestita dai profughi per girare la città in modo green; senza trascurare, la sera, gli indirizzi più cool della città notturna e gay friendly.

In Rwanda tour operator, associazioni e guide offrono possibilità diverse: le Organizzazioni non governative accolgono i viaggiatori facilitando l'incontro con la comunità e le tradizioni locali; poi c'è la cooperativa che organizza una giornata sul caffè equo solidale, con visita alla piantagione e degustazione; o le guide naturalistiche che vi portano a spasso per la foresta pluviale seguendo le orme degli animali selvatici, gorilla inclusi.

Iaia Pedemonte, Manuela Bolchini, La guida delle libere viaggiatrici. 50 mete per donne che amano viaggiare in Italia e nel mondo, 208 pagine, 14,50 euro (Altreconomia)

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