Ior: utile 2016 raddoppia a 36 milioni, in calo patrimonio netto
di Carlo Marroni
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Raddoppia l'utile di bilancio dello Ior, l'Istituto per le Opere di religione, nel 2016: l'esercizio si è chiuso l'esercizio con un utile netto di 36,0 milioni di Euro (16,1 nel 2015, 69,3 nel 2014). L'aumento del risultato rispetto al 2015 «è imputabile al miglioramento del risultato dell'attività di negoziazione, alla rideterminazione di una passività stimata nel 2015 inerente l'esposizione fiscale nei confronti di altri paesi ed alla diminuzione delle spese amministrative. La diminuzione del margine di interesse e delle commissioni nette hanno parzialmente controbilanciato il risultato positivo», dice la nota dell'istituto presieduto da Jean Baptiste de Franssu e diretto da Gianfranco Mammì. I numero sono stati approvati da tempo (il 26 aprile) dal Consiglio di sovrintendenza, il cda “laico” e poi sottoposti alla Commissione Cardinalizia, presieduta da cardinale Sabril y Castello: è stata decisa la distribuzione integrale degli utili realizzati alla Santa Sede.
Nella banca vaticana 15mila clienti
Nel 2016 l'Istituto ha servito circa 15.000 clienti diffusi globalmente – la cifra risulta stabile - che hanno affidato allo IOR risorse per un valore totale di 5,7 miliardi di euro a fine 2016 (5,8 miliardi nel 2015) e di cui circa 3,7 miliardi relativi a risparmio gestito e in custodia. Sono state intraprese molte iniziative durante l'anno per venire incontro alle esigenze dei clienti nel rispetto della missione dell'Istituto. In calo le spese operative, a 19,1 milioni contro 23,4 del 2015 “grazie alla razionalizzazione dei contratti di servizio con terzi. Il margine d'intermediazione è stato pari a 44,1 milioni (45,4 milioni nel 2015). Il contributo maggiore, pari a 46 milioni, è derivato dalla gestione del portafoglio di proprietà Il risultato netto 2016 è stato di 36 milioni (16,1 milioni nel 2015). «Tale risultato gestionale è stato conseguito attraverso una efficiente attività di negoziazione, in un contesto di elevata volatilità dei mercati, instabilità politica dovuta agli esiti inattesi dei maggiori eventi elettorali dell'anno e bassi tassi d'interesse».
Il patrimonio netto cala a 636 milioni (da 654)
Al 31 dicembre 2016, il patrimonio dell'Istituto al netto della distribuzione degli utili è pari a Euro 636,6 milioni (in calo rispetto a 654) corrispondente ad un CET1 ratio del 64,53%, evidenziando elevata solvibilità e profilo di basso rischio. Tra i fatti rilevanti del 2016 l'entrata in vigore della Convenzione fra il Governo della Repubblica Italiana e la Santa Sede in materia fiscale, “prodromica” all'inserimento della Santa Sede nella “white list” fiscale della Repubblica Italiana del 23 marzo 2017.
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